08. Allenamento obbligatorio.
« With no power comes
no responsibility, except
that wasn't true»
— Dave Lizewski
Tony rimase seduto sull’enorme poltrona in pelle nera, con lo scotch in mano e la vista di tutta New York davanti ai suoi occhi.
Dalla sua comodissima postazione, poteva ammirare l’Empire State Building e tutti i grattacieli attorno, con il via vai di traffico incluso.
Era una città veramente interessante, di notte.
Quando aveva sentito Pepper l’ultima volta, si era sentito estremamente nostalgico.
Era ormai troppo tempo che la sua amministratrice delegata risiedeva a Malibu, a gestire gli affari della compagnia, la parte più noiosa di tutto il nuovo progetto delle Stark Industries.
A volte si chiedeva veramente se lei stesse pensando a lui, durante quel tran tran assurdo chiamato quotidianità.
Aveva il bisogno fisico e psicologico di tornare anche solo per un paio di ore in California, giusto per sapere faccia a faccia se stava bene.
Strano, anzi, incredibilmente bizzarro quanto fosse diventato dipendente da quella donna.
Sapeva benissimo che non si trattava solo di lavoro.
Nick Fury aveva gli occhi fissi su di loro (ah, interessante scelta di parole!), e nonostante fosse adulto e vaccinato, non aveva molta libertà in quel periodo.
E non era solo per la “nuova agente”.
Ormai la farsa dell’allenamento, dell’istruzione e dei legami che dovevano costruire era palesemente inutile.
Fury li voleva tenere lì.
C’era un motivo, perché gli agenti dello S.H.I.E.L.D. venivano perfezionati nella sede stessa.
Poi, aggiungere un membro ai Vendicatori? Nicole proprio?
No, impossibile.
Nicole era brava, in teoria (lui non l’aveva mai vista interamente in azione, quindi si poteva solo basare sulle dicerie varie), ma non poteva diventare parte della squadra.
Non avrebbe mai potuto essere una di loro per il semplice motivo che sarebbe stato l’anello debole.
Per una persona normale possedere le sue abilità era una benedizione, ma lei si era ritrovata in mezzo a dei supereroi.
No, non era per questo che era lì, e lo avevano già capito il secondo giorno.
Ma per cosa, allora?
Tony prese il cellulare dalla tasca e, bevendo un ultimo sorso di scotch, digitò il numero per le chiamate rapide.
Due squilli, e l’uomo rispose in tutta velocità.
«Happy, preparami un volo privato per Los Angeles e una macchina dal LAX a casa mia per domani mattina alle sei. Ne voglio anche uno per il ritorno, alle otto. Solo per me» ordinò al suo assistente, agendo d’impulso.
Nick non si era fatto vivo per due settimane.
Sicuramente non poteva essere domani il giorno del suo controllo, e anche se fosse, a Tony non fregava un cazzo.
Aveva bisogno di tornare a casa.
«Forse dovresti richiamare il tuo assistente e cambiare i tuoi piani» disse Occhio di Falco.
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Impressive Heroics (#1)
FanficMentre i Vendicatori sono alle prese con un capriccio di Fury, che renderà la loro esistenza un inferno (scelta azzardata e pericolosa, dato che il suo esperimento porterà i supereroi a fare da veri e propri babysitter ad un'agente che non ha nessun...