Capitolo 7-Una Storia Triste

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Akane’s P.O.V

È passato circa un mese da quando sono tornata in Giappone e da quando ho iniziato a frequentare la Teiko.

E le giornate sono più o meno tutte uguali.

Seguo le lezioni.

Pranzo con la squadra di basket.

Osservo i loro allenamenti e di tanto in tanto, usciamo tutti insieme.

Non credo di potermi lamentare.

Ho più amici di quanti non ne avessi a Media e la cosa non mi dispiace, ciò che a volte mi da fastidio però, è l’eccessivo entusiasmo di Kise ed in generale i costanti battibecchi.

So che detto da me, che mi emoziono per poco e mi arrabbio per ancora meno sembra ridicolo, ma dico davvero, certe volte quei sei sono così insopportabili che mi vien voglia di picchiarli a sangue, complice anche il fatto che ultimamente sono di pessimo umore più o meno sempre, il che è strano per me, che sono una persona allegra e solare per natura.

Kuroko dice che è perché mi manca l’America, ma io non credo sia così.

Il giorno in cui sono partita, lasciandomi alle spalle la mia vecchia vita, è stato il più felice della mia esistenza.

“-Voglio solo essere lasciata in pace e comportarmi come una qualsiasi ragazza della mia età e non potrò farlo finché resterò qui. Sono stanca di vivere come un uccellino chiuso in gabbia, per quanto bella e lussuosa essa sia-.

La mamma è scoppiata in lacrime dopo quella frase, mentre Akihiko ha semplicemente sospirato.

Lo sa bene che una volta che decido una cosa, non c’è verso di farmi cambiare idea”.

Dannazione, basta!

Ultimamente ho flash continui del mio passato, e la cosa mi da non poco fastidio.

Sto cercando di dimenticare, di lasciarmi tutto alle spalle, eppure il passato continua a tormentarmi.

“-Solo il 10% dei casi ha riscontrato sviluppi positivi, e nessuno era grave quanto il suo-”.

Mi porto un braccio a coprire gli occhi e sospiro pesantemente.

Non ce la faccio più.

-Tutto okay?- chiede Kuroko al mio fianco.

-Mh- mugugno senza guardarlo.

Siamo sdraiati al centro della palestra, ci siamo solo noi, gli altri sono spariti chissà dove a fare chissà cosa, ma non è che mi importi più di tanto a dire il vero.

Kuroko è quello con cui vado più d’accordo, se si esclude Akashi.

-Ultimamente sei davvero strana Akane-san, qualcosa ti preoccupa?-

Rotolo su un fianco dandogli le spalle ed osservo le venature del parquet senza dire nulla.

Non subito almeno.

-Sono solo stanca- mormoro dopo qualche attimo, girandomi nuovamente ed incontrando gli occhi azzurri di Kuroko, che mi guardano incuriositi.

Restiamo in silenzio, lui a guardami, io a cercare di sfuggire dal suo sguardo.

Ma è quasi impossibile.

I suoi occhi sono come quelli di Akashi, mi attraggono come calamite col ferro.

-Akane-san…-

-Kuroko, ti ho detto mille volte di non chiamarmi così- sospiro, tirandomi poi a sedere ed incrociando le gambe.

Remember Her-Ricordati di LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora