¤¤¤Levi¤¤¤
Uno dei rapitori, che presumo sia Reiner, mi conduce fuori dalla stanza in cui tenevano Eren. Dietro di noi c'è una figura, all'apparenza femminile, che ci segue: si tratta di Annie. L'ho riconosciuta non solo dagli occhi celesti e privi di emozione, ma anche dalla forma del suo corpo. In più le spunta un ciuffo biondo dal passamontagna che gli ricade poco più sopra il sopracciglio sinistro.
«Dove si trova quel pezzente di Smith?» domando all'uomo davanti a me, che mi sta conducendo verso il salotto di quella casa. Sarà lì? Oppure ha intenzione di continuare questa sceneggiata patetica da finto capo mafioso alle prese con i suoi nemici?
Entro all'interno di quell'ampia stanza con al centro un divano color panna e a tre posti, leggermente rovinato su un fianco: ricordo che Sam, il vecchio gatto di Erwin, amava farsi le unghie lì. Mi guardo attorno per poi accorgermi di essere rimasto solo.
«Parto col dirti che non mi pento di niente» la voce di quel maledetto uomo-sopracciglia è quasi assordante in confronto al silenzio che si era creato poco fa. Egli fa la sua entrata nella stanza e mi fissa con sguardo penetrante e fastidioso. Sembra incazzato, ma da che pulpito? Ho appena scoperto che uno di quelli che considero i miei "migliori amici" ha rapito e torturato illegalmente il mio ragazzo. «E lascia che aggiunga una cosa» fa aderire tra loro i polpastrelli di entrambe le sue mani e assottiglia gli occhi. «Spiegami il motivo della tua scelta»
Scelta? Quale scelta? «In che senso? Di che cosa stai parlando?» domando e il suo viso si contorce in un'espressione rabbiosa e piena di sconforto.
Stringe i pugni, facendo sbiancare le nocche. «Perché hai scelto lui e non me, eh?» si avvicina ed io indietreggio. «Io ti portavo da mangiare, Levi. Io ero disposto a darti qualunque cosa per farti felice. Quando i tuoi amici se ne sono andati e ti hanno lasciato solo, io sono rimasto... per te» non riesco più a capire se sia incazzato o triste o entrambe le cose. «Levi, io per te mi sono esposto... sono arrivato a fare questo, perciò capisci quanto tu sia importante per me?» improvvisamente è di nuovo serio e composto.
Si sistema il ciuffo biondo e sospira, come per calmarsi. «Hai preferito una puttana a me» quelle parole vengono sputate come veleno, colpendomi dritto al cuore. Spalanco leggermente gli occhi e mi avvicino a lui a passo svelto, prendendolo per il colletto e sbattendolo al muro. La scena potrebbe sembrare divertente data la nostra differenza di altezza, ma in quel momento, ridere sarebbe stato inappropriato e fuori luogo.
Erwin mi afferra i polsi e cerca di farmi allentare la presa, ma io sono deciso a tenerla salda. «Nessuno... r ripeto nessuno può permettersi di affibbiare al mio ragazzo quel nomignolo del cazzo, ci siamo capiti?»
«Ma guardati, Levi...» dice l'uomo con una dolcezza che non mi sarei mai aspettato in quel momento. Per un attimo ho come l'impressione che voglia sfiorarmi il viso, ma le sue mani si appoggiano alle mie spalle. «Sei consumato, hai le occhiaie più visibili del solito e non hai più la forza di un tempo» elenca le mie caratteristiche fisiche come se stesse parlando ad un bambino. La cosa mi fa ancora più incazzare, ma cerco di trattenermi dal spaccargli la testa contro un muro. «Quel ragazzo ti sta... lentamente uccidendo» eppure, dopo quelle parole, agisco d'istinto.
Mi allontano quel che basta per tirargli un pugno allo stomaco, facendolo cadere in ginocchio, piegato in due. Le braccia sono fermamente strette al punto dolorante e dalla bocca gli escono versi rochi. Non faccio in tempo a parlare che qualcuno, probabilmente Reiner, mi colpisce dietro al ginocchio. Cado nella stessa posizione di Erwin, solo che io, a differenza sua, vengo bloccato e reso incapace di muovermi.

STAI LEGGENDO
The Night Club Guy
FanfictionLevi, 22 anni, disoccupato, decide di andare con dei suoi amici a divertirsi in un famoso Night Club chiamato "Titan" dove incontrerà Eren, 18 anni, Lap Dancer. Tra i 2 nascerà qualcosa di speciale tra le mille complicazioni che affronteranno insiem...