Capitolo 9

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Ethan.

Da tutta la notte penso a Ginevra, alle  sue lacrime e ai suoi scusa sussurrati.
Ai suoi occhi lucidi, verdi e grandi
Ai suoi capelli rossi che svolazzavano leggeri ovunque e alle sue braccia che stringevano il mio busto.
Sono sdraiato sul letto ma sono ancora al pomeriggio, mentre la stringevo a me, mentre percepivo il suo dolore.
Sono curioso di sapere il suo segreto ma non so cosa potrebbe succedere dopo questa scoperta.
Non voglio perderla ed è per questo che non voglio sapere.

Guardo il cielo blu e le stelle luminose.
Vorrei andare a nuotare ma questa notte é particolarmente fredda.
Mi giro su un fianco e cerco di addormentarmi.

Due braccia mi stanno tirando giù dal letto, letteralmente.
<<Devi andare a nuotare!>>
Sophia mi urla nelle orecchie, come ogni mattina tra l'altro.
Le spingo via la testa con la mano e mi rimetto comodo.
<<Due minuti..>>
La sento ridacchiare e chiudere la porta. Finalmente ha capito!
Sto sognando un paio di occhi verdi, delle labbra morbide, dita che mi sfiorano.
MA CHE CAZZO!?
Apro gli occhi di scatto sentendo l'acqua fredda scendere tra i capelli e su tutto il corpo.
<<SOPHIA.>>
Lei ride tenendosi la pancia e asciugandosi le lacrime. Ma che sorella amorevole.
Mi alzo tutto colato e l'abbraccio, bagnando anche lei.
<<Ethan!>>
Mi spinge via e guarda la sua maglietta umida, rabbrividisce e mi incendia con lo sguardo.
Esagerata!
<<Adesso siamo pari, stronzetta.>>
Rido anche io e vado a prendere un'asciugamano in bagno.
Mi asciugo l'acqua sul petto, nei capelli e cambio i pantaloni del pigiama.
Torno in stanza e mia sorella sta cambiando le lenzuola. La osservo sorridendo e provo tanto orgoglio per come l'ho cresciuta.
<<Ma guarda pure! Mica me la dai una mano?>>
Decido di stare fermo dove sono.
L'ha buttata lei l'acqua, deve assumersi le sue responsabilità.
<<Perché non sei a scuola? Sono le nove.>>
<<Non mi sento bene. Sai, cose da donna.>>
Continua a darmi le spalle e sono certo che sia arrossita.
<<Te l'ho spiegato io cosa era il ciclo. Smettila di fare la timida con me.>>
Sorrido, mentre la prendo in giro.
È ancora così ingenua, la mia piccolina.
<<E quindi? È la stessa cosa.>>
Alzo le mani al cielo, in segno di resa, e vado in cucina per preparare qualcosa, prima che mi lanci qualcosa contro.
Ah le donne!
Riscaldo il latte per Sophia e metto il caffè su per me.
Mentre aspetto, prendo i biscotti al cioccolato, i cereali e apparecchio la tavola solo per noi due, non penso mamma sia in casa.
<<Mamma è uscita presto questa mattina. Sembrava più tranquilla ed era vestita... diversamente.>>
Sembra mi legga nella mente, certe volte la ucciderei.
<<Diversamente?>>
Annuisce e leva il latte da sopra il fuoco, prima di bruciarlo.
<<Aveva un paio di jeans, una maglietta non scollata e non era truccata. Ti pare che non l'ho capito cosa fa, quando non è a casa. Non sono mica stupida.>>
Sussulto sentendo questa rivelazione.
Mi giro verso di lei e la guardo attentamente.
È sempre stata troppo perspicace.
<<Lo so che non me lo hai detto per proteggermi e ti ringrazio.>>
Mi abbraccia e io le bacio la testa.
Sono felice che abbia capito.

Esco dalla piscina, stanco più che mai. Oggi Fabrizio mi ha ucciso.
<<Chi era quella ragazza che è venuta domenica a vederti?>>
Mentre mi friziono i capelli, lo guardo attentamente con un cipiglio interrogativo. I suoi occhi blu stanno cercando di capire cosa mi passa in testa.
<<Ginevra, una mia collega.>>
Mi sorride e mi da una pacca sulla spalla.
<<E da quando ci si guarda in quel modo con le colleghe?>>
Alzo gli occhi al cielo e me ne vado negli spogliatoi.
Da quando mi inizia a piacere, forse?
Mi cambio velocemente, raccolgo tutto ed esco dalla piscina.
<<Ciao Fa! Ci vediamo domani.>>
Mi saluta con un cenno della mano mentre fuma una sigaretta vicino la sua macchina.
Salgo in sella alla moto, infilo il casco e accendo il motore.
Esco dal parcheggio della palestra e sto per immettermi nel traffico, quando il cellulare mi squilla.
Mi fermo in un angolo e guardo il mittente.
Senza pensarci due volte, rispondo.

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