Akane's P.O.V
Io e mio fratello camminiamo in silenzio, lungo i corridoi dell'ospedale.
Le nostre mani si sfiorano ed i nostri corpi sono vicini, ma nessuno dei due è in vena di parlare.
Semplicemente, ciò che abbiamo appena udito, all'interno dello studio medico è troppo per entrambi.
Ero preparata alla mia morte, ero consapevole che prima o poi, il mio cuore avrebbe smesso di battere, solo... solo credevo, o meglio speravo, di avere più tempo da trascorrere su questa terra, insieme ai miei nuovi amici, alla mia famiglia, al mio ragazzo.
Mi fermo di colpo, davanti ad una finestra.
Il cielo si sta lentamente ricoprendo di spesse e minacciose nuvole grigie, proprio come il mio umore.
Penso a Seijuuro, ai suoi occhi cremisi, al suo sorriso dolce, alla sua voce calda, alle sue labbra morbide e mi viene da vomitare.
Gli farai del male.
Lo so.
Dovresti lasciarlo.
Lo so.
Sarebbe stato meglio se non vi foste mai incontrati.
Lo so.
Mi passo una mano sul viso, sentendolo umido e mi guardo le dita, ho iniziato a piangere senza nemmeno rendermene conto.
Dio, quanto sono patetica.
-Akane? Tutto okay?- domanda mio fratello, rendendosi conto che non sono più al suo fianco.
Fingo un sorriso ed annuisco, ma probabilmente lui se ne accorge, perché mi avvolge tra le sue braccia accarezzandomi piano i capelli.
-È tutto okay sorellina. Sono ancora convinto che tu possa farcela. Sei forte. Sei riuscita ad affrontare di tutto, puoi superare anche questo- dice, ma so, che nel profondo del suo cuore, anche Akihiko è consapevole che non potrò mai farcela.
Il mio corpo... sono prigioniera di un corpo che si sta lentamente autodistruggendo; anche in questo momento, dentro di me, è in corso una folle guerra tra cellule impazzite e cellule sane, che cercano di eliminarsi a vicenda ed alla fine, quando decideranno di abbandonare il campo di battaglia, sarà il mio cuore a fermarsi, troppo stanco per continuare a battere.
Vorrei urlare. Vorrei farlo così forte e così a lungo da rimanere senza voce.
Ma non posso, almeno non qui e non ora, forse, una volta a casa darò sfogo alla mia frustrazione ed al mio dolore, prendendo a pugni il muro della mia stanza fino a farmi sanguinare le nocche, mentre grido con tutto il fiato che ho in corpo.
Riprendo lentamente a camminare, ripetendomi di continuare a mettere un piede avanti all'altro, contando mentalmente ogni passo che mi separa dall'uscita dell'ospedale.
________________________________Una volta a casa, la sola cosa che faccio è salire le scale e dirigermi in camera mia, chiudendo a chiave la porta; non ce la faccio a sopportare mio fratello o il nonno... so che vorrebbero aiutarmi, alleviando il mio dolore in qualche modo, ma tutto quello di cui ho bisogno ora, è starmene sola, cercando di metabolizzare il mio dolore.
Mi siedo sul letto a gambe incrociate e mi prendo la testa fra le mani scoppiando in lacrime.
Sono stanca, non riesco più ad essere forte, l'ho fatto per troppo tempo ed ora ho la necessità di cadere a pezzi.
Grido. Grido fortissimo, mischiando parolacce in americano ed in giapponese. Maledico ogni cosa che mi circonda.
Mi alzo di scatto e rovescio tutto quello che si trova sulla scrivania; scaravento a terra libri, fogli e quaderni.
Afferro il trofeo vinto al concorso di street basket, quando avevo dieci anni, contro la parete mandandolo completamente in pezzi.
-Che schifo! Cazzo! È tutta una fottuta merda!- urlo continuando a fare a pezzi la mia stanza.
-Akane! Apri la porta!- mi intima mio fratello, cercando di forzare la maniglia.
-Vattene! Cazzo vai via, lasciami sola!-
-Sorellina, ti prego...-
La sua voce è rotta, tremante, come se stesse piangendo.
-Lo so. So quello che provi-.
-No! Non lo sai! Non sei tu quello condannato a morte, ma io! Io dannazione!-
-Ma io sto per perdere te. Sto per perdere mia sorella, la persona che più amo al mondo. Perciò non dirmi che non so quello che si prova Akane, non farlo, non ne hai il diritto e lo sai perché? Perché quando te ne andrai, se ne andrà anche la parte migliore di me dannazione! Ed ora apri questa cazzo di stramaledetta porta di merda e fammi entrare-.
Mi blocco.
Non ho mai sentito Akihiko così arrabbiato e così triste al tempo stesso e mi odio per averlo ridotto così.
Apro la porta e mio fratello mi stringe forte a sé, accarezzandomi i capelli.
-Smetti di piangere. Non ti preoccupare, va tutto bene, ci sono io qui- mi rassicura, prima di prendermi in braccio e sdraiarsi sul letto, continuando a cullarmi ripetendo parole dolci e rassicuranti.
-Dobbiamo dirlo alla mamma- mormoro tra i singhiozzi.
-L'ho già chiamata. Ha detto che arriverà la settimana prossima, ha bisogno di qualche giorno per sistemare delle faccende in sospeso a casa-.
-Aki... mi dispiace tanto-.
- Per cosa Akane? Tutto questo non è colpa tua. Non hai chiesto tu di ammalarti. È capitato, anche se avrei preferito fosse successo a qualcun'altro, ma purtroppo non possiamo farci nulla.
La vita è una bastarda e si diverte a prenderci per il culo e...--Fratellone smettila. Sei volgare- dico e lui scoppia in una risata genuina e fin troppo allegra, data la situazione.
-Devo ricordarti che fino a cinque minuti fa, anche tu stavi imprecando come una pazza furiosa?- mi chiede ed io scrollo le spalle.
-Ho un dannato cancro al cervello, è normale che a tratti impazzisca- mi giustifico e poi rido anche io, ma solo per qualche breve istante, poi entrambi restiamo in silenzio a fissare il casino che ho fatto nella stanza.
-Ho paura sai Aki?- dico dopo un po', mentre giocherello con una ciocca dei miei capelli.
-Della morte?- mi domanda lui.
-Più che della mia morte in sé, ho paura di come possa incidere sulle vite delle persone che amo e che mi amano-.
-Stai pensando ad Akashi, vero?-
Annuisco: -sì. Vedi, il fatto è che lui ha già perso sua madre e suo padre è una specie di mostro che lo costringe ad essere sempre perfetto in tutto, senza mai sbagliare o perdere e proprio ora che ha trovato qualcuno con cui può finalmente essere sé stesso, senza dover pensare a primeggiare costantemente, verrà nuovamente lasciato solo.
Mi chiedo come la prenderà. Non so se io al posto suo ce la farei più a riprendermi. Troppe perdite in una sola vita- spiego.-Dovresti parlargli. Anzi, dovresti parlare con tutti loro. Akane, se c'è una cosa che ho capito dai tuoi racconti e da quelli del nonno, è che quei sei ragazzi ti adorano ed il minimo che tu possa...- non gli faccio finire la frase, perché lo interrompo:
-non posso farlo Aki. Non ce la faccio a guardarli negli occhi e dire loro che morirò- dico e lui sospira.-Allora scrivi delle lettere. Ad ognuno de tuoi amici, dove spieghi tutto, dove puoi dirgli ciò che significano per te e tutto il resto-.
Annuisco, Akihiko ha ragione, anche se non riesco a dirglielo di persona, prima o poi dovrò farlo comunque e questo è un buon modo.
Restiamo in silenzio, questa vola finché entrambi non ci addormentiamo abbracciati, proprio come quando eravamo bambini ed io mi sento finalmente tranquilla ed al sicuro, perché nulla di male può succedere finché c'è Akihiko a proteggermi.
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Remember Her-Ricordati di Lei
FanficLa prima volta in cui l'abbiamo vista, non abbiamo pensato a ciò che ne sarebbe conseguito. Ma nessuno di noi avrebbe mai potuto pensare che in così poco tempo, avrebbe potuto cambiare completamente le nostre vite. Nessuno di noi, credeva che sarebb...