Capitolo 8

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Mi rotolo tra le coperte chiedendomi perché nessuno mi ha svegliato.
Ma che ore sono?
Schiaccio il tasto del mio telefono, che mi fa socchiudere gli occhi, e noto che sono le nove. Di domenica.
Oh! Che bello, un giorno come gli altri!
Un messaggio attira la mia attenzione.

Sconosciuto:
Ehi! Sono Ethan. Ho rubato il numero a mio zio. Volevo chiederti se volessi venire a vedere la mia gara, questa mattina alle undici.
Ovviamente come amica!

Alzo gli occhi al cielo e decido di rispondere.
Deve sempre puntualizzare, ma che palle.

A Ethan:
Va bene! Non so dove gareggerai...

Esco dalle coperte e, con calma, decido di scendere per fare colazione.
Sento rumori di stoviglie e piatti, significa che qualcuno sta cucinando!
Andrea è di spalle e sta facendo i suoi buonissimi pancake.
La mia pancia brontola in modo esagerato tanto che Andrea si gira scioccato.
Sorrido timida e gli stampo un bacio sulla guancia.
<<Papà mi ha parlato della vostra discussione con nonna.>>
Sbuffo infastidita e gli rubo un pancake appena sceso dalla padella.
Annuisco e lo guardo con il sopracciglio alzato.
<<La odio sempre di più.>> Continua a cuocere pancake e buttarci nutella su.
<<A chi lo dici..>>
Apro il frigo prendendo il cartone del latte e quello del succo ai frutti rossi, per cui vado pazza.
Andrea finisce di cuocere e si siede davanti a me, osservandomi con quell'aria da psicologo non ancora laureato.
Alzo un sopracciglio e continuo ad ingozzarmi di cibo. Ho tanta fame di prima mattina.
<<Allora.. com'è questo Ethan?>>
Appena sento il suo nome inizio a tossire come una pazza.
Bevo un bicchiere di succo per far scendere il pezzo di pancake che mi stava per uccidere. Non può dire questo nome con leggerezza, di prima mattina.
<<Bello e...>>
Arrossisco al solo pensiero.
<<Vi siete baciati.>>
Mi guarda con le sopracciglia alzate e un'espressione di perversione dipinta sul volto.
<<No, non è vero.>>
Sorrido sotto i baffi al solo ricordo delle sue labbra sulle mie.
<<Certo. Ed io sono Harry Potter e so fare tanti incantesimi. Ma dai!>>
Sorrido e annuisco.
<<Va bene. È stato il bacio più bello della mia vita.>>
Mio fratello fischia e alza le sopracciglia ritmicamente facendomi ridere.
<<Io invece ho lasciato Debora..>>
Si! Meno una!
<<No.. perché?>>
Alza un sopracciglio e mi guarda scettico.
Sorrido e gli do un bacio sulla guancia, spalmandomi sul tavolo per arrivarci.
<<Sono andato a casa sua per farle una sopresa e l'ho trovata a letto. Con un'altra.>>
Gli scoppio a ridere in faccia e non riesco a smettere.
<<È lesbica. Solo che quando si è messa con me doveva capirlo.>>
Le mie risate non cessano finché papà non entra in cucina e ruba l'ultimo pancake.
<<Ehi. Quello è mio.>>
Mi imbroncio solo per vederlo sorridere.
<<Eri impegnata a ridere. Che è successo?>>
Sorrido e guardo Andrea. Il suo sguardo mi dice "non ci provare" ed io lo prendo come un invito.
<<Debora è lesbica.>>
Lui sgrana gli occhi e si gira verso Andrea. Lui sorride imbarazzato e alza le spalle.
Papà inizia a ridere come non l'ho mai visto fare dalla morte di mamma e mi batto il cinque mentalmente.
<<Ginevra mi ha confessato che il bacio con Ethan è stato bellissimo.>>
Lo guardo scioccata.
Entrambi si rimettono a ridere perché credo di essere diventata un pomodoro.
<<Sono cose private... finitela di ridere.>>
Entrambi smettono ma lo vedo che si stanno trattenendo.
Alzo gli occhi al cielo e mi alzo per mettere i piatti a lavare.
Salgo di sopra mentre sento ancora mio fratello e mio padre parlare.
Afferro il cellulare e guardo se mi ha scritto.

Da Ethan: Ti passo a prendere io. Pronta per le dieci e un quarto.

Sorrido e corro a prepararmi.
Mi infilo sotto la doccia e mi lavo con il mio bagnoschiuma preferito, alle rose.
Passo poco tempo sotto l'acqua tipida, ma ci metto una vita per i capelli.
L'acqua dolce non si asciuga mai!
Vado in stanza con l'accappatoio e i capelli asciutti.
Mi metto l'intimo e apro le ante dell'armadio per cercare qualcosa di carino.
Il vestito mi sembra fuori luogo. Prendo dei jeans e una semplice maglia leggera su.
Infilo le converse, mi trucco e sono pronta.
Prendo il telefono e noto che è ora di andare.
Scendo le scale e non trovo nessuno in cucina. Ma dove diavolo sono?
<<Andre devi annaffiare le piante, non tuo padre!>>
Andrea ride e mio padre ha il mio identico broncio.
<<Ragazzi! Sto uscendo, ritornerò per pranzo!>>
Loro annuiscono e vengono verso di me, mentre sto cercando di infilarmi la giacca.
<<Con chi esci?>>
Mio padre e il suo interrogatorio parte prima!
<<Ethan.>> Cerco di mascherare il suo nome con un colpo di tosse.
<<Beccata!>> urla mio fratello.
Sorrido e mi sposto una ciocca dietro l'orecchio, imbarazzata.
<<Va bene vado!>>
<<Ti accompagnamo fino al cancello. Voglio vederlo.>>
La cosa più inquietante è che lo urlano insieme. Contemporaneamente.
Mi sbatto una mano sulla fronte pronta a una figura di cacca colossale.
Vado al cancelletto e lo vedo appoggiato alla moto con un casco in mano.
La sua faccia mi fa trattenere una risata, sopratutto quando si presentano. È così esilarante.

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