Capitolo 9

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Quella mattina di inizio ottobre Jimin arrivò in centrale stranamente allegro. Tutti in quel periodo erano parecchio tesi. Gli omicidi non accennavano a diminuire, tanto che si iniziava a pensare che ci fosse più di una persona dietro di essi, e nella centrale di polizia di Jongno-gu tutti sembravano sul punto di esplodere.

Anche Jimin era teso, come tutti, del resto, ma quel giorno era di buonumore. Si strinse nel suo giaccone scuro, rabbrividendo per il freddo e strinse leggermente tra le dita il bicchiere di caffè d'asporto che aveva in mano. Caffè nero ristretto e senza zucchero. Proprio come piaceva a Yoongi.

"Buongiorno Capitano Kim." disse il ragazzo, chinandosi rispettosamente non appena vide l'uomo passargli accanto, il quale si fermò davanti a lui e sorrise, nonostante l'evidente stanchezza impressa sul suo viso.

"Buongiorno Jimin. Come va oggi?" chiese, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni neri, guardando dall'alto in basso il ragazzo.

"Benissimo, grazie, Capitano. E a lei?" rispose Jimin, passandosi la mano libera tra i capelli biondi. L'uomo prese un respiro profondo che si trasformò presto in un sospiro e lo guardò.

"Potrebbe andare meglio. Qui in centrale, con tutto quello che sta succedendo nell'ultimo periodo, sembra di stare all'inferno." ammise, aggiustandosi gli occhiali dalla montatura nera sul naso. "Avrei preferito che tu arrivassi in un momento migliore." aggiunse, per poi notare il bicchiere in polistirolo che il ragazzo reggeva in mano. "E quello?" chiese, indicando con un gesto del capo l'oggetto.

Jimin accennò un sorriso allegro e strinse leggermente in bicchiere, come se avesse paura di farlo cadere.

"È per il detective Min." rispose semplicemente, sorridendo maggiormente. Namjoon alzò leggermente un sopracciglio, guardando il ragazzo con un'espressione mista tra severo e confuso.

"Ti avevo detto che non eri tenuto a portargli il caffè..." disse il Capitano, inclinando lateralmente la testa.

"Oh, non gliel'ho preso perché me lo ha chiesto. L'ho preso di mia iniziativa." rispose il ragazzo. "Ultimamente ho notato sta fumando molto più del solito e ogni mattina soffre per il post sbornia. Il mio primo giorno ha detto che il caffè lo aiuta a stare meglio... quindi ho pensato di portarglielo." spiegò, senza abbandonare il suo sorriso. Il Capitano lo guardò a lungo, per poi scuotere piano la testa, sorridendo.

"Ti ha mai detto nessuno che hai un cuore d'oro?" chiese retorico, per poi fare qualche passo verso la direzione verso la quale era precedentemente diretto. "Min Yoongi non ti merita..." aggiunse, lanciandogli un'ultima occhiata, per poi sparire dietro un angolo.

Anche Jimin riprese a camminare verso la sua destinazione, ma notava qualcosa di strano. Più si avvicinava all'ufficio del detective più sembrava che la gente per i corridoi avesse da sussurrare, scambiandosi parole a mezza bocca.

"Oggi il detective Min è in uno di quei giorni." mormorò una segretaria a una sua collega, la quale annuì e si aggiustò gli occhiali sul viso.

"Non voglio essere nei panni di chi dovrà sopportarlo oggi." rispose, zittendosi di colpo non appena vide il biondo passare accanto a loro. Il ragazzo sembrò corrucciarsi ancora di più a quelle parole, senza capire di cosa stessero parlando le due donne. Cosa voleva dire che Yoongi era in uno di quei giorni?

Non appena si fermò davanti alla porta dell'ufficio dell'uomo, Jimin alzò una mano per bussare venendo interrotto da quello che sembrava un urlo soffocato e il rumore di una sedia che cadeva per terra. Senza pensarci due volte, il ragazzo spalancò la porta, quasi entrando di corsa all'interno della stanza.

"Signore va tutto... cazzo!" quasi urlò con voce acuta, portandosi le braccia sopra la testa quando vide un vaso volare verso di lui, andando a schiantarsi sulla parete a pochi centimetri dalla sua testa. Alzò lo sguardo, puntandolo sui resti frantumati del vaso, guardando la pianta grassa abbandonata sul pavimento che un tempo dimorava in quel piccolo vasetto di terracotta, adesso distrutto. Subito dopo alzò lo sguardo sul detective, con aria sconcertata e indignata. Probabilmente se non fosse stato il suo capo, gli avrebbe urlato contro.

Paroxysm || myg/pjmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora