Chapter 34 - Stare Insieme

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Non so per quanto rimanemmo abbracciati, so solo che non volevo finisse mai quel momento, dato che finalmente mi sentivo di nuovo al sicuro, nonostante il pericolo avesse incombato sulle mie spalle fino a poche ore fa. Mi staccai da lui solo perché Maggie e Daryl mi chiesero che cosa mi fosse accaduto, seguiti da Michonne e Rick, che sembravano stranamente meno rigidi di quando ero entrata ad Hiltop: li raccontai di come Dwight mi aveva aiutato a fuggire e del suo tentativo di proteggermi il più possibile, fino a quando non aveva trovato il modo perfetto di farmi scappare senza attirare troppo l'attenzione; tralasciai il discorso che avevo avuto con Negan, provavo ancora ribrezzo per la sua comparazione a me e mille brividi in tutto il corpo quando ripensavo al contatto diretto che aveva instaurato con me. Non avrebbe fatto differenza sull'esito di tutta la faccenda. Porsi la mappa a Maggie, dicendole che avremmo parlato quella sera del piano, dato che ero stanca e avrei preferito riposarmi un po'.
"An, quasi dimenticavo, c'è Gregory seduto sul sedile anteriore, ammanettato all'auto." Aggiunsi infine con nonchalance, mentre su tutti i visi compariva uno sguardo sorpreso.
"Come c'è Gregory con te?" Fu Maggie la prima a riprendersi dallo shock, facendo un passo avanti verso di me.
"Non avevo scelta, dovevo portarlo con me, o Gregory avrebbe spifferato a Negan tutto il doppiogioco di Dwight." Replicai, mentre Maggie alzava gli occhi al cielo sussurrando uno: "Stronzo" e si dirigeva verso l'auto parcheggiata poco distante, chiedendo agli altri di darle una mano; senza che me ne rendessi conto, Enid se n'era andata silenziosamente dal gruppo, scomparendo come nel nulla.
"Vieni, ti porto in camera tua." M
Si offrì Carl, facendomi segno di seguirlo con un enorme sorriso stampato in viso; nonostante i miei sentimenti per lui non fossero cambiati, avevo deciso lo stesso di perdonarlo, dato che era l'unica persona rimasta al mondo con cui mi sentissi ancora a casa. Un po' titubante, lo seguii fino alla stanza che mi avevano affidato nella grande casa al centro della piccola comunità, buttandomi sul letto non appena ne ebbi l'occasione; il soffice e appena familiare materasso accolse il mio corpo come una calda e confortante mano restoratrice.
"Senti Gwen, dovrei parlarti." Mi disse Carl, accomodandosi di fronte a me sul bordo del letto; io mi alzai a sedere a gambe incrociate, in modo che mi potesse vedere in faccia. Quella situazione mi sembrò un deja-vu: mi riportò alla mente il momento in cui ero arrivata ad Alexandria e non avevo voglia di parlare con nessuno, in una stanza qualunque della casa dei Grimes e con Carl che stava tentando di instaurare un rapporto con me, cercando di farmi capire che non ero sola. In quel momento, a distanza di quasi una settimana, erano cambiate un sacco di cose: mi ero completamente inserita in quella comunità, cominciando a fidarmi e ad affezionarmi alle persone, arrivando a sacrificare la mia stessa vita per loro; e inoltre, avevo scoperto di nuovo di poter provare qualcosa per una persona come... Amore mi sembrava azzardata ancora come emozione, ma mi sentivo come se non dovessi escluderla come opzione.
"Che cosa c'è?" Solo allora cominciai a rendermi conto dello strano comportamento che assumeva il mio corpo quando lui era presente: le pulsazioni aumentavano a dismisura, pulsando più sangue del dovuto e rendendomi il viso caldo e rosso; mille brividi mi percorrevano la schiena, e il sistema nervoso sembrava inviare scintille ovunque intorno a me.
"Volevo che parlassimo di noi e di quello che è successo." Il suo tono si era fatto serio, per questo mi affrettai a rassicurarlo, dicendogli: "Oh, tranquillo, come ti ho detto prima ti ho perdonato, non posso più immaginare una vita senza la tua presenza." Quelle parole mi uscirono di bocca senza che io potessi pensarle, metabolizzarle, masticarle e solo in seguito sputarle fuori; per questo aggiunsi velocemente: "Cioè, nel senso che possiamo rimanere amici, non ho intenzione di perderti."
"Non era proprio di questo che volevo parlarti." Mi rispose lui, alzando un angolo della bocca a formare un mezzo sorriso, come se il mio comportamento lo divertisse; e infatti credevo fosse proprio quello il motivo del suo divertimento. Dopo un paio di secondi di silenzio, si sporse verso di me, appoggiando una mano sulla mia guancia e lasciandomi un bacio leggero sulle labbra, facendomi rimanere pietrificata da quel gesto, cosa che lo fece scoppiare a ridere; intanto la mia mente era in subbuglio, più confusa che mai. "In realtà volevo dirti che ho lasciato Enid, perché dopo quel bacio disperato che ci siamo dati mentre ci nascondavamo dai Salvatori, ho capito che i sentimenti che provavo per lei erano stati rimpiazzati da altri: quelli che provo nei tuoi confronti." Scosse la testa, abbassandola con ancora quella risata divertita a riempirgli le labbra.
Le farfalle volarono freneticamente nel mio stomaco, mentre la testa mi pulsava forte, come se metabolizzare tutto quanto richiedesse uno sforzo immane; perfino io stentavo a crederci, incredula da quella notizia.
"Quindi, tu ed Enid... Non... Non state più insieme?" Balbettai, sentendo il viso avampare ancora di più, oltre al cuore che sembrava stesse per esplodere. Il mio corpo era incredulo a quella notizia, perché voleva evitare di riempirsi si false speranze, rimpiazzate in seguito da solo delusione.
"Quando gliel'ho detto non voleva crederci neanche lei, infatti all'inizio è scoppiata a ridere, credendo che stessi scherzando." Scosse la testa, rivolgendomi un sorriso dolce. "Quando ha capito che facevo sul serio mi ha tirato uno schiaffo in faccia, andandosene arrabbiata." Il suo viso si fece più serio, come se stesse pensando a qualcosa che gli provocava ancora del dolore interiore. "L'unico problema che davvero mi preoccupava in quel momento eri tu però, e ciò che mi avevi detto prima di uscire allo scoperto: di non aspettare il tuo ritorno." Il suo viso sembrava incredibilmente vecchio in quel momento, come se il dolore avesse fatto passare gli anni in un solo battito di ciglia.
"E se io non fossi tornata?" Gli domandai, non sapendo esattamente se volevo conoscere la risposta.
Abbozzò un sorriso sincero. "Sarei venuto a cercarti, anche se mi avevi esplicitamente chiesto di non farlo." Mi rispose, mentre io gli gettavo le braccia al collo, sprofondando nell'incavo del suo collo e cercando di imprimermi nella mente il suo odore: sudore con un pizzico di menta. Mi staccai da lui quel tanto che bastava per guardarlo in viso, per poi unire le nostre bocche in un bacio dolce e gentile, che si fece sempre più appassionato, come se fosse l'ultimo. Non mi ero resa conto di quanto quelle labbra sulle mie, e quelle braccia intorno al mio corpo, mi fossero mancate, ma finalmente ero riuscita a capirlo: amavo Carl Grimes, e nessun'atro avrebbe potuto dividerci adesso.
Mai.

ANGOLO AUTRICE
Allora voi, care personcine che state leggendo -se siete arrivate fino a qua-, volevo avvertirvi che dato che so più o meno quali altri capitoli ci saranno, e di che cosa tratteranno, pubblicherò il capitolo non appena scritto, e non aspetterò più fino a domenica o giovedì o comunque i giorni soliti.
Buonanotte people.

In The Underworld - The Walking Dead ||IN REVISIONE||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora