Chapter 16 - E voi chi siete?

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Dalle porte della città entrò un gruppo, capitanato da una ragazza: con molta probabilità aveva la mia età -circa-, se non qualche anno di più; i capelli folti, ricci e mori contornavano un viso dai lineamenti orientali e la pelle scura, facendomi intuire che le sue origini potessero essere filippine o thailandesi. Il gruppo che stava capitanando era formato internamente da femmine: un paio di donne all'incirca sui trent'anni ed una bambina di circa dieci anni. La trovai una cosa abbastanza strana: di solito per la maggior parte erano formati da uomini, per la loro forza; ma questa volta di un maschio non ce n'era neanche l'ombra. Notai con la coda dell'occhio che Carl -reggendosi alla ringhiera del davanzale- si stava spostando, tentando di avvicinarsi di più per osservare meglio; lo seguii, con la paura che potesse cadere.
"Hey, stai bene?" Gli chiesi una volta che l'ebbi raggiunto sugli scalini, mettendogli una mano sul braccio; nel frattempo anche Maggie aveva cominciato a parlare, gridando all'altro gruppo: "E voi chi siete?"
"Sto bene, tranquilla;" mi ripetè di nuovo lui, staccandosi dal davanzale e facendo l'ultimo scalino senza poggiarsi a niente. "ormai ho riacquistato anche l'equilibrio."
"Io mi chiamo Cyndie, e queste sono Rachel, Khaty e Beatrice;" disse la ragazza dalla pelle scura, indicando prima se stessa, poi la bambina, ed infine le giovani donne alle sue spalle. "veniamo da Oceanside, e siamo venute qua per parlare con una certa Maggie." Spiegò, esaminando la folla con sguardo attento, ma non minaccioso.
"È me che cercate." Si fece avanti Maggie, scendendo dalla veranda ed avvicinandosi al piccolo gruppo; la determinazione le luccicava negli occhi appena socchiusi dal sole. "Che cosa volete?"
"Siamo qui perché abbiamo preso come prigionieri due dei vostri: si chiamano Enid e Aaron." Spiegò Cyndie, facendo un passo avanti.
Notai che Carl si era irrigidito, chiudendo le mani e stringendole un in pungo. Mi ricordai che mi aveva già parlato di Enid, la sua ragazza: si erano conosciuti ad Alexandria non appena ci si era trasferito con Rick e gli altri; mi aveva spiegato che si erano lasciati quando lui aveva provato ad entrare dai Salvatori per uccidere Negan, e da lì non si erano più visti.
"Tranquillo," tentai di rassicurarlo, poggiandogli una mano sulla spalla. "vedrai che starà bene."
Lui mi afferrò la mano, incrociando le sue dita con le mie e cercando conforto in quel piccolo gesto.
"Che cosa volete per liberarli?" Domandò Maggie stringendo i denti, probabilmente per la frustrazione.
"Dovete lasciarci in pace;" le rispose Cyndie, lo sguardo determinato di chi è nato per essere un ottimo leader. "smettetela di venire da noi a chiederci di unirci nella vostra battaglia contro i Salvatori." Fece vagare il suo sguardo di nuovo su tutti quanti, rivolgendosi questa volta in generale. "Sappiamo di che cosa è capace Negan: tempo fa ci ha trovati, ha detto che ci avrebbe risparmiati se noi gli avessimo dato parte del nostro cibo e delle nostre medicine; non potevamo, ci servivano, per questo rifiutammo." Percepivo  dolore nelle sue parole, mischiato insieme all'amarezza di quel ricordo. "Visto che non potevamo soddisfare le sue esigenze, diede ai Salvatori l'ordine di attaccarci, uccidendo tutti gli uomini, bambini, ragazzini e chiunque fosse di sesso maschile." Una lacrima scese a bagnarle il viso scuro, che lei non asciugò; voleva che vedessimo, che sentissimo il dolore che aveva provato anche lei. "Per anni ci siamo nascoste, sperando di non incontrare più nessuno; questo fino a quando Tara -una di voi- ci ha trovate, approdando per caso sulle rive della spiaggia in cui eravamo. Lei ci ha convinte a seguirvi."
"È solo questa la vostra richiesta?" Le domandò Maggie, lasciando qualche secondo da quando la ragazza aveva finito di parlare alla sua domanda.
"No, vogliamo anche un risarcimento." Le rispose Cyndie. "Enid -una dei due prigionieri- ha ucciso mia nonna; era lei il capo di Oceanside prima, io le sono subentrata solo perché è morta." Le spiegò, notando di sicuro la faccia confusa di Maggie.
"Ti avverto, non abbiamo molto cibo." La avvertì quest'ultima, ma Cyndie scosse subito la testa.
"Non è cibo ciò che voglio," la rassicurò. "ma munizioni per la mia gente."
"Non posso accettare, ci servono." Rifiutò Maggie, scuotendo la testa.
"Allora niente accordo." E detto questo, il piccolo gruppetto si diresse verso le porte, mentre Maggie rimaneva impotente di fronte quella richiesta; l'unica cosa che riuscì a fare fu di avvisare le guardie di lasciarle uscire da Hiltop, molto probabilmente credendo che fosse la cosa più giusta da fare in quel momento. Non provò neanche a convincerle a cambiare idea. Non appena se ne furono andate Carl si girò e tornò dentro l'edificio, per questo decisi di seguirlo: lo vidi entrare nella sua stanza e prendere uno zaino, per poi cominciare a riempirlo.
"Che stai facendo?" Gli domandai, entrando anch'io nella stanza.
"Parto, vado ad Oceanside a liberare Enid ed Aaron." Mi rispose, non fermandosi un secondo anche solo per guardarmi.
"Cosa? No, no!" Gli dissi, scuotendo la testa incredula. "Non puoi andare così da solo, è un suicidio." Gli afferrai un braccio per voltarlo verso di me, in modo che mi guardasse.
"Vieni con me." Mi propose Carl, afferrandomi le spalle.
"Cosa?" Ribattei, aggrottando la fronte.
"Vieni con me ad Oceanside, aiutami a riportare qui ad Hiltop Enid ed Aaron, ti prego." Mi ripetè, facendomi capire che aveva bisogno di me in quel momento.
"Non lo so Carl..." Sentivo una strana sensazione, come di disagio, una pugnalata in mezzo al petto.
"Ti prego Gwen; ho più possibilità di sopravvivere se ci sei anche tu, ti prego." Mi supplicò lui, avvicinando il suo viso al mio per guardarmi meglio negli occhi.
Mi trovavo di fronte ad un bivio: potevo o andare con lui ad Oceanside e liberare gli altri, oppure rimanere ad Hiltop e lasciarlo andare da solo, rischiando che gli accadesse qualcosa. Quando fui sul punto di rispondere, sentimmo altre grida da fuori; Carl mi prese per mano e corse fuori dall'edificio, trascinandomi con sè.
"Che sta succedendo adesso, Maggie?" Chiese lui, una volta che raggiungemmo la donna.
"Negan è venuto a farci una visita." Gli rispose, incrociando le braccia al petto. "Non gli facciamo entrare, sono solo in tre: Negan, Simon e Gavin."
"Gavin?" Chiesi io, mentre il mio cuore perdeva qualche battito.
Era possibile che fosse lui? Era meglio però non illudermi, quante probabilità c'erano che fosse ancora vivo?
"Sì, Ezekiele l'ha riconosciuto, dice che si chiama Gavin e che era lui che ritirava ciò che chiedeva Negan al Regno." Mi spiegò, incamminandosi verso l'uscita dalla città.
"Aspetta!" La richiamai subito dopo, avvicinandomi a lei. "Posso venire anch'io?" Le chiesi, mentre Carl mi affiancava e le poneva la stessa domanda.
"Perché?" Mi chiese Maggie, credo più per curiosità che per altro.
"Gavin è un nome familiare per me, voglio solo vedere se è la stessa persona." Decisi di essere sincera, mentre Carl cercava una scusa e Maggie accettava la nostra richiesta.
Cominciai a sentire le gambe pesanti passo dopo passo.

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