1 Cominciando

307 15 15
                                    

La storia che vi apprestate a leggere è il sequel de "Amicizia Improbabile", quindi vi consiglio vivamente di andare a leggerla prima di questa per evitare degli spoiler.
Buona lettura!

Alexis uscì dal teatro che era sera.
Erano i primi di dicembre e fuori si gelava, anche se erano solo le sei.
Il sole era già tramontato e il cielo era leggermente azzurro con qualche sfumatura più scura. Le stelle e la luna non erano ancora arrivate.
La ragazza indossò il giubbotto e si diresse al parcheggio a un passo dall'edificio.
La sua auto era una McLaren argentata, blu e rossa. Non appena vi si avvicinò, la portiera si aprì automaticamente.
"Anche oggi abbiamo finito, vero?", disse la macchina, curiosa.
"Ci dovrò tornare anche il venerdì prossimo, Smokescreen".
Senza dire oltre, salì al posto del guidatore mettendosi la cintura.
L'auto diede a tutto gas e partì.
Il teatro era stato aperto da malapena un anno; era il primo in tutta Jasper.
Mentre andava, Smokescreen notò l'assenza di Alexis: non appena era salita in macchina, aveva indossato le cuffie e avviato la musica sul telefono.
Al robot non servì sentire per capire cosa stava ascoltando: musica tecno, tipo quella che secondo lei si ascoltava in quella che chiamava discoteca.
Gli sembrava troppo tranquilla, quindi provò ad attaccare discorso.
"Per quanto tempo dovrai andare a teatro?", chiese.
Alexis si tolse le cuffie per rispondere.
"Fino a venerdì 22, poi c'è il concerto il 25 che è Natale. Verrai a vedermi?".
"Ma è ovvio! Ti pare che non abbia voglia di sentire la tua voce? Anzi, mi faresti un'anteprima?".
"Ma no ovviamente. Non voglio spoilerarti niente".
"Sei cattiva!", esclamò il robot.
Alexis ridacchio' mentre con la mano giocherellava con la catenina della collana.
"Da quand'è che porti gioielli?", chiese Smokescreen, stupito.
La ragazza sussulto', quasi come se non si aspettasse una richiesta del genere.
Accontentò il robot. Mise sopra il giubbotto il pendolo della catenina: era una capsula cilindrica fatta di vetro, grande quanto un pollice umano, piena di un liquido azzurro.
"Cos'è quel liquido azzurro?", chiese Smokescreen.
"È Energon".
"Da dove l'hai preso?".
Eccola. Lì sì che Alexis si preoccupò.
"Di nessuno", rispose, di fretta e furia "ne ho fregata una goccia dalla riserva che si trova alla base".
"Sarà", commentò il robot.
Si fermò di colpo. Ora si trovava nella zona residenziale di Jusper parcheggiato di fronte a una casa.
"A domani", lo salutò Alexis, prima di entrare nella casa dalla porta d'ingresso.

Quando arrivò alla base Autobot, Smokescreen vide tutti carichi di cubi di Energon scintillante.
Entrò in modalità robot.
"Siete andati in missione senza di me?".
"Ci abbiamo messo poco", ripose Arcee, fredda e schietta.
Già, sel'era dimenticato che tra loro due non c'era un buon rapporto.
"Com'è andata con Alexis?", chiese Bulked.
Smokescreen sospirò, frustrato.
"Dobbiamo pensare male?", chiese Rachet, preoccupato.
"No no, è solo che Alexis mi è sembrata triste e depressa, quasi assente".
"Dalle tempo", commentò Optimus "sai che ha passato molto tempo da sola prima di venire qui".
"Lo so ma in questo periodo si comporta in modo strano. Ad esempio, quando facciamo qualcosa insieme mi sembra che lo faccia perché deve e non perché vuole.
Poi stasera ha reagito male quando mi ha mostrato il suo ciondolo...".
"Era per caso una capsula di Energon?", lo interruppe Bulcked.
"Esatto. Perché?".
I presenti si guardarono muti, come se stessero aspettando che qualcuno dica qualsiasi cosa.
"C'è qualcosa che dovete dirmi?", chiese Smokescreen, preoccupato.
"È giusto che tu sappia la verità", gli disse Optimus.

Stella NascenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora