Capitolo 10: Il centro Rifugiati Illegali

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«Quindi è colpa vostra se Gene è finito in questo casino?» sbottò Etienne, fulminandoli con lo sguardo attraverso lo specchio retrovisore della navicella.

«No, no» dissi, agitando le mani. «Cioè... , ma mi hanno salvato, dopo. Diciamo che ora siamo pari.»

Etienne borbottò sottovoce, mentre inseriva il cambio e faceva scivolare la navicella in uno dei sentieri di luce che portavano alla dimensione F. Quando si percorrevano distanze approvati dalla Corte Intradimensionale non serviva viaggiare negli intramundia. Lì l'antimateria era stata manipolata per creare dei corridoi sicuri e controllati all'interno della materia, in modo da poter compiere distanze incredibili in un battito di ciglia, malgrado noi le percepissimo come più lunghe. Eravamo in viaggio da mezz'ora, e presto saremmo arrivati a destinazione. Il tempo scorreva in modo strano e illogico negli intramundia, come il nastro srotolato di una cassetta audio; tuttavia nei corridoi era controllato, così si aveva la sicurezza di non restarvi intrappolati per duecento anni, prima di arrivare a casa. Solo ora mi rendevo conto quanto fossimo stati fortunati, il giorno della fuga da Terra A-23, a uscire dal vortice dell'antimateria con la nave improvvisata di Silenzioso. Un solo sbaglio, e avremmo passato lì migliaia di anni o ci saremo dissolti.

Osservai con coda dell'occhio la navetta di Aerix, che avevamo agganciato a quella di Etienne a mo' di roulotte. La Cacciatrice sembrava piuttosto nervosa al riguardo e continuava a controllarla, temendo che i fili di metallo e diamante che la legavano al nostro velivolo prima o poi si sarebbero spezzati.

«Blublublu!» esclamò Raelich-Polpo, appoggiando un tentacolo sulla mia spalla.

«Lo so, amico» dissi, dandogli delle pacchette su un tentacolo per consolarlo. «Anche io vorrei togliermi questa tuta, ma adesso non mi sembra il caso. Aspettiamo di essere a casa, okay?»

«Che genere di tuta hai?» chiese Etienne, inarcando un sopracciglio.

Restai a bocca aperta. Il medico si voltò verso di me e notò la mia espressione di incredula soddisfazione, per poi scuotere la testa, sbuffando.

«Ho trovato davvero qualcosa che tu non sai, Etienne?»

«Non entusiasmarti troppo» sospirò lui, senza riuscire a trattenere un sorriso. «A tutti può succedere. Persino a un cervellone come me.»

«No. Lasciami assaporare questo momento. Posso sentirmi più intelligente di te, solo per un attimo?»

«Fai pure.»

Trassi un profondo sospiro, sorridendo.

«Okay, ora posso dirtelo» mormorai, tornando a rilassarmi sul sedile, mentre mi stringevo in una coperta. Quando stavo fermo, potevo sentire un vago sentore del gelo velenoso, malgrado ormai l'avessi smaltito. Il mio corpo stava ancora recuperando le forze. «Si tratta di una tuta morfica, che consente di cambiare aspetto. Aerix è una cacciatrice e la usa per... mmmmfff

Aerix mi aveva tappato la bocca, premendomi un coltello sulla guancia.

«Aerix, che fai?» balbettai, sotto le sue dita.

«Ecco perché avrei dovuto cancellarti la memoria!» sibilò. «Sei troppo chiacchierone. Spiattelli così tutti i miei segreti?»

«Non credevo fosse un segreto. Anche Raelich lo sapeva!»

«Blublublu

La Cacciatrice mi fissò in silenzio, poi sospirò e si ritrasse, rinfoderando il coltello.

«Sei un caso disperato.»

«Posso raccontargli la fine della storia, allora?»

«Ormai.»

Esper - Oculus DiaboliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora