Capitolo 14-Le Cicatrici

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Akashi's P.O.V

Akane cammina in silenzio al mio fianco, non ha detto una parola da quando abbiamo lasciato il cimitero, probabilmente perché come me, sa che non ce n'è bisogno.

Stringo forte le sue dita alle mie e faccio scivolare il pollice lungo il suo polso per un paio di volte.

Dapprima, ignoro totalmente le sottili strisce in rilievo sulla sua pelle, pensando semplicemente che siano pieghe della pelle, ma quando la accarezzo ancora, noto un cambiamento drastico nella sua postura e nell'espressione del suo viso.

Smetto di camminare, costringendola a fare lo stesso e con la mano libera, sollevo di prepotenza la manica della sua giacca.

Una, due, tre...

Sul suo polso, ci sono tre cicatrici rossastre che contrastano in modo sinistro con la sua pelle chiara.

Le sfioro con la punta delle dita.

-Akane...-

Ritira di scatto il braccio di scatto e se lo stringe al petto guardandomi con occhi terrorizzati.

-Non dovevi vederle- mormora mordendosi il labbro inferiore con forza.

-Akane... cosa sono quelle?- chiedo, anche se in parte, penso di conoscere già la risposta.

-Cicatrici-.

-Intendevo: perché sono lì?-.

Scrolla le spalle restando in silenzio mentre abbassa gli occhi sulle proprie scarpe da basket bianche e viola.

Passano minuti che sembrano ore, e lei si ostina a non dire una sola parola.

-Posso capirti sai- dico mentre riprendo a cammimare.

-Ne dubito fortemente Seijuro-.

-No davvero, magari le tue motivazioni saranno diverse dalle mie, ma anche io ci ho pensato, più di una volta in effetti-.

Akane mi guarda, le sopracciglia alzate e le labbra dischiuse in un'espressione sorpresa.

-Sai, avevo il sospetto che mi stessi nascondendo qualcosa. È vero, sei sempre allegra, difficilmente ti rattristi, eppure... eppure nel tuo sguardo c'è sempre un non so che di malinconico e triste, ora capisco perché- dico.

-Non sei arrabbiato perché non te l'ho detto subito?- mi chiede dubbiosa.

Le sorrido accarezzandole delicatamente la testa.

-Non vedo perché dovrei, in fondo, nemmeno io te ne avevo parlato-.

Sollevo entrambe le maniche del cappotto e le mostro le cicatrici che ho su entrambi i polsi.

Le sfiora piano con le dita, quasi avesse paura che toccandole davvero, potrebbe riaprire le ferite.

-Perché?- chiede.

-Perché volevo rivedere il sorriso della mamma. E tu?-

-Volevo essere libera-.

Akane's P.O.V

-Libera da cosa?- domanda Seijuro.

Scrollo le spalle nel tentativo di evitare la domanda; come posso dirgli che ho cercato di togliermi la vita con le mie mani perché non avevo il coraggio di accettare la mia condizione di malata terminale?

Perché infondo è questo che sono no? Una malata terminale di cancro, anche se mi fa schifo anche solo pensarlo.

-Non te lo posso dire- mormoro.

-Akane...-

-Seijuro, davvero, non posso farlo, non ora almeno. È una cosa che richiede tempo. È complicato, molto più di quanto tu possa anche solo lontanamente immaginare. Non sono ancora pronta per affrontare questo argomento, perciò ti prego, se davvero mi vuoi bene, non costringermi a farlo-.

Mi tira contro di sé ed affondo il viso nel suo petto, mentre le sue mani si muovono tra i miei capelli.

-Ti amo- dice stringendomi un po' di più.

-Dillo ancora-.

-Ti amo Akane-.

-Anche io ti amo Seijuro-.

Akashi's P.O.V

Sciolgo l'abbraccio ed intreccio nuovamente le dita a quelle della mia ragazza.

-Ora che facciamo?- chiede Akane guardando l'ora sullo schermo del cellulare.

Sono quasi le sei del pomeriggio, ormai l'allenamento congiunto sarà terminato da un pezzo.

-Tanto vale andare a casa- dico.

-E le nostre cartelle? Sono ancora a scuola-.

-Poco importa, più tardi manderò una delle assistenti di papà a riprenderle-.

-Sei così schifosamente ricco che dovresti vergognarti- borbotta guardandomi male e non posso fare a meno di ridere.

-Ti sembra che io stia ridendo?- mi chiede, cercando di restare seria, cosa che non le riesce, perché esplode nella sua solita risata allegra e piena di vita.

Starei ore ad ascoltarla.

La osservo attentamente, Akane è bella, più di qualsiasi altra ragazza io abbia mai visto fin ora, è piena di energie, come un vulcano in piena eruzione ed è facile essere contagiati dalla sua allegria e spensieratezza, nonostante abbia intuito che deve aver sofferto molto in passato, ma forse è proprio per questo che il suo sorriso è così luminoso, la mamma lo diceva sempre che le persone più tristi, sono quelle coi sorrisi più belli ed è vero.

-Non smettere mai di sorridere- dico.

-Perché?-

-Il mio mondo è più colorato quando lo fai-.

Arrossisce e stravolta sono io a sorridere.

ORA PARLA ASTRID:

Innanzitutto mi scuso per essere sparita dalla circolazione per tipo un milione di anni, ma ho attraversato l'oscuro periodo che porta il nome di "Blocco dello Scrittore" e non ho potuto evitare di fare altrimenti.

Lo so, lo so, il capitolo è molto più corto rispetto a quelli a cui siete abituati, ma prometto che col prossimo mi farò perdonare; intanto, grazie a tutti quelli che hanno recensito e votato "Remember Her", significa davvero molto per me vedere che il mio lavoro viene apprezzato, perciò grazie ancora e vi aspetto al prossimo capitolo insieme ad Akashi, Akane e tutta la Generazione dei Miracoli.

Astrid_Gray

Remember Her-Ricordati di LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora