4 Un compito

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"Sei un idiota!", gli urlò Megatron "ti avevo detto di aspettare i miei ordini!".
"Ma signore...", tentò di giustificarsi Starscream, terrorizzato.
Il leader gli diede un pugno con tale forza da sbattere col fianco alla parete est del ponte della Nemesis.
"Fatti controllare da Knockout", gli disse Megatron.
L'F22 uscì di corsa terrorizzato dal ponte, senza guardarsi indietro.
Il leader era tornato da cinque minuti e cosa doveva sopportare? Un'altra futtile azione da parte di Starscream per impressionarlo.
Ne era stufo.
"Lord Megatron", fu la voce che interruppe il filo dei suoi pensieri.
"Cosa c'è, Dreadwing?".
"Se posso chiederlo signore, che cosa vi ha detto l'Unicron?".
Il leader sospirò prima di cominciare.

Megatron entrò in modalità robot a un niente dal terreno, atterrando in piedi.
Era tutto come se lo ricordava; un gigantesco vulcano corvino col cielo perennemente nero, dalla cui canna fumaria fuoriuscivano fumi violacei.
Il Decepticon proseguì col suo percorso, arrivandovi ai piedi del monte di fuoco: vi era una pozza  vastissima e di forma circolare, da cui usciva un fumo biancastro.
"Unicron!", urlò il robot.
In quel preciso momento il fumo si espanse notevolmente, passando da un bianco sporco a un violetto acceso.
Megatron s'inginocchiò istintivamente mentre tra le nubi si formavano due perle violacee, risaltando sullo sfondo leggermente più chiaro.
"Vedo che hai ricevuto la chiamata", mormorò l'Unicron.
La sua voce era maestosa, forte e sicura, ma anche mostruosa e terrificante.
" mio signore, sono giunto fin qui per eseguire i vostri ordini".
"Molto bene, allora farai bene ad ascoltare quello che ho da dirti".
"Sono a tutte orecchie signore".
"Oltre l'Atlantico, si nasconde nelle profondità della Terra la Fonte dell'Autorigenerazione".
"Ma è impossibile! L'Energon Bianco è soltanto una leggenda degli Antichi".
"Silenzio!", urlò l'Unicron.
Megatron si zittì immediatamente, abbassando lo sguardo a terra.
"Dovrai portarmi tutto l'Energon Bianco c'è; non deve mancare neanche una goccia".
"Lo farò signore".
"Devo essere io il primo ad assaggiare quell'Energon: se vengo a sapere che qualcun altro l'ha fatto prima di me, verrà annientato!".
La figura dell'Unicron scomparve, lasciando il posto al fumo bianco che vi era prima".

Un silenzio irreale si era inoltrato nella base degli Autobot.
Nessuno dei presenti sapeva cosa dire: tutti avevano udito il racconto di Optimus, legato al motivo per cui Starscream aveva abbandonato Alexis.
Dal canto suo, la ragazzina era rimasta completamente di sasso: la sua mente si era irrigidita e le impediva di pensare e di parlare.
"Davvero Starscream è arrivato a questo?", fu l'esclamazione di Bulcked che ruppe il ghiaccio.
"Non me lo sarei mai aspettato da lui", commentò Arcee.
Smokescreen si voltò verso Alexis.
"Vuoi che ti porti a casa?".
"Sì grazie", disse, malavogliata.
L'amico entrò in modalità robot e aprì la portiera mentre la ragazzina saliva in macchina.
Poi partì a tutto gas.
Fuori era scesa la notte: vi erano in cielo miriadi di stelle, prive della compagna luna.
Erano entrati nella fase dove la luna non era visibile.
Non appena mise giù Alexis davanti casa sua, Smokescreen se ne andò, senza salutarla.
La ragazzina entrò nell'abitazione, salendo direttamente al primo piano dove vi era camera sua.
Appena entrata, aprì la finestra. Aveva bisogno di aria fredda per schiarirsi le idee.
Ma appena aprì il balcone, venne investita in pieno da due perle sanguigne, illuminate da un puntino bianco al centro.
Starscream era in ginocchio per fare in modo che il viso guardasse direttamente la finestra.
"Potevi dirmi la verità invece di mentirmi".
"Volevo essere sicuro che non mi avresti cercato".
"Ti avrei capito subito".
Sorrise e si avvicinò al robot, dandogli un bacino veloce sul mento.
"Sono contenta di rivederti", disse, sorridendo.
Starscream ricambiò allo stesso modo.

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