cap18-Hoseok

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Seoul, Corea del Sud. 2175.

Sapete quei film come "la notte dei morti viventi"? O "train to Busan"? Pensate se i protagonisti di questi numerosi film diventassero reali, se uscissero dalla pellicola per entrare a far parte della nostra vita, tormentarci e distruggerci, azzerarci. È questo quello che sta passando T/n insieme al piccolo gruppo di amici; sono costretti a vivere nell'ombra, come il resto dei soppravissuti di Seoul, e a combattere contro quelle mostruose creature. Nel 2170, esattamente cinque anni fa, venne scoperto un nuovo virus in grado di lacerarti la pelle e portarti al callibanismo, le sembianze che si prendevano dopo essere venuti a contatto con questa malattia ricordava molto quella degli zombie dei film e proprio per questo le venne affibbiato il nome di "syndrome of the living dead".  Inizialmente le poche persone affette da ciò venivano rinchiuse in centri isolati nelle periferie, posti dai quali entravi e saresti uscito solo all'interno di una bara, ma più persone venivano contagiate e meno posti vi erano negli ospedali. Fu così che la popolazione si trovo costretta a nascondersi e a scappare, ma alcuni decisero che era meglio combattere difendere l'umanità, come T/n e il suo gruppo che ora sono all'interno di una vecchia casa.

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"Ehi Eonni tutto okay?" domanda Chungha alla ragazza più grande mentre questa è impegnata a riprendere fiato. Avete corso per chilometri cercando un nascondiglio dal gruppo di mangia carne che vi inseguiva, si perché un'altra cosa diversa dai film è che non sono lenti come lumache al contrario riuscirebbero a stare dietro ad un auto in corsa se volessero. Senti i polmoni bruciare e l'aria non arrivare ad essi. "Taeyeon ehi calma il respiro o andrai in iperventilazione" le dice Taehyung, nonché suo fidanzato,  appoggiandole una mano sulla schiena e accarezzandola leggermente. "Non...non ci riesco" dice con l'affanno e il respiro accellerato. "Eonni ti devi calmare" le dici andandole vicina. "Come posso calmarmi!? Eh!? Rivoglio la mia vita, sono stufa di dovermi nascondere! Siamo sempre sul filo del rasoio, ad un passo dalla morte! Prima di dormire guardo il cielo, osservo le stelle brillanti, e spero che non sia l'ultima che il mio viso venga illuminato dalla leggera luce lunare e che i miei occhi riflettono ancora quei bottoni che tapezzano il cielo notturno! Sono stufa di tutto questo!" urla piangendo per poi correre fuori, inizialmente rimanete tutti fermi ma dopo poco te e Chungha corrette al suo seguito urlandole di fermarsi. "Eonni fermati" sbraitate correndo dietro alla ragazza, poco dopo le voci dei ragazzi vi arrivano alle orecchie seguite da colpi di sparo. Vi fermate tutte e tre girandovi verso di loro, li vedete sparare a qualche zombie. "Ragazze lì dentro" vi indica una vecchia chiesa Hoseok e voi correte verso essa. "Muovetevi!" urlate appena dentro all'edificio, quando anche loro sono entrati chiudete le grandi porte e le sbarrate con le panche di legno. "Oddio per un pelo" dice Yoongi sbuffando di solievo mentre Chungha lo va ad abbracciare forte, anche se lo negano si vede lontano un miglio che tra quei due c'è qualcosa. Ti giri verso Hobi, seduto sul pavimento poco lontano, e ti avvicini a lui. "E anche questa l'abbiamo scampata" gli dici quando prendi posto al suo fianco, appoggi la testa sulla sua spalla mentre lui posa una mano sulla tua testa e muove amorevolmente il pollice. "Non vedo l'ora che tutto questo finisca, così finalmente smetteremo di scappare e riusciremo a costruire una nostra vita, una vera vita" ti dice in un sussurro. "È questa la nostra vita oppa" gli rispondi alzando lo sguardo verso il suo viso, a gli occhi che guardano verso un punto indefinito della stanza. "Sai che cosa intendo dire: quando tutto questo finirà ti sposerò; voglio sapere che sei solo mia; ti voglio vedere la mattina, dopo una notte di fuoco, camminare nuda per la stanza magari con la tua pelle illuminata dalla luce del sole, i capelli scompigliati e le labbra secche. Più di ogni altra cosa, ti voglio dare il mio cognome. Voglio che diventi la signorina Jung" finisce il discorso incatendando i suoi occhi con i tuoi, leggermente lucidi per via delle lacrime.

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