~Prologo~

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"Non è nelle stelle che
è conservato il nostro destino,
ma in noi stessi"
Cit. William Shakespeare

È domenica, una mattina d'inverno come tutte le altre, grigia, triste e buia.
Decido di andare in spiaggia, giusto per non restare a letto tutto il giorno, almeno mi prendo una boccata d'aria, anche se è molto presto.

《Maledetti cani》 impreco tra me e me, riferendomi a quelle stupide bestioline che si trovano all'interno del giardino dei miei vicini e che abbaiano ad ogni povero essere vivente che osi passare davanti al loro cancello.

Sì, esatto, Bestioline, perché è così che chiamo i cani dei signori Anderson. Cioè, voglio dire, io adoro i cani, ma quelli sono proprio odiosi.
Ormai è diventato il loro nome proprio, per me.

"Prima o poi troverò il modo di trucidarli" mi dico malefica, pensando a quanto avrei potuto dormire felicemente senza rotture di coglioni.

Casa mia non è molto distante dal mare, così ci vado a piedi.
Non avverto i miei genitori, stanno ancora dormendo e non voglio svegliarli.

Appena arrivo mi siedo sulla sabbia.
Il mare è agitato, il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli mi mette un senso di tranquillità. L'odore della salsedine e la brezza che mi abbraccia mi fanno sentire al sicuro. Il cielo scuro che a momenti verrà rischiarito dal sole, rispecchia perfettamente il mio stato d'animo. Quelle poche stelle che ancora si vedono sono come dei punti di riferimento, come delle fiaccole in una buia caverna. Ma se il cielo nero è il riflesso del mio "io interiore", quelle piccole luci cosa stanno ad indicare? Punti fermi? Io non ho punti fermi, li ho persi tutti. Non posso più aggrapparmi a nessuno.

Vado sempre al mare quando ho bisogno di pensare e stare da sola.
Non è passato molto tempo da quando ho smesso di frequentare i miei amici. Non so di preciso perché è successo, ma so solo che mi hanno abbandonata uno dopo l'altro.
E così, spesso mi ritrovo a passeggiare da sola, come oggi.

Decido di incamminarmi, con i piedi nell'acqua gelida. So che rischio di ammalarmi, ma non mi importa.
Incomincio a pensare che forse Erika è stata una stronza a lasciarmi sola proprio nel momento in cui avevo bisogno di lei. Proprio quando tutto mi stava crollando addosso.
Mi rendo conto che più passa il tempo più mi deprimo.

Qualcosa mi distrae dai miei pensieri. C'è la sagoma di un ragazzo, seduto sulla riva, con la testa buttata all'indietro.
Mentre mi avvicino sempre di più incomincio a distinguere i tratti del volto. E solo ora lo riconosco: l'ex ragazzo di Erika.
Non lo conosco molto bene, nonostante lei fosse la mia migliore amica. Siamo usciti solo una volta e abbiamo parlato poco, da allora ci salutiamo solo di rado.

Quando lo raggiungo, lo saluto sorridendo. Mi sorride anche lui e mi invita a sedermici di fianco.

《Cosa ti porta a venire in spiaggia alle cinque e mezza del mattino?》chiede Andrew senza spostare lo sguardo dal mare.

《Volevo stare un po' per conto mio》rispondo sospirando.

《Ci siamo lasciati》mi dice tutto d'un tratto.

《Sì, lo so. Me lo aveva detto prima che litigassimo. Mi dispiace.》

Non so bene cosa dire, mi ha presa alla sprovvista.

《Ah, quindi ha litigato anche con te》sorride amareggiato. Sembra molto arrabbiato.

《Già》confermo un po' triste. 《Lei era la mia migliore amica. Ora non ho più nessuno.》
Non so perché gliel'ho detto, eppure lui non è mai stato mio amico.

《Che è successo?》domanda curioso guardandomi dritta negli occhi per la prima volta da quando sono qua.

Noto soltanto adesso che ha gli occhi di una forma molto particolare, a mandorla, e sono color nocciola.

《La nostra amicizia non era più importante per lei》spiego brevemente.

《A quanto pare si stanca subito delle persone. Noi ci siamo lasciati perché si sentiva con un altro a mia insaputa. Si vede che l'annoiavo》dice sarcastico.

Mi mordo un labbro pensierosa. Io lo sapevo già, prima Erika mi diceva tutto. Faccio finta di nulla.
Rimaniamo per un po' seduti senza dire niente, a fissare l'orizzonte.

《Domattina, prima di andare a scuola, mi farebbe piacere se venissi di nuovo, così, per fare due chiacchere》 mi invita mentre si alza.

《Va bene, potremmo andare al bar》accetto.

《Be', allora ci vediamo》mi saluta sorridente, mentre la brezza gli scompiglia i capelli.

Lo guardo allontanarsi, camminando lentamente. Io rimango seduta un altro po' a pensare.
Andrew è un bravo ragazzo, sembra molto gentile e disponibile. Erika era molto fortunata ad averlo accanto e mi chiedo come abbia fatto ad allontanarlo tradendolo in quel modo.

"Erika..." penso. "Cosa ti è successo?".

Nota autrice:
Questo è il prologo, spero che il resto della storia vi piaccia.
Vi informo che ho una pagina instagram dove pubblico post con aggiornamenti o altro.
Instagram: @come_una_conchiglia.wattpad
Buon proseguimento🥀🌸

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