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A quell'epoca non lo sapevo, ma a New York, dov'ero nato, la cometa era stata scoperta lo stesso giorno in cui il mio telescopio vi era inciampato per caso

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A quell'epoca non lo sapevo, ma a New York, dov'ero nato, la cometa era stata scoperta lo stesso giorno in cui il mio telescopio vi era inciampato per caso. Le notizie che avevo allora erano scarse, in parte dovute alla grande distanza che separava l'Australia dal resto del mondo civilizzato e in parte perché il telegrafo non era ancora stato brevettato.

Non sapevo neppure che l'11 febbraio uno fra gli astronomi più famosi del secolo, il tedesco Encke, aveva consegnato ai giornali dettagli significativi sul timido corpo celeste che si stava mostrando all'occhio dell'uomo in quel periodo. Dopo molti anni riuscii a recuperare il famoso giornale europeo che avevo sempre anelato leggere. Riportava: "La cometa è posta in prossimità di Beta Ceti (una delle luminose stelle dell'emisfero boreale). È situata molto in basso sull'orizzonte sud-occidentale alla fine del crepuscolo astronomico".

A New York era possibile vederla un'ora dopo il tramonto, scoprii da altri quotidiani americani.

"Le osservazioni del 12 febbraio ci confermano che la cometa è situata a circa 6.5 ° da Beta Ceti".

Un bibliotecario chiamato Edward Claudius Herrick riportò nell'American Journal of Science che era visibile nel cielo della sera molto prima del suo passaggio al perielio. Il 19 dello stesso mese si sarebbe mostrata alle Bermuda; il 23 a Philadelphia e il 26 a Puerto Rico.

La cometa in questione si era accostata alla terra il 27 gennaio.

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11 febbraio 1843

Stavo leggendo a Jamie un quotidiano che riferiva di nuovo l'avvistamento della cometa quando Molly entrò reggendo un oggetto che mi sembrò il busto di un manichino degno di una modista.

«Dove vuoi posizionare quell'affare?» domandò Jamie, disinteressandosi della conversazione che stavamo avendo.

«Nella mia camera.»

«La domanda giusta sarebbe stata: "Dove l'hai preso, Molly?"» dissi io, rinunciando ad interessarli entrambi con ciò che piaceva a me.

Molly appoggiò l'affare – che Jamie bollò come inquietante – e si voltò verso di noi. Non si era nemmeno tolta il soprabito.

«Sono andata a presentarmi alla nostra vicina perché è una donna giovane, molto graziosa» disse con naturalezza.

«È una femmina?» domandò Jamie.

«Sì, e vive da sola. Non ci sono né maggiordomi né cameriere. L'ho notata che se ne stava seduta sul prato vicino alla casa con il viso rivolto al cielo. Sembrava concentrata sul volo degli uccelli. Mi sono avvicinata, le ho detto "buongiorno" e siccome ha ricambiato mi sono intrattenuta a scambiare qualche convenevole. Mi ha introdotta in casa e ho visto, in un angolo, il manichino. Le ho chiesto se era una modista, ma mi ha risposto che non ne sapeva niente. Qualcuno doveva averlo lasciato prima che arrivasse lei. Le ho risposto che io cucivo e m'avrebbe fatto comodo averlo. Me l'ha regalato.»

«L'hai invitata a cena?» domandò Jamie mentre io mi chiedevo quale potere avesse mia sorella di attirare a sé le persone.

«Non ho detto e fatto nulla di mia iniziativa. So come la pensate voi sulla questione.» Fece vagare lo sguardo nella stanza. «Prima che venga a trovarci dovremmo mettere ordine.»

Mi alzai dal divano e mi accostai alla finestra. Vidi il tramonto afferrare la landa.

«Avresti dovuto esser qui da un pezzo per preparare la cena» disse mio fratello.

«Scalderemo la zuppa che abbiamo mangiato oggi a pranzo» rispose lei con la più dolce indifferenza del mondo. Di certo non le stava a cuore la nostra salute, e neppure la sua, se intendeva mangiare una pietanza che era disgustosa già nella sua prima incarnazione.

«Farò io qualcosa d'altro» disse Jamie, sparendo in corridoio.

Dopo poco sentimmo il rumore di padelle e il crepitare del fuoco, finché la casa si riempì dell'odore della legna mangiata dalle fiamme.

Dopo cena dissi loro che sarei andato a scrutare la mia cometa. Provavo un coinvolgimento che mi spingeva a sincerarmi che fosse ancora là, all'orizzonte. Volevo vederla.

Allungai di proposito il percorso, che mi portò al cottage della vicina prima che la strada mi conducesse al fienile. Tenevo sotto il braccio un quaderno dove avrei annotato alcuni dati.

Il riquadro di una delle finestre della casa era illuminato. C'erano due candele che ardevano sul davanzale. Riuscii a vedere un'ombra opaca al di là dei vetri che si muoveva lentamente. Transitò lontana nella semioscurità dell'interno della casa.

Sorrisi e mi incamminai verso il mio rifugio.


La Grande Cometa del 1843Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora