Il 13 marzo, Caldecott misurò il diametro della parte più brillante del disco usando un micrometro filare e lo determinò in 11". Aggiunse che la nebulosità intorno al nucleo era di circa quattro volte il diametro del disco. La lunghezza della coda si aggirava fra i 30° e i 45°.
Il 17 marzo, John Frederick William Herschel salì finalmente in cattedra e descrisse la cometa come "un vivido fascio voluminoso". L'astronomo aggiunse che la coda non esibiva più la biforcazione ed era quasi parallela all'Equatore, anche se sospettava vi fosse una leggera curvatura.
A Pisa, un capitano di nome John Grover disse di aver veduto un arco luminoso nel cielo che si estendeva da un punto di circa un grado a sud della stella Rigel ad alcune nuvole che circondavano l'orizzonte a est. Gli angoli della coda erano appuntiti e definiti con chiarezza.
La lunghezza della coda si assestò fra i 30° e i 43° il 17 marzo; fra 34° e 40° il 18; fra 40° e 48° il 20.
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«La lunghezza della coda è strabiliante ma la cometa sta lentamente perdendo brillantezza» dissi, sconsolato. Era diventata una compagnia, una presenza a cui non potevo pensare di rinunciare.
«È perché si sta allontanando» disse Estella, che seguiva con attenzione partecipe le mie spiegazioni.
«A proposito» dissi, smettendo di tagliare i rami al melo, ora che i frutti erano stati raccolti. Nei giorni precedenti si erano succeduti pioggia e venti forti da sud che avevano rovinato gli alberi. «Non ci siamo visti spesso questa settimana. Sono venuto a bussare alla tua porta per due giorni di seguito ma non mi hai risposto.»
«Sono stata in città» spiegò lei, raccogliendo i rami più piccoli e formando delle fascine.
«Potevi chiedere a me di accompagnarti. Jamie ci è stato ieri.»
«Hai ragione. Dovremmo stare insieme. Ma alcune volte ho paura di te.»
Rimasi scioccato. «Paura di me? Ti ho dato per caso modo di averne?» Scesi dalla scala. «Non ti toccherò se non sarai tu a volerlo.»
«Ma io lo voglio.»
Nessuna donna era mai stata così diretta con me.
«Sono troppo vicina perché mi possa sottrarre» disse, ma non si rivolgeva a me.
«Cosa desideri?»
«Poter restare qui.»
Mi allarmai. «Progetti di partire?» le domandai. Non avevo mai pensato, neppure per un istante, che fosse di passaggio. «Credo sia questo che stai lasciando intendere. Sei intenzionata ad abbandonare la casa?»
«No» rispose. «Ma dovrò assentarmi spesso nei prossimi giorni.»
«Tornerai in città?»
«Sì. Non ho molto tempo per accomodare alcuni affari.»
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La Grande Cometa del 1843
RomanceCosa succederebbe se un astronomo si innamorasse di una cometa?