Capitolo 4

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Alex POV

Corse via dalle mie braccia come un fulmine senza neanche lasciarmi il tempo di capire cosa mai fosse successo e cosa mai avesse scatenato tanto quella reazione.
Un bacio, avevo desiderato baciarla da quando l'avevo incontrata, ma ora non mi sembrava più tanto una buona idea averlo fatto.
Fu comunque uno stupido gioco, non mi avrebbe mai baciato per suo volere.
La vidi correre via nel giardino rincorsa da Sofia che cercava di raggiungerla, io dopotutto feci l'unica cosa che era bravo a fare. Ignorare.
Finsi che non fosse successo niente, che tutti gli occhi non fossero puntati su di noi, quella sensazione di disagio come se il mondo attorno cercasse di mandarmi qualche segnale che non riuscivo proprio a comprendere.

<<Stai bene amico?>> disse Kendal avvicinandosi a me.

Annui.

<< Perché non dovrei?>> chiesi raccogliendo da terra la mia bottiglia di birra ormai alla fine.

<< Nulla, ti vedevo un po'... non so spaesato?>> chiese cauto.

Era fin troppo calmo per i miei gusti, conoscendo Kendal mi sarei aspettato qualche battutaccia squallida nonostante reputasse quella strega una sua amica, invece il nulla, come se mi nascondessero qualcosa.

<< Meglio di così non potrei stare...Vero ragazze?>> dissi al mio amico rivolgendo uno dei miei sguardi più ammiccanti alle ragazze che fino a pochi minuti fa erano sedute vicino a me strusciandosi sulla patta dei miei pantaloni e della mia maglia.

<< Se lo dici tu>> rispose Kendal liquidandomi in fretta.

Rimasi lì per lì qualche minuto insieme a quelle sue ragazze di cui neanche ricordavo il nome e poi decisi di andarmene, la voglia di stare a quella festa mi stava passando così velocemente che ero quasi arrabbiato nel trovarmi lì.
Mi diressi verso la mia macchina con l'intenzione di rollarmi una canna e di rilassarmi prima di andarmene. Nell'ultimo periodo ero tornato a fumare più del solito, avevo istinti di rabbia che prendevano il sopravvento nei momenti più assurdi. Avevo bisogno di calmarmi e distrarmi, ogni volta che chiudevo gli occhi solo incubi, sangue e io più morto che vivo mentre cerco una ragazza.
Era una tortura, un agonia, non avevo scoperto chi avesse manomesso i freni della macchina quella sera o semplicemente ero l'unico a non saperlo ancora, perché a quest'ora chiunque sia stato in mano mia sarebbe morto ora, non tanto per l'incidente, ma per cosa mi ha portato via, tutti i miei ricordi.

Alzai gli occhi per sigillare la cartina tra le mie mani quando la vidi, lì davanti a me con il suo vestitino mentre aspettava Sofia.
Era come una dea e io il diavolo, avrei voluto bruciare nell'acqua santa solo per assaggiare un'altra volta quelle sue labbra che tanto mi mandavano fuori di testa quando le usava per parlare.

Il giorno dopo mi alzai con la solita non-voglia di mettermi a sprecare tempo al college e mi preparai controvoglia per andarci lo stesso.

T-shirt bianca, giubbotto di pelle nera e skinny altrettanto neri. Il mio look gridava "se non vuoi morire stammi lontano ", anche se sulle ragazze aveva effetto opposto.

Entrai nel cortile del campus, calai gli occhiali da sole sul mio naso e iniziai a dirigermi verso l'entrata quando incontrai una figura femminile che mi sembrava vagamente di conoscere.

<< Prescot >> disse la voce richiamandomi.

Mi girai per vedere chi fosse, mi ritrovai Stella davanti.

Love Hurts, Dark Paradise Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora