09. Lovebirds.

1.8K 80 7
                                    

09. Lovebirds 

«Don't make me sad, don't make me cry

Sometimes love is not enough 

and the road gets tough

I don't know why»

— Lana Del Rey

Tony le aveva detto di essere puntuale, di dargli l’indirizzo e le aveva pure augurato buona fortuna.

Come punto di riferimento, aveva scelto la casa di Marcus: l’auto con Stark sarebbe passata alle nove in punto di fronte all’enorme edificio, e Nicole avrebbe salutato Los Angeles per altri tre mesi.

La prima tappa di quella gita bizzarra fu nel suo vecchio quartiere.

Nessuno avrebbe dovuto riconoscerla, quindi, nonostante i pesanti trentacinque gradi, si era messa un paio di occhiali dalle lenti scure e aveva sciolto i lunghi capelli, sistemandoseli di fronte al viso.

Aveva pure un cappellino da baseball sgualcito e intaccato che aveva comprato per un dollaro in una bancarella vicino alla stazione della metro.

Passò di fronte al diner che era solita frequentare con i suoi compagni di classe, e si fermò di fronte alla vetrina enorme.

Non c’erano.

Un’ora dopo, stava ancora camminando in direzione della casa di James, evitando come la peste i mezzi pubblici.

Avrebbe sicuramente trovato qualcuno che conosceva.

«James Stone, sei la persona più appariscente che io conosca… eppure non riesco a trovarti» borbottò.

*

«Cremo, parla» ordinò Loki, seduto sull’enorme imitazione del trono che gli spettava di diritto.

Il ragazzo, se così si poteva chiamare, annuì e abbassò il capo.

«Abbiamo fatto in modo che non ci potessero localizzare in nessun modo. Fury ha le mani tra i capelli, se si può dire» esordì.

«Non capisce quale sia la minaccia e ha paura che i Vendicatori scoprano il suo piano. Questo ci fa capire che nessuno di loro sa che lei, altezza, è di nuovo libero e pronto ad attaccare» aggiunse, sempre mostrando il suo rispetto per il dio delle malefatte.

Loki sorrise.

Capire le mosse di Fury era facile, e nulla era cambiato dalla prima volta che si erano incontrati: era semplicemente un libro aperto.

Guardò i suoi quindici uomini, addestrati e talentuosi, in riga di fronte a lui.

Nonostante li avesse scelti personalmente, sapeva che alcuni di loro, in confronto ai più bravi, erano inutili.

Sette di loro erano solo capaci di distruggere e picchiare senza fermarsi, alimentati dalla loro rabbia gratuita e dal piacere di arrecare danni.

Otto di loro, invece, erano incredibilmente forti e potenti.

Abilità come quelle di Manos o Akkra erano da invidiare con tutto il cuore, soprattutto perché erano i punti deboli dei Vendicatori.

Anche avere le capacità di Leszko e Marjara, la psicopatica, non era da poco.

Gli altri sette, i normali caisordiani, erano stati scelti per altri motivi.

Loki sapeva che portarsi dietro gente come loro era importante, ma dovevano avere un contorno.

Non poteva permettersi di perdere soldati così bravi, così talentuosi… all’inizio di una misera battaglia.

Ecco di cosa necessitava.

Impressive Heroics (#1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora