~Capitolo 12~

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"Ho visto il peggio ed il meglio di te
e ho scelto entrambi".

Passeggio per i sentieri del parco sottostante la nuova casa di mio padre.
Ha rincominciato a piovere e io sono senza l'ombrello, sento le goccioline d'acqua che mi cadono sul viso e mi bagnano i capelli.
Fortunatamente ho una felpa nello zaino che mi sono portata dietro, essendo uscita di casa tutta furiosa non avevo pensato di prendere con me la mia borsa. Me la infilo e alzo il cappuccio, lasciando ricaderne fuori alcune ciocche di capelli.

Avevo programmato che sarei passata stasera da Luis, ma ho una gran voglia di vederlo, quindi forse sarebbe meglio andassi ora da lui.
In quest'ultimo periodo non ci stiamo vedendo molto a causa degli impegni, e sono molto giù di morale. Luis è la mia spalla, è il mio braccio destro.
L'unico rimasto tra tutti.
Appena mi sono trasferita qui a Los Angeles non avevo nessuno con cui stare, ma poi ho conosciuto Luis e non saprei come avrei fatto senza.

Continuo a camminare, con il rumore delle scarpe che pesta le pozzanghere sul sentierino di ghiaia.
Non è il caso che prenda un altro taxi, forse dovrei chiamarlo e chiedergli se può venirmi a prendere. Il fatto è che non so come potrebbe reagire, l'ultima volta non ricordo di esserci salutati nel migliore dei modi.

"Meglio se ci vai da sola a casa sua, dopo quello che è successo. Sarebbe già troppo se mi lasciasse entrare in casa" penso tra me e me.

Ma dai, in fondo è il mio migliore amico...
Tiro fuori il cellulare da una piccola tasca anteriore dello zaino e cerco il suo numero in rubrica. Me lo porto vicino all'orecchio e aspetto che squilli.

《Cammie...》lo sento rispondere con voce profonda.
La mia voce preferita.

《Ciao, Luis. Potrei venire da te? Adesso? Avrei bisogno di vederti》mi mordo un labbro, sperando che non ce l'abbia con me.

《Certo che puoi venire. Casa mia è casa tua, ricordi?》dice con tono rassicurante.
Sono sicura che sta sorridendo e non posso fare a meno di sorridere anche io.

《Dammi solo il tempo di arrivare》ricomincio a camminare, in cerca di un albero sotto al quale ripararmi dalla pioggia.
Sicuramente dovrò chiamare un taxi o aspettare un autobus che mi porti a casa sua, non posso andarci a piedi con questo tempo.

《Ma stai scherzando? Piove e fa freddo, pensa a coprirti che ti vengo a prendere》dice sicuro Luis.

《Non prenderti il disturbo, e già tanto se vengo da te》gli rispondo con tono ancora più deciso, non voglio che esca di casa apposta per me.

《Mettiti al riparo da qualche parte e mandami la localizzazione su whatsapp che ti vengo a prendere io.》

《Va bene...》mi arrendo. 《Grazie, Luis》.

《Figurati》dice dolcemente prima di riattaccare.

Fisso per qualche secondo lo schermo del cellulare, con le gocce della pioggia che continuano a bagnarlo.
Non avrei potuto essere più fortunata ad averlo incontrato.

Mi guardo intorno e decido di avviarmi verso il tendone di un negozio di fronte a me.
Ora non mi resta che aspettare.
Mi metto a canticchiare come è mio solito fare e mentre sono distratta un ragazzo mi piomba addosso cadendo per terra.

"Era troppo tempo che non succedeva qualcosa di imbarazzante" penso cercando di capire chi sia il ragazzo in questione, ma lo capisco subito quando alza la testa verso di me e si toglie il cappuccio ancora disteso per terra.

《Josh!》esclamo stupita. 《Stai bene?》chiedo preoccupata aiutandolo a rialzarsi.

《Sì, sto bene》mi tranquillizza massaggiandosi la nuca. 《Mi dispiace, non ti avevo vista. Stavo correndo distratto non prendere troppa acqua e ti sono venuto addosso.》

Come Una ConchigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora