L'amico del fuoco

Capitolo V

Sempre e Mai

Una luce si accese nel buio.
Era una sfera viola, che pulsava leggermente, come un cuore.
Dopo poco, non molto lontano da essa, se ne accese un'altra, questa volta gialla.
Continuarono a battere, fin quando su quella viola prese forma l'immagine di una casa.
A quel punto, quella gialla si scisse in due.
Una parte era restata del medesimo colore, mentre sull'altra si creò l'immagine fioca di un uomo.
Poi, quest'ultima sfera si fuse con quella viola.
A poco a poco, si spensero tutte le sfere.
C'era di nuovo l'oscurità.

5 ottobre 2010, ore 19.00

Gianna e l'amica rientrarono in casa, dopo aver passeggiato ancora a lungo.
«Adesso vado. Ci vediamo domani. Se hai novità, telefonami.»
«Certo, ciao.»

Benedetta, rimasta sola, salì al secondo piano, in una stanza con molti orologi da collezione.
Rimase a fissarne uno. Era un orologio a pendolo, forse il più bello tra tutti.
Ipnotizzata dall'apparecchio, continuò a fissare le lancette.
Tac, ...tac, ...tac, ...tac, ...bum!
Dalla soffitta si sentì un gran rumore.
Tornata in sé, con molta paura, uscì dalla sala degli orologi, per avviarsi verso una scala poco distante.
Salì quei vecchi gradini, finché arrivò davanti alla porta della soffitta.
La aprì, accese una torcia che aveva preso in precedenza e si buttò nell'oscurità.
Il cuore le batteva velocemente.
Fece pochi passi, svoltò l'angolo.
Aveva paura di guardare. Nella sua mente si riformò l'immagine del cadavere della biblioteca.
Non ce la faceva.
Ma poi guardò.

Un uomo comparve nel suo raggio visivo.
«...Augusto!» Esclamò lei con estrema gioia. «Sei... tornato...»
«Cara... non ricordo niente... cosa ci faccio in soffitta?»
«Andiamo sotto, nel salone.» Disse Benedetta.
E scesero.

«Dove sei stato?!» Chiese impaziente la moglie.
«Non lo so... non ricordo niente.»
«Qual è l'ultima cosa che hai fatto che è nella tua dannata testa?!» Urlò Benedetta. «Mi lasci sola con un morto in casa, sparisci, ritorni e dici di non ricordare nulla? Ma non farmi ridere!»

4 luglio 1941, ore 22.00

«E così Carmelo è stato... teletrasportato?» Chiese incredulo un uomo.
Erano di nuovo seduti nella sala delle colonne, intorno al tavolo.
«A quanto pare...» Rispose un altro signore.
«Stando a ciò che si dice, a volte delle persone scompaiono nel nulla, per ripiombare dopo giorni, magari nell'altro capo del mondo. Ma quello che non capisco è perché... inoltre i malcapitati non ricordano niente.»
«È alquanto strano.»
«Già...»
L'uomo a capotavola si alzò e si diresse verso una piccola porta in legno.
«Torno subito.» Disse, e se ne andò.
Percorse uno stretto corridoio di pietra, aprì una seconda porta e si ritrovò in una stanza circolare, con cinque porte.
Dopo un altro corridoio, simile al primo, salì una ripida scala e aprì una botola.
Era in una biblioteca. Chiuse la botola e ci rimise sopra un tappeto amaranto.
Dopo due minuti, stava tentando di aprire uno sportello in un orologio a pendolo.
Quando ci riuscì, prese un vecchio libro che si trovava in mezzo agli ingranaggi.
La copertina, rigida, era nera, e recava le seguenti parole:

Futuro o passato?
Introduzione
al
Sempre e Mai

-Proprio quello che mi serviva- pensò.
E si guardò intorno: quanti orologi...

6 ottobre 2010, ore 8.00

Benedetta prese in mano il giornale locale. Le saltò subito alla vista un articolo in prima pagina:

È morto John Tokly, barista di Gelsaquia

È avvenuto ieri mattina. Il cadavere è stato ritrovato ieri sera nella camera della sua casa, sul letto. La causa del decesso è un colpo d'arma da fuoco alla fronte. Gli abitanti, allarmati dalla chiusura non prevista del suo bar, si sono allarmati, e uno di loro, l'amico di fiducia, è entrato in casa della vittima e ha informato la polizia della morte. Ora è tra i sospettati.
Tutto il paese è in lutto per John, punto fermo della vita di molti abitanti del paese.

-Anche lui...- pensò l'anziana.
-Bisogna stare attenti... qui c'è qualcuno che vuol farci del male-
Un brivido le percorse la schiena.
Suo marito dormiva ancora. Eppure forse diceva la verità, magari non ricordava nulla davvero.
Guardò fuori dalla finestra.
Non sapeva cosa fare.