Capitolo 3

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Fortunatamente Jimin era stato assegnato alla centrale di Jongno-gu, in una zona facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Il ragazzo entrò nella stazione di polizia e guardò lo schermo del proprio cellulare. Le otto in punto. Era in perfetto orario.

"Ottimo." pensò, sorridendo soddisfatto, per poi guardarsi intorno. L'atrio della stazione di polizia era ampio e circolare, illuminato da lampadari a led che spandevano per la stanza la loro luce bianca e fredda. Poliziotti, in divisa e non, si muovevano avanti e indietro, parlando tra loro, leggendo fogli di vario tipo, o tenendosi i telefoni alle orecchie. Una donna, che Jimin suppose essere una segretaria, gli passò davanti in tutta fretta, muovendosi il più velocemente possibile nonostante i tacchi, con una cartellina stretta al petto e gli occhiali grandi e spessi poggiati sul naso. Il ragazzo fece un passo indietro, così da non rallentare la sua avanzata e la guardò andare via, per poi deglutire e avvicinarsi al bancone centrale, dove un poliziotto dall'aria annoiata stava rispondendo a una telefonata. Era pesantemente seduto su una sedia, sulla quale il suo corpo massiccio sembrava stare a malapena e gli si potevano dare all'incirca una quarantina di anni, anche se la testa quasi del tutto priva di capelli lo faceva sembrare più vecchio.

"Signora, gliel'ho già detto, se il suo gatto è rimasto bloccato sul tetto deve chiamare i pompieri. Non c'è nulla che noi possiamo fare." disse con tono lento e stanco. Jimin non poté fare a meno di corrugare le sopracciglia, perplesso. Erano queste le telefonate che riceveva una centrale di polizia? "No, non posso mandare una squadra per soccorrere il suo animale, non abbiamo l'equipaggiamento adatto per una cosa simile. Chiami i pompieri. Certo, signora, grazie per aver chiamato." aggiunse, con tono carico di sarcasmo e chiuse la telefonata, per poi passarsi una mano sul viso. "Dannate vecchiette..." sussurrò, per poi notare Jimin fermo davanti al banco e si schiarì la voce, cercando di apparire il più professionale possibile. "Come posso aiutarti?" chiese, poggiando i gomiti sulla superficie in legno del banco.

"Io... sono Park Jimin, sono qui per un master con il detective Min, è il mio primo giorno." disse il ragazzo, portando le mani sul banco e tamburellando nervosamente le dita. Iniziava a sentirsi nervoso all'idea di iniziare e non ne capiva nemmeno il motivo.

"Min? Intendi Min Yoongi?" chiese l'agente, alzando un sopracciglio, quasi con incredulità. Il biondo lo guardò con espressione confusa e annuì, cercando di capire il motivo della sua reazione. L'uomo ridacchiò, passandosi una mano grassoccia sulla barba incolta. "Questa è proprio da raccontare..." mormorò, più a se stesso che al ragazzo, per poi girarsi verso un suo collega, che si era appena avvicinato al banco per prendere delle carte poggiate su di esso. "Ehi, Lee." lo chiamò, facendogli distogliere lo sguardo da quello che stava facendo. Sembrava avere la stessa età del primo poliziotto, però portava decisamente meglio i suoi anni, con i capelli ben curati e tagliati corti e l'uniforme pulita e ordinata. "Questo ragazzino è qui per un master con Min Yoongi." disse l'uomo, ridendo nuovamente, questa volta facendo ridere anche il suo collega.

"In bocca al lupo, allora. Non ti invidio affatto..." commentò quest'ultimo, facendo irrigidire impercettibilmente la mascella di Jimin. Che avevano quei due da ridere? Improvvisamente una figura imponente si avvicinò al bancone, poggiando i palmi delle mani su di esso. Il ragazzo si girò verso l'uomo, più alto di lui di parecchi centimetri, e deglutì nervoso perché, nonostante il sorriso cordiale stampato sul suo volto, la sua espressione era in grado di mettergli i brividi.

"Mi fa piacere vedere che vi divertite sul posto di lavoro, signori." disse tranquillo, facendo ammutolire i due agenti.

"Capitano Kim, signore..." iniziò l'uomo a cui si era rivolto Jimin appena arrivato, ma venne subito interrotto.

"Capitano Kim niente." sibilò, senza abbandonare la sua espressione pacata. "Tornate subito a fare il vostro lavoro." ordinò, per poi girarsi verso il ragazzo e rivolgendogli un sorriso cordiale. "Come posso esserti utile?" chiese gentilmente.

Paroxysm || myg/pjmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora