~Capitolo 5~

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"Ogni tanto bisogna lasciare andare
tutto come deve andare,
lasciar succedere le cose,
seguire l'onda del proprio destino
e stare a vedere dove ti porta"
Cit. Francesco Gingui

Sono le sette di sera.
Sono appena rientrata dal picnick e stavo per aprire la porta, ma neanche il tempo di infilare la chiave che sento delle urla.

"No, non di nuovo" penso.

Giro lentamente la chiave nella serratura, ormai sicura di quello che sta succedendo.
Infatti non mi sbagliavo.

《Senti un po', ma perché non te ne vai, eh?!》strilla mia madre.

Ha ancora indosso il grembiule che di solito usa quando fa le torte.

《Non ti preoccupare, ci stavo pensando già da molto tempo》risponde gelido papà.

《E allora vattene!》

《Mamma, papà, che succede?》chiedo.

《Voglio che tuo padre se ne vada. Deve uscire dalla mia vita.》

《Ma perché?!》incomincio ad urlare.《Perché non potete comportarvi come genitori normali? Perché dovete sempre complicare le cose? Vi dimenticate sempre di avere una figlia, sembro quasi inesistente per voi.》

《Guarda che tu non c'entri niente con questa storia, non ti impicciare. Non è cosa che ti riguarda》mi sgrida mio padre.

《Non ci posso credere》e me ne vado in camera mia sbattendo la porta.

Mi butto sul letto, con la faccia immersa nel cuscino.
Non so cosa fare. Quasi sicuramente papà se ne andrà entro domani e io non sono pronta a sopportare una separazione del genere.
Nonostante non abbia mai avuto un bel rapporto con i miei genitori, voglio loro molto bene. Non mi piace il fatto che lui vada a vivere in un'altra casa. Senza di me. Senza la mamma.
Mi addormento con il pensiero fisso che, probabilmente, sarà l'ultima volta che vedrò mamma e papà nella stessa casa.

Quando mi risveglio sono le otto di sera.
Papà sta buttando a casaccio i suoi vestiti nella valigia. Ci è voluto un bel po' di tempo prima che si accorgesse che lo stavo osservando dalla soglia della porta.

《Oh...ciao tesoro》dice un po' malinconico. 《Mi dispiace per prima, non avrei dovuto sfogarmi su di te》si scusa.

《Non fa niente》mento.

Chiude la zip della valigia e si dirige verso di me per abbracciarmi.

《Poi ci sentiamo, eh》mi rassicura.

《Va bene》dico.

Lui se ne va e io rimango in piedi, immobile.
Aspetto di vedere la sua macchina partire dalla finestra della camera da letto. E anche quando l'auto sparisce dalla mia vista non mi muovo.
Fisso il vuoto.
Mamma è andata a lavorare, quindi forse non sa nemmeno che se n'è già andato. Ma non credo che le importi più di tanto.

Mi ricordo dell'impegno che ho per questa sera.
Anche se non ho molta voglia di andare in discoteca forse mi aiuterà a distrarmi, quindi scelgo di andarci.
Mi preparo, ma non curo molto il mio aspetto questa volta. Non me ne frega niente.
Esco di casa e mi faccio portare là da un taxi.

Pago il taxista e scendo dall'auto.
L'aria fredda mi colpisce e rabbrividisco mentre sento i peli rizzarsi a causa della pelle d'oca.

《Eccoti!》esclama Clare vedendomi.

Lei e Jennifer mi stavano aspettando da chissà quanto tempo.

《Non era necessario che mi aspettaste qui al freddo. E poi ora vi tocca rifare la fila daccapo》mi dispiaccio.

Come Una ConchigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora