04. Nessuna reazione a ogni esortazione.

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04. Nessuna reazione a ogni esortazione.

«You’ve reached the live 

model decoy of Tony Stark. 

Please leave a message»

— Tony Stark

«E’ uscita ieri sera. Per mangiare» disse Tony, pescando un mirtillo dal sacchettino di carta che stringeva in mano.

Natasha Romanoff non lo guardò nemmeno in faccia, rimase concentrata sul fascicolo che aveva di fronte e di tanto in tanto si spostava i capelli, di nuovo lunghi, dal viso.

«E perché me lo sta dicendo? Ma soprattutto, perché la controlla?» domandò.

Tony smise di masticare, per poi tornare a cercare nel sacchetto.

«Non la controllo. Sono dettagli, mia cara, dettagli. E’ sparito del cibo ieri e non punto tutti i miei soldi su Rogers. Capisco che le cellule del Capitano lavorano quattro volte più velocemente delle nostre, però son…»

«E’ sicuro che non sia stato lui. Mi chiedo ancora perché me lo stia dicendo» ripeté, stavolta alzando lo sguardo per guardarlo.

Stark fece un’altra pausa.

Era sempre difficile mantenere una conversazione con una persona del genere.

Quando lavorava per lui sotto copertura, era tutta dolce e gentile e professionale e chi più ne ha più ne metta.

Quando aveva scoperto chi era veramente, Natasha lo trattava più freddamente ma continuava a portargli rispetto.

In quel momento come non mai, invece, non capiva se lo odiasse, lo temesse o gli fosse indifferente.

Rispetto sì, ma calore e spontaneità… neanche quando ascoltava barzellette.

Eppure non era sempre stata così.

«Perché lei è l’unica persona più vicina a quella tredicenne che crede di essere una super eroina. Abbiamo bisogno di finirla» rispose.

L’agente Romanoff lo incenerì con lo sguardo, come se Tony avesse lanciato la frecciatina a lei e non a Nicole.

«Quando la smetterà di trattarla così, forse mi deciderò ad aiutarvi»

«Mi corregga se sbaglio» replicò Tony prontamente.

«Nicole Pearce ha diciotto anni. E’ adulta sia psicologicamente, che fisicamente, che legalmente. E’ una nostra pari e lei deve trattarla come tale»

«Va ancora a scuola, mi sembra un’adolescente alle prime armi, è difficile pensare che sia così brava a fare non so che se non riesce nemmeno a uscire dalla sua stanza!»

«In realtà è molto più di quello che lei pensa» ribatté, stavolta alzando lievemente il tono di voce.

Tony aggrottò le sopracciglia.

La stava veramente difendendo a spada tratta.

«E’ per caso sua sorella? Suo padre sa che c’è una Romanoff in più in famiglia?» commentò, sarcasticamente.

C’erano tasti dolenti che non si dovevano toccare, non con la donna con cui stava parlando tranquillamente.

Natasha si sentì ribollire il sangue nelle vene al solo sentire la parola “padre”.

Fu questione di un secondo e la Vedova Nera si lanciò contro il divano su cui era seduto Tony, scaraventandolo insieme al proprietario sul pavimento.

Impressive Heroics (#1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora