CAPITOLO 9

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Buongiorno e buona domenica a tutti!

Ecco il capitolo 9! Buona lettura.

copyright © radstereo

Jack era in piedi nella sabbia, le dita dei piedi intrecciate nei morbidi, caldi granelli, l'oceano dietro di lui era blu e bellissimo. Guardava diritto verso di me, la salopette di denim che indossava ricadeva mollemente attorno al  suo corpicino, una cinghia slacciata e penzolante. Sotto era senza maglietta; la sua pelle disseminata dei piccoli succhiotti che avevo lasciato con la mia stessa bocca, un sorriso scherzosamente stampato in volto. Il luccichio argenteo del nuovo orecchino che portava al naso brillava forte contro il sole che tramontava.

I miei piedi mi portarono più vicino a lui; Jack era come un magnete dal quale non ero in grado di allontanarmi - poiché io ero il nord e lui il sud.

Ora ero davanti a lui, la sua mano raggiunse la mia faccia per stringerla, le calde dita mandarono scintille attraverso e giù per la mia spina dorsale e Jack si appoggiò lentamente a me; sentii il suo respiro contro le mie labbra, e i polmoni mi si contrassero come se la mia riserva di ossigeno fosse venuta meno. Sentii il rumore delle onde dietro di noi e poi le sue labbra sfiorarono le mie. La sua mano strinse la mia guancia, per poi spostarsi giù verso il collo, tracciando cerchi sulla pelle, finché la sua mano si avvolse bruscamente attorno alla mia gola, e allora davvero non riuscivo a respirare.

Mi stava soffocando con mano decisa, tenendomi fermo, e in quel momento rimasi paralizzato, freddo come una pietra e immobile, mentre le sue dita stringevano con forza e il mondo attorno a me cominciava ad apparire sfocato.

"Jack" gracchiai, cercando di fermarlo, ma lui applicò ulteriore pressione, e ora non riuscivo nemmeno a parlare.

"Finn" disse Jack, avvicinandosi e premendo le sue labbra contro il mio mento. "Svegliati".

Io mi dibattei con più decisione, ma lui stringeva più forte. "Svegliati!"

"Finn! Svegliati!"

Sbarrai gli occhi, saltando seduto sul letto come se mi fossi bruciato. Mi girai verso la persona che mi aveva scosso.

I suoi capelli erano più corti di come li ricordavo; sorprendentemente ricci, quasi come quelli di Jack, dolci occhi marroni mi fissavano, colmi di preoccupazione. Per un attimo fui confuso; era martedì, perché non ero a scuola, ma poi ricordai che oggi la scuola era chiusa per la disinfestazione, e mi appoggiai velocemente a lei, avvolgendola in un abbraccio, cominciando a piangere, e lei non mi fece domande mentre mi stringeva saldamente, lasciandomi piangere sulla sua piccola spalla.

Quando finalmente mi staccai, la gola mi bruciava, la sensazione delle dita che la stringevano che stava ancora svanendo, mentre mi privava dell'aria. Alzai lo sguardo verso i suoi occhi, vedendo anch'essi pieni di lacrime come i miei.

"Ehi, Millie."

Lei sorrise tristemente. "Ciao, Finn."

"Ti ha fatto entrare mia mamma?"

"Si" annuì lei.

Restammo in silenzio per un momento; era piuttosto strano. Non avevamo parlato per anni, e l'ultima cosa che le avevo detto era stata "Quali sono i compiti di matematica?" in terza media.

"Allora, cos'è successo?" chiese Millie, scostandosi un ciuffo ribelle di capelli dagli occhi, e stendendosi a pancia in su accanto a me nel letto. Girai la testa per guardarla.

"Conosci Jack Grazer?" domandai, infatti, nonostante il fatto che lei frequentasse una scuola diversa, i ragazzi in questa città tendevano a conoscere tutti quelli che andavano nelle altre scuole.

[COMPLETA] Baby boy (Bambino) [Traduzione italiana] | FackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora