Capitolo 3

88 12 3
                                    

Ethan.

Il sole batte sulle mie palpebre e non mi permette di dormire. Cerco di girarmi ma c'è qualcosa che mi blocca. Apro gli occhi e davanti a me vedo una distesa di capelli rossi e il suo viso è poggiato nell'incavo del mio collo.
Di prima mattina avere una ragazza come Ginevra sdraiata su, è qualcosa di impossibile da descrivere.
<<Ginevra.. svegliati dormigliona sono le undici.>> scosto i capelli da davanti al suo viso e la osservo. I suoi lineamenti sono dolci e le sue labbra carnose al punto giusto. Peccato che i suoi occhi chiari mi stiano fissando con imbarazzo.
<<Scusami non volevo sdraiarmi su di te... io...>> Ginevra si passa una mano tra le ciocche e si morde il labbro.
<<Tranquilla non è un problema.>> Sorrido e mi alzo alla ricerca dei miei pantaloni. Appena abbottono il bottone dei jeans neri e tiro su la cerniera la porta si spalanca e appare una donna poco giovane seguita da un ragazzo.
Incontri imbarazzanti di prima mattina e dove trovarli. Deglutisco con fatica preparandomi a una ramanzina.
<<Ginevra! Chi è questo giovanotto qua? È un umano?>> Chiede la donna con espressione indignata.
Ma che... umano?
<<Nonna. Ares. Vi presento il mio collega Ethan. Ethan loro sono mia nonna materna e un suo amico.>>
Ginevra non ha neanche il tempo di parlare che sua nonna la corregge.
<<Il tuo futuro sposo, tesoro.>> Sua nonna le accarezza la guancia e guarda male me. Ricambio lo sguardo e mi passo una mano tra i capelli.
Il suo futuro sposo?
Sospiro, indosso la mia felpa e concentro la mia attenzione sulla ragazza.
<<Ginevra io vado. Grazie per ieri, ci vediamo questa sera, d'accordo?>>
Mi avvicino a lei e la saluto con un bacio sulla tempia. Lei mi guarda con quegli occhioni e mi sorride.
<<A stasera.>>
Scendo velocemente le scale e mi diriggo verso casa mia, quasi correndo.
Lei si deve sposare. Lei si deve sposare.
Appena arrivo spalanco la porta e osservo attentamente la casa. Tutto è al suo posto, meglio così.
<<Sophia! SOPH.>>
<<Ehi fratellone! Dove sei stato sta notte? Mamma è stata male e quando sono venuta a chiamarti non c'eri... ho avuto tanta paura.>> La stringo forte a me e le accarezzo i capelli di un castano scuro intenso. Faccio sempre la cosa sbagliata con lei.
<<Scusa piccolina... ho fatto tardi a lavoro. Mamma adesso dov'è?>>
Chiedo quasi terrorizzato all'idea di vederla in condizioni pietose.
<<È andata a lavorare... Ancora non ho capito che lavoro ma va bene!>> Sorride e mi stringe con le sue braccia ossute. È meglio che non lo sai sorellina che lavoro fa la mamma... voglio darti tutto quello di cui hai bisogno, piccola.
<<A che pensi?>> I suoi occhi blu mi fissano attenti. Per avere quattordici anni è troppo curiosa.
<<A niente piccola. Se hai studiato per domani andiamo a prendere un gelato, ti va?>> sorrido e le scompiglio i capelli scuri come i miei e lunghi fin oltre le spalle.
<<Veramente volevo chiederti: non è che puoi accompagnarmi al parco? Le mie amiche mi hanno invitato a giocare a pallavolo, posso?>>
La guardo con sospetto. Mi accarezzo il mento facendo nascere un sorriso di scherno sulle sue labbra sottili.
<<Ci saranno ragazzi? >> Lei scoppia a ridere e nega con la testa.
<<Allora va bene!>>

Dopo aver lasciato mia sorella al parco decido di fare un giro con la moto. Corro per le strade poco affollate alla ricerca di un posto tranquillo dove stare. Mi fermo su uno strapiombo sul mare. Voglio concentrarmi su me stesso come non faccio da tempo.
La vista è bellissima. All'orizzonte il mare e il cielo si immischiano in un solo colore tendente all'azzurro. La nuvole sfiorano quasi il velo del mare e disegnano forme strane. Le onde battono sugli scogli e tornano indietro per poi riinfrangersi.
La tranquillità alleggia nell'aria e starei ore ed ore in questo posto.
<<Ethan?>> Mi giro sentendo il mio nome. Una ragazza dai capelli biondi e gli occhi marroni viene verso di me.
Evviva il ritagliarsi del tempo per se stessi.
Chi è questa ora?
<<Ehm... ciao. Ti conosco?>> La osservo meglio, la sua camminata è fin troppo sicura e familiare.
<<Sono Molly. La tua ex ragazza.>>
Ah. Come ho fatto a non riconoscerla.
<<Ah. Che ci fai qui Molly. Il tuo ragazzo si è stancato di te?>>  Sorrido maligno e continuo a guardare l'orizzonte. Volevo stare da solo per riuscire ad accantonare il dolore che mi hai provocato, stronza.
<<Semplicemente ho trovato il coraggio per rivederti. Mi manchi Ethan. Più dell'aria sott'acqua.>>
Sorrido sarcastico e le riservo il mio sguardo più sprezzante.
<<Io non ho bisogno di te. >>
<<Ma io si. Ti prego. Io... ti amo ancora.>> La voce le vacilla per un attimo e insicuro mi giro verso di lei.
Sta piangendo. Dio. Odio vedere le ragazze piangere.
Lei ti ha tradito.
Lo so... ma manca anche a me.
<<Non usare queste parole con me Molly. Mi hai tradito.>>
<<Lo so. Ed è stato lo sbaglio più grande della mia vita.>>
La osservo attentamente, mi sembra sincera. Forse anche troppo. Sembra quasi stia fingendo. Annuisco e la osservo per qualche secondo dove lei si tortura le mani.
<<Riproviamoci. Ma iniziamo con una semplice amicizia.>>
Sto sbagliando, ma voglio vedere dove vuole parare.
<<Davvero?>> Mi sorride calorosamente e mi salta al collo.
<<Si. Ma manteniamo le distanze eh.>> Sorrido anche io. Il suo profumo, fin troppo forte, mi fa storcere il naso.
Molly infondo è una brava ragazza.
Molto infondo.
<<D'accordo. Sta sera ti va di andare a mangiare da qualche parte?>>
Mi accarezza la poca barbetta e poi lo zigomo.
<<Mi dispiace ma questa sera, e tutte le altre sere, devo lavorare.>>
<<Oh. E questi lividi?>> Mi guarda fisso negli occhi, come a volermi leggere dentro. Ma non permetto a chi mi ha tradito di farlo.
<<Niente di grave. Non sono tornato a picchiare ogni cosa che respira. Tranquilla. Ethan è cambiato, quello vecchio non esiste più.>>
Lei mi sorride e mi bacia sulle labbra.
Preso da un'improvvisa sensazione, la stringo a me e la bacio con tutta la passione che ho dentro. Le accarezzo i capelli biondissimi e continuo a baciarla sperando di risentire le emozione della prima volta.
Ma ho provato più emozioni quando Ginevra mi ha medicato la ferita, quando con le sue dita sottili mi ha accarezzato le labbra e poi il sopracciglio, quando mi sono svegliato con lei che mi usava come materasso, quando l'ho salutata baciandole la tempia.
Ginevra.
<<Scusami. Mi sono lasciato trasportare.>> Mi passo una mano tra i capelli e la mia mente vede solo i suoi occhi chiari e dolci. I suoi capelli rossi e i suoi lineamenti. Impazzirò.
Molly ridacchia e mi chiede di portarla a casa. Ancora scombussolato, accetto e partiamo alla volta del suo piccolo appartamento. Appena arrivo a casa sua, lei scende e mi da il casco.
<<Ti va se sta sera vengo a trovarti a lavoro?>> Annuisco indifferente e le dico che lavoro al SEA CAFEE.
Lei mi bacia e dopo avermi sussurrato un ti amo, sculetta verso l'entrata.
Alla faccia di "iniziamo come amici."
Parto velocemente e dieci minuti dopo sono sul posto di lavoro, in anticipo.
<<Zio!>> chiamo a gran voce.
<<Ehi Giovanotto!>> sorride e mi da una pacca sulla schiena. Sorrido anche io e ricambio la pacca.
<<Sistemo le bottiglie e poi apriamo d'accordo?>> Lui annuisce e va alla sua postazione, ovvero la cassa. La porta si apre facendo suonare il campanello, appena mi volto i miei occhi incontrano i suoi. Sorridiamo entrambi.
Continuo a occuparmi delle bottiglie finché non arrivano i primi clienti. Inizio a preparare aperitivi alcolici e non, più va avanti la serata e più il grado di alcool aumenta.
<<Ethan. Due Mojito.>>
La guardo per un secondo e riprendo il mio lavoro. Le preparo i due mojito e lei parte verso il tavolo. Fortunatamente sta sera non ci sono molte persone e ce la stiamo cavando bene.
<<Amoreee!>> Perché sta urlando come una pazza e la musica è solo di sottofondo. Perché non ha capito che "siamo solo amici". Perché?!
<<Ehi Molly.>>
<<Due analcolici alla frutta, un Cosmopolitan e un rum e cola.>>
<<Arrivano!>> Sono intento a preparare questi drink quando sento la voce di Molly. Incomincio a non sopportarla più. Le lancio un'occhiata molto infastidita.
<<Tu devi essere la collega del mio ragazzo. Piacere Molly.>> Ginevra si gira a guardarmi e incontra il mio sguardo. I suoi occhi sono fin troppo distanti.
<<Piacere Ginevra. Allora Ethan, i drink?>> Mi guarda e prende il vassoio per andare a servire. Il suo sguardo era glaciale, stupida Molly!
<<Molly.. io e te non siamo fidanzati. Ci stiamo riprovando, al momento come amici.>>
Ginevra si siede su uno sgabello e si sdraia sul bancone.
<<Si amore. Ma prima di lasciarmi stavamo insieme e quando tu mi dici che ci vuoi riprovare significa che sei di nuovo il mio ragazzo. Capisci?>> Alzo gli occhi al cielo e vado a lavare i bicchieri che Ginevra ha portato indietro.
<<Ethan. Ho visto che hai la moto fuori... Non è che poi potresti darmi un passaggio a casa, sono troppo stanca.>> Ginevra mi sta guardando con occhi supplicanti.
<<Ma certo! Sono le due e dieci. Vai a cambiarti e raggiungimi qui.. ti aspetto.>> Asciugo gli ultimi bicchieri e li metto al loro posto.
<<Dovevi accompagnare me! Io sono la tua ragazza.>> Alzo il sopracciglio. Troppe pretese. Come ho fatto a stare con lei? Come?
<<Veramente ancora non lo sei. Almeno non per me.>> La lascio con la bocca aperta, poso il grembiulino e vado verso Ginevra che ha un sorriso stanco impresso sul volto.
<<Andiamo?>> chiedo dandole il mio casco e, involontariamente, sfiorandole la mano.
<<Sto per addormentarmi.>>
Rido della sua stanchezza e insieme usciamo dalla porta.
Sulla strada del ritorno, le sue braccia mi avvolgono il busto e la sua testa è poggiata sulla mia schiena. Dallo specchietto noto che ha gli occhi chiusi. I capelli svolazzano di qua e di la donandogli un'aria ancora più dolce del solito.
Mi è entrata dentro in così poco tempo..questa ragazza mi farà impazzire.

Sotto lo stesso mare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora