Capitolo 10| A Girl, her sister and a marriage

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Girl's pov
Siamo chiusi in questa casa da anni, con un padre che non c'è quasi mai, ma che quando c'è fa la differenza. Molto spesso stiamo con Rodolphus Lestrange e lui ci sfrutta in ogni modo.
Puliamo la grande casa tutti i giorni, sorvegliati sempre dallo stesso elfo domestico, Karcho, e da Monsieur Lestrange, lui è proprio cattivo.
Non sia mai che sbagliamo qualcosa..o veniamo usati per provare i suoi stupidi esperimenti con le pozioni o ci scaglia contro qualche maledizione nuova. Ma la più terribile delle punizioni è quando mi obbliga a soddisfare ogni suo piacere, ogni tipo di piacere.

Ormai ne ho abbastanza di tutto ciò, sarà anche una sorta di nostro tutore, ma ciò non lo autorizza a toccarmi in questo modo continuamente.
E ora voglio scappare e portare con me la piccola licantropa che ho come sorella. Non ho più la Traccia e ho imparato a smaterializzarmi.

Mi mancherà l'uomo che chiamo padre, Antonin Dolohov, infondo lui non ci ha mai fatto nulla di male, anzi quando Monsieur Lestrange partiva ci portava a casa di altri a giocare coi loro figli.

Porterò mia sorella in Romania, è il paese più vicino con dei villaggi  di maghi.

«Diana? Diana?» grazie al cielo la piccola dormiva profondamente; mi alzai, presi uno zaino e ci misi dentro le nostre cose, poi presi Diana e mi materializzai nei boschi a nord della Romania e cominciai a dirigermi verso il confine con l'aiuto di una bacchetta che avevo trovato accidentalmente nella grande casa.

Nel frattempo nella grande casa si sentirono delle  urla femminili. «Lestrange che tu sia maledetto! dov'è mia figlia!? Cosa gli hai fatto!?»  la donna era così furiosa che le diventarono i capelli rossi.

«Vedi di calmarti o giuro che sulla testa di tua figlia ci metto una taglia, sarà stata la mocciosetta che di solito si occupa di lui, sarà scappata e se l'è portato dietro. Se la trovo le faccio pagare le pene dell'inferno»

«Chi? La piccola Dolohov che non mi è permesso vedere? Perché avrebbe dovuto?» Monsieur Lestrange sapeva che era lui la causa di questa fuga, sapevano tutti la causa.

«Si la ragazzina, la troverò. Ora torna nelle tue stanze.»

«Lo sappiamo tutti cosa fai a quella ragazzina e ti meravigli della fuga?! Sei un lurido verme, forse riusciranno a farsi una vita migliore così, anzi di sicuro. Preferisco non vedere più mia figlia se questo vuol dire dargli una vita felice e piena di speranza lontano da te e da suo padre.»

«L'hai voluto tu, lo sai bene cosa succede a chi non mi obbedisce- disse Lestrange schiacciando il marchio nero e chiamando quel mostro- Grayback» due secondi dopo il lupo mannaro si materializzò al fianco di Lestrange che gli ordinò di punire la donna.

Le urla di quella povera donna andarono avanti per ore senza che nessuno facesse niente per fermarle.

5 Novembre 1999

Sirius e Hermione si preparavano all'imminente giorno del matrimonio.

Come da tradizione la cerimonia ed i festeggiamenti ebbero luogo nel giardino della tana e date le fredde temperature invernali i ragazzi ci misero il doppio del tempo perché dovevano anche tenere caldo l'ambiente in qualche modo.
Giunse il momento delle promesse, fu Sirius a cominciare:  «La prima vota che ti ho visto eri solo una ragazzina. Beh, in verità eri la ragazzina, la più brillante e intelligente della sua età. Ho capito che eri la persona con la quale volermi legare indissolubilmente quel fantastico natale, sul quale non mi soffermerò a lungo. Quel natale mi hai aiutato a rinascere, tu hai impedito che io cadessi  nel baratro più volte dopo quel natale. E non dimenticherò mai due giorni precisi della nostra vita- e qui il nostro Padfoot cominciò a piangere, mentre Hermione lo guardava parlare con gli occhi lucidi- il primo è quando mi hai salvato la vita la prima volta, nell'Ufficio Misteri; lì, in quel preciso istante, ho capito quanto tu fossi forte e quanto tu tenessi a me. E vi confiderò che mi sono innamorato di lei in quel preciso istante e si tesoro, non lo avevo detto neanche a te questo particolare -a quel punto anche Hermione cominciò a piangere-Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi salvato più volte la vita. Il secondo giorno che non dimenticherò mai è il matrimonio del mio figlioccio, quel giorno siamo diventati genitori del nostro bellissimo miracolo, Adhar. E infine senza te io non sarei niente e ti prometto amore e sincerità Hermione.» la metà degli invitati piangeva, erano commossi dalle parole di Sirius.

Fu poi il turno di Hermione: «La prima volta che ti ho visto eri su un giornale e a lettere cubitali c'era scritto "Hai visto questo mago?" mi spiace ma quella fu la primissima volta-Gli invitati scoppiarono a ridere, mentre lo sposo alzava gli occhi al cielo-Ho capito che eri la persona giusta per me quando ho capito chi tu fossi davvero, un grande uomo, dal cuore gentile. Senza te probabilmente non sarei io, sei troppo importante. Ti prometto una cosa, in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza io ti salverò la vita.» per molti l'ultima frase non aveva senso, ma per loro due era come un "ti amo"

«Vuoi tu Sirius Orion Black prendere la qui presente Hermione Jean Granger come tua legittima sposa per amarla, onorarla, rispettarla, sostenerla, confortarla per tutti i giorni della vostra vita?»

«Diamine, certo! Oh, scusi. Lo voglio»

«E vuoi tu Hermione Jean Granger prendere il qui presene Sirius Orion Black per amarlo, onorarlo, rispettarlo, sostenerlo, confortarlo e salvarlo per tutti i giorni della vostra vita? »

«Lo voglio» rispose una frazione di secondo dopo Hermione, facendo ridere tutti.

«Bene, allora vi dichiaro marito e moglie. Signore può baciare la sposa.»

Dopo la cerimonia ci furono i festeggiamenti che durarono fino a notte fonda. Fu una giornata piena d'amore e felicità, due cose che tutti i presenti meritavano.



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