2 Un brutto presentimento

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La Nemesis troneggiava in alto fra le nuvole lattescentee, incorniciata da un cielo azzurro e illuminato da un Sole vivo e pulsante.
Megatron era sul ponte con le mani dietro la schiena, a ripensare gli ultimi avvenimenti.
Il tradimento di Starscream per una terrestre era stata l'ultima cosa che si sarebbe aspettato da un tipo come lui.
Se fosse stato un Decepticon qualunque Megatron lo avrebbe fatto torturare e uccidere, ma a lui bastò come punizione una lunga serie di sofferenze per fargli capire cosa succede quando lo si tradisce.
Si voltò verso il computer di bordo.
Starscream era dietro a Soundwave con occhio critico, a controllare che tutti i protocolli di sicurezza siano regolari.
Dal canto suo, l'F22 non era presente con la testa: la sua mente era là, a ripensare quel maledetto giorno.

Era la seconda volta quella settimana che Alexis si presentava all'ospedale; diceva di stare bene, ma secondo la signora Darby era qualcos'altro.
E aveva ragione: era appendicite.
Starscream ne era stufo.
Era stato informato della cosa e voleva esserne certo, quindi andò nella base Autobot, ovviamente attraverso il ponte terrestre.
non ebbe più dubbi.
"Questi umani...".
"Che cosa pretendi?", gli chiese Arcee.
"Sono deboli. Basta un misero malessere per andare al pronto soccorso".
"Parla il suo amico", commentò Bulcked.
Starscream contrasse la mascella, innervosito.
"Io e lei non siamo amici!", gli urlò.
"E allora perché le hai salvato la vita?", chiese Arcee.
"Ero in debito. Se fosse morta non avrei avuto mai più l'occasione per ripagarlo".
Sospirò.
"Attivami il ponte", disse a Rachet, con lo sguardo basso.
Il medico obbedì solo perché voleva levarsi dalle scatole quell'F22.
"Non vorrai mica abbandonare Alexis", gli disse Bulcked.
", perché è una lurida mocciosa piagnucolona. Mi sta sempre attaccato, peggio di una palla al piede", gli rispose Starscream, prima d'incamminarsi verso il ponte.
Diede un ultimo sguardo a Optimus, poi scomparve.

"Starscream!".
Quel l'urlo riportò nel mondo reale l'F22, facendolo sussultare per la sorpresa. Si voltò verso chi l'aveva chiamato.
"Cosa desidera signore?", chiese.
"Come sono i protocolli di sicurezza?".
"Sono apposto signore. Soundwave ha fatto un ottimo lavoro".
"Molto bene...".
Quella frase gli strappò un urlo assordante.
Megatron si strinse le tempie con entrambe le mani, come se stesse impazzendo.
Starscream vide i suoi occhi diventare violacei, così come il simbolo dei Decepticon sul suo petto.
Megatron cadde a terra con un tonfo metallico, facendo quasi rimbombare la Nemesis con la sua massa robotica.
"Va tutto bene signore?", chiese Starscream, tentando di far rialzare il leader.
"Lasciami ruffiano sibilante!", sbottò, rialzandosi.
"Si sente bene signore?".
"Sì, mai stato meglio".
In viso aveva un ghigno terrificante, e ciò non portava niente di buono.
"Devo chiamare Knockout?".
"No. Ho avuto una visione. Era l'Unicron, e mi ha parlato. Vuole vedermi".
Si voltò verso il sottoposto.
"Aspetta i miei ordini", gli disse, mentre usciva dal ponte.
Starscream rimase solo con i suoi pensieri, ma durò pochissimo.
"Comandante Starscream?", lo chiamò un Vehicon, di fronte al computer di bordo, assieme a Soundwave.
"Che cosa c'è?".
"Stiamo rilevando un segnale Autobot, a circa diecimila piedi sotto di noi".
"E chi sarebbe questo Autobot?", chiese, avvicinandosi alla tastiera.
Il Vehicon premette qualche pulsante prima di riportare sullo schermo l'immagine di una macchina sulla strada. Era una McLaren argentata.
"Smokescreen..." mormorò "sarà nell'interesse di Megatron che lo terminiamo".
Aspetta i miei ordini, gli disse Soundwave, utilizzando la voce di Megatron.
"Non sono diventato sordo!", gli urlò Starscream "tuttavia credo che la testa di un Autobot sia più che sufficiente per riscattare la mia immagine un po' appannata", disse quell'ultima frase con un ghigno.

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