7 Al cospetto di Megatron

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Dopo essere ritornato nella base Autobot, Smokescreen raccontò quel che era appena successo.
Nel suo tono di voce c'era rabbia e frustrazione ma anche una disperazione e un profondo senso di colpa.
Ma che se ne fanno di una terrestre?,
chiese Bumblebee.
"Forse per le sue braccia meccaniche", commentò Bulcked.
"O anche per tenerla come ostaggio", s'intromise Arcee.
"Non mi interessa il motivo. Io voglio riprendermi la mia amica", disse Smokescreen.
"Un attacco diretto alla Nemesis sarebbe da incoscienti, contando la nostra inferiorità numerica", dichiarò Optimus.
"E quindi lasceresti Alexis in balia dei Decepticon?".
"Ragiona", s'intromise Rachet, voltandosi verso Smokescreen "la Nemesis è circondata da una schermatura che ci impedisce di capirne l'esatta posizione. Come possiamo aiutare Alexis se non sappiamo neanche dove si trova?".
Smokescreen sbuffo', frustrato.

Knockout ricomparve sul ponte della Nemesis sottoforma di macchina, attraversando il ponte terrestre.
Si trasformò in robot, ma prima di farlo, catapultando la terrestre fuori dall'auto.
La ragazzina rotolò sul fianco per qualche metro prima di riuscire a fermarsi.
Aveva male dappertutto, ma si rifiutava di mostrarsi debole di fronte ai Decepticon, quindi si costrinse alzarsi in piedi, soffocando tuttavia un verso di dolore.
Una figura mastodontica gli si presentò davanti, perfino più alta di Optimus.
Megatron.
"Quindi saresti tu la terrestre di cui tutti parlano", cominciò il leader Decepticon.
"Dico due cose. Prima cosa: mi chiamo Alexis. Seconda cosa: se volevi incontrarmi bastava che me lo chiedessi come fa un gentiluomo invece di rapirmi".
"Non sei nella posizione di comandare, stupida ragazzina".
"Ti devo ricordare che questa stupida ragazzina ha fatto fuori uno dei tuoi sottoposti l'anno scorso?".
Megatron contrasse la mascella, più innervosito che mai, sotto gli sguardi dei suoi sottoposti, compreso il suo vicecomandante.
"Ha del coraggio da vendere", commentò Knockout, a bassa voce.
"Sta' zitto e non dire niente", lo sgridò Starscream.
Megatron dovette calmarsi. Anche se Alexis era una terrestre, non era provocarla l'obiettivo. Era un altro.
"Ho una proposta da farti", disse, dandole le spalle.
"Sono a tutte orecchie", rispose Alexis, incrociando le braccia.
"Sono in missione. Sto andando alla Fonte dell'Autorigenerazione...".
"La Fonte dell'Eterna Giovinezza in parole povere", commentò Alexis, intromettendosi nel dialogo.
"Più o meno, comunque il concetto è quello".
"E allora?".
"Lì sfocia l'Energon Bianco, l'unico che si presenta già allo stato liquido. Con un rito profano, ciò può donarti molti anni di vita".
"E con questo? Voi robot siete immortali".
Megatron rise, mostrando i denti acuminati.
"Non ti dona soltanto anni di vita, ma anche una maggiore forza e un'agilità sorprendente. Prova a immaginare il mio esercito dopo aver subito quel rito".
"E io cosa c'entro in questa storia?".
"Tu dovrai aiutarmi. Anche se so dove si trova, ho bisogno di vedere com'è il territorio circostante, se è sicuro per gli scavi".
"E cosa ci guadagno?".
"Il rito funziona anche con gli umani. l'Energon Bianco è l'unico tipo di Energon che non danneggia i terrestri e dà gli stessi effetti che normalmente dà a noi robot. Immaginati dopo quel rito: sarai forte e imbattibile, ma soprattutto immortale".
Si voltò verso Alexis.
"Allora? Cos'hai deciso?".
"La tua proposta è molto allettante. Sì, accetto", disse con un ghigno, mentre mandava la registrazione eseguita col telefono alla base Autobot.

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