cap11-Namjoon

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La luce del sole che entra nella stanza va a battere contro il mio viso facendomi aprire gli occhi. Quando riesco ad aprirli senza che vengano infastiditi dalla luce guardo l'orologio sul comodino: 10:30 am. Mi stiracchio per poi scendere dal letto, mentre sono davanti all'armadio per vedere cosa indossare sento delle urla provenire dal piano di sotto.

"Sono degli stupidi se credono che gli lascerò prendere i nostri territori così facilmente!", sento urlare dal mio fidanzato al piano di sotto mentre tiro fuori una t-shirt bianca.

"Dovremmo attaccarli sta notte!", parla Yoongi, il suo migliore amico.

"Nono loro, anche se più stupidi, hanno più uomini", sento il commento saggio di Seokjin mentre scendo le scale.

"Jin ha ragione, dobbiamo prendere un accordo che per una volta non coinvolga l'utilizzo della violenza. Non voglio morire prima di vedere il bellissimo viso di mia figlia", dice calmo Hoseok e io sorrido.

"È vero che il nostro qui presento Hobi diventerà presto padre", dice Namjoon dandogli una leggera pacca sulla spalla.

"Oh ciao T/n", mi saluta Jimin sorridendomi.

"Ciao ragazzi", gli saluto facendo un giro di baci e abbracci. Anche se fanno parte della più pericolosa gang di Seul sono dei ragazzi dolci.

"Ciao piccola", mi Namjoon baciandomi le labbra.

"Buongiono Oppa", dico in risposta.

"Allora di che parlavate?", domando sedendomi sulle gambe del mio fidanzato.

"Dei Black Crow quei bastardi si vogliono prendere i territori che ci siamo guadagnati", risponde Jungkook serrando i pugni.

"E come avete intenzione di agire?", chiedo anche se so già.

"Gli manderemo un messaggio di incontraci alla nostra casa in periferia", risponde Yoongi sdraiandosi completamente sul divano e mettendo le gambe su quelle di Jimin.

"Mh..chiaro e se non dovessero accettare?", domando ancora.

"T/n come mai così curiosa oggi?", ride Hoseok.

"Non lo so, mi interesso al vostro 'lavoro'", dico facendo le virgolette alla parola lavoro e tutti ridono, tranne Namjoon.

"Non te ne dovresti preoccupare meno sai e meglio è", risponde semplicemente guardandomi.

"Oh andiamo Nam non posso sapere che cosa fa il mio Oppa?", gli chiedo con il labbruccio che viene prontamente preso tra i denti da Namjoon.

"No", risponde rigido e scontroso ancora sulle mie labbra io mi alzo e vado in cucina. Sono abituata al suo atteggiamento scontroso nei miei confronti, ma ci rimango comunque male.

"Non avresti dovuto trattarla così sei un cretino Kim", sento i ragazzi parlare con Nam e mi fanno spuntare un sorriso. Prendo un pacchetto di biscotti dalla credenza e mi siedo all'isola.

"Kim Namjoon adesso tu vai di là e le chiedi scusa. È pur sempre la tua donna Nam non puoi trattarla di merda", sento Seokjin sgridarlo, adoro quel ragazzo. Dopo poco sento la porta alle mie spalle aprirsi e delle mani grandi posarsi sui miei fianchi.

"Mi dispiace per averti risposto in quel modo prima. Ti amo e non ti meriti di essere tratta così", mi sussurra al mio orecchi Namjoon facendomi venire dei brividi lungo tutta la schiena.

"Ti amo anche", mi giro e lo bacio.

"Verrai con noi sta sera, non ti lascerò in casa da sola. Ma non voglio comunque che rivolgi la parola a quelle persone, okay?", mi chiede.

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