Capitolo 2

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[Qui sopra allego il trailer della storia. Spero vi piaccia]

Jimin si guardò allo specchio, nervoso, aggiustandosi, forse per l'ennesima volta, i capelli recentemente tinti di biondo, colore che aveva scoperto apprezzare parecchio. Con un sospiro frustrato afferrò il telefono, poggiato sul letto e compose il numero del suo migliore amico, portandosi l'apparecchio tra la spalla e l'orecchio. Dopo quattro squilli, finalmente ricevette risposta.

"Jimin... sono le fottutissime sei del mattino..." mormorò una voce roca dall'altro capo del telefono. Probabilmente era stato svegliato dalla telefonata.

"Ho messo una camicia. Dici che è troppo elegante?" chiese il biondo, senza nemmeno fare caso alle proteste dell'altro ragazzo.

"Cosa vuoi che ne sappia? Mettiti la prima cosa che ti capita e falla finita." mormorò sommessamente quest'ultimo, soffocando uno sbadiglio. Jimin si colpì la fronte col palmo della mano, sospirando tra sé.

"Non posso! Dannazione Kookie, è Min Yoongi! È l'uomo più geniale e di tutta la città, il detective più intelligente e brillante che io conosca, la persona che stimo di più da quando ho iniziato a studiare criminologia. Per i prossimi sei mesi sarà praticamente il mio capo, non posso e non voglio fare brutta figura. Come puoi anche solo pensare di propormi di mettere la prima cosa che trovo nell'armadio?!" si lamentò. "Tu indosseresti una cosa qualsiasi per andare a un appuntamento? O per andare a... Jungkook?" mormorò, guardando lo schermo del cellulare e sbuffando esasperato.

"Non ci credo, il mio migliore amico mi ha appena chiuso il telefono in faccia..." pensò, scorrendo la rubrica e selezionando un nuovo numero da chiamare. Non aveva il tempo di disperarsi per questo. Doveva sbrigarsi e chiedere consiglio a qualcuno che non fosse Jungkook che, a quanto pare, aveva troppo sonno per dargli retta.

Jeon Jungkook era la persona che Jimin conosceva da più tempo in assoluto. Erano stati vicini di casa, fin quando Jimin non si era trasferito in un appartamento suo, ed erano praticamente amici da sempre, nonostante i loro due anni di differenza. Sin da bambini avevano sempre condiviso le stesse passioni, in particolare per il canto e il ballo, tanto che da piccoli dicevano spesso che sarebbero diventati trainee e avrebbero debuttato insieme come idols. Ma ovviamente, crescendo erano nate nuove passioni nei due ragazzi e, mentre Jimin si era avvicinato alla criminologia, Jungkook era rimasto affascinato dalla medicina legale.

Jungkook, insieme ad Hoseok e Taehyung, era una delle persone che il biondo amava di più in assoluto. Ed era proprio Hoseok la persona che il ragazzo stava chiamando in quel momento.

Jung Hoseok era di un anno più grande di Jimin, studiava psicologia per una sorta di inclinazione personale, più che per il desiderio di diventare psicologo in sé. Amava aiutare le persone, farle stare meglio e riteneva la salute mentale importante tanto quanto quella fisica. Jimin e Jungkook lo avevano conosciuto ai tempi del liceo, a un corso di danza, ed erano rimasti profondamente affascinati dal più grande, sia per il suo talento nel ballo, sia per la sua personalità solare.

"Hoseok, so che sono le sei del mattino, ma ti prego non chiudermi in faccia, devo chiederti una cosa importantissima e ho tanto bisogno di te." disse rapidamente, non appena il suo amico rispose alla telefonata. In risposta ricevette un lungo sbadiglio e un insieme di parole sconnesse. "Cosa? Non ho capito, puoi ripetere?" mormorò il biondo, concentrandosi per capire le parole del ragazzo più grande. Dopo un altro sbadiglio, finalmente Hoseok parlò in maniera chiara.

"Ho detto: ti sei scordato la parola magica, Jiminie..." ripeté e Jimin poteva immaginare il sorrisetto divertito stampato sulla faccia assonnata del suo amico. Con un sospiro, il ragazzo alzò il viso per guardare il soffitto della sua stanza, esasperato.

Paroxysm || myg/pjmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora