CAPITOLO 16

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Buon pomeriggio! Eccoci con il capitolo 16!

Buona lettura :-)

copyright © radstereo

La mattina del Giorno del Ringraziamento fu segnata dall'insostenibile ansia nervosa di mia madre e da mio padre che sospirava ripetutamente.

"Deve essere tutto perfetto" urlò, agitando le braccia mentre si sforzava di preparare diverse pietanze. Mio padre si passò lentamente le mani in viso.

"Tesoro, è tutto apposto" provò, ma lei lo zittì con vigore.

"No! Ci saranno dei miei colleghi di lavoro, caro! E anche alcuni dei tuoi! Senza contare la famiglia e anche altri ospiti! Dovrà essere perfetto!"

Continuò freneticamente a preparare il ripieno.

Io tornai al piano di sopra nella mia stanza, e chiamai Jack.

Rispose dopo tre squilli, la voce impastata come se si fosse appena svegliato. Secondo l'orologio che avevo in camera erano le 10:30.

"Pronto?"

Sorrisi. "Ciao, cucciolo."

"Ehi, Finn" rispose lui, ancora insonnolito ma in procinto di recuperare il suo tono di voce abituale.

"Che fai stasera?" domandai, chiedendomi sinceramente se i Grazer – o, meglio, i Lafever e Jack, dal momento che il ramo del padre di Jack era venuto meno ora come ora – avessero festeggiato il Ringraziamento, visto quanto erano stati orribili gli ultimi mesi.

"Probabilmente niente" rispose, esattamente come prevedevo.

"Potresti venire da me?" proposi, in un tono quasi interrogativo. Non aveva mai trascorso del tempo qui durante le vacanze o cose del genere; principalmente perché quel figlio di puttana di suo padre non glielo permetteva mai – nemmeno una breve visita a Natale. Trattenni il respiro in attesa che mi rispondesse.

"Si, d'accordo."

Un sorriso compiaciuto mi affiorò in volto, comunque feci attenzione a non far trapelare la mia eccitazione dalla voce. "Perfetto."

"Perfetto."

"...Perfetto."

"Chiudi il becco, Wolfhard" rise. Le mie labbra si incresparono di nuovo in un sorriso.

"Ti amo" sussurrai avvicinandomi alla cornetta. Rimase in silenzio per un istante; non come se stesse pensando ad una risposta, piuttosto come se volesse cogliere le mie parole, permettendo loro di scaldargli il cuore, semplicemente perché Jack era il tipo di ragazzo che aveva solo bisogno di sentire spesso quelle parole. Sospirò.

"Ti amo anch'io."

Attaccammo al telefono e mi precipitai al piano di sotto, rivolgendomi a mio padre piuttosto che a mia madre, la quale si sarebbe probabilmente scagliata contro di me e mi avrebbe colpito con il tacchino congelato, se mi fossi azzardato a ronzarle intorno.

"Può venire anche Jack stasera?" chiesi a mio padre, tutto intento a guardare la partita dei Lions alla TV. Mi guardò e annuì lentamente, con un sorriso in volto.

"Certo" rispose.

Ero contento che finalmente non aveva più paura di dare a vedere quanto Jack gli piacesse; tutti gli anni che aveva trascorso a proteggerci affinché non ci spezzassimo il cuore ora sembravano scivolati via, risolti in una consapevole felicità che aveva dimostrato nei confronti della mia relazione con Jack.

"Grazie" dissi con un sorriso, poi tornai di sopra.

**

La casa era praticamente piena di gente; adulti e bambini correvano dappertutto. Ho deciso di chiudere a chiave la porta della mia stanza dall'interno, e mi sono messo in tasca la chiave per tutta la sera.

[COMPLETA] Baby boy (Bambino) [Traduzione italiana] | FackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora