Angela e Clarissa sono madre e figlia. Nonostante le difficoltà nel ritrovarsi da sole in un paese straniero, la loro vita procede tranquilla e felice. Loro due hanno un rapporto speciale che forse solo quando hai una figlia a 18 puoi costruire. Son...
Alle volte vivi delle giornate che vorresti non finissero mai.
Che i minuti che compongono quelle ventiquattro ore da soli 1440 si dilatassero e diventassero 1480, 1500... 3000!
Vorresti possedere un telecomando magico che ti permetta di premere pausa e rewind a tuo piacimento.
Sarebbe il massimo!
Ricordo che l'ho desiderato il giorno del mio nono compleanno e la mamma si era tenuta l'intera giornata libera da passare con me. A quei tempi aveva da poco iniziato a lavorare in ospedale e faceva dei turni massacranti, ma per quel giorno lei era tutta mia dopo mesi, e io non potevo chiedere regalo più bello! Mi ha portata a Brighton, abbiamo fatto un giro al luna park sul molo, anche se era un freddo cane poiché il mio compleanno cade a fine gennaio, ma a noi non importò.
Poi mi è capitato di desiderarlo il giorno che ho dato il mio primo bacio a Wes. Eravamo a Hyde Park, accanto alla statua di Peter Pan e anche quando abbiamo fatto per la prima volta l'amore un anno dopo... fu tutto così dolce, perfetto, romantico. Proprio come dovrebbero andare certe prima volte.
E oggi è uno di quei giorni.
I minuti scorono svelti.
Le ore scivolano una dietro l'altra e io vorrei trovare un modo per afferrarle. Bloccarle. Congelarle. Perché questa giornata è troppo bella e perfetta per farla sparire.
I componenti della band sono uno più simpatico dell'altro. Non te lo aspetteresti da persone così ricche e famose, ma loro sono decisamente alla mano e nonostante l'età, la quale si aggira per tutti tra i 35 e i 41 anni, sono degli eterni ragazzini. Non fanno che prendersi in giro, fregarsi pezzi di pizza, tirarsi le patatine... sembriamo io e i miei amici quando ci riuniamo a casa di qualcuno per i nostri pigiama party!
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Nick, per esempio, è il più scemo di tutti.
L'avevo intuito guardando le loro interviste in tivù, ma di persona è forse peggio, però le sue battute continue mi hanno aiutata a rilassarmi e a farmi sentire parte di questo strano gruppo.
E poi, grazie a questa curiosa atmosfera rilassata, amichevole e scherzosa, riesco a parlare più sciolta con Jensen e provare a conoscerlo realmente.
Perché credo davvero di volerlo.
O forse, più che altro, ne ho bisogno.
Non so se al posto suo ci fosse stato qualcun altro, io gli avrei donato la medesima possibilità. Forse sì, forse no. Non credo che lo saprò mai. Ma c'è lui. È lui mio padre. E io più ci parlo, meno percepisco le scosse da: "Oddio sto parlando con Jensen Kurtis, il mio idolo!". Più ci parlo e più è reale il suo ruolo nella mia vita, più mi sento avvinta a lui, anche se tutto questo mi terrorizza a morte, perché c'è ancora troppa paura che svanisca ancora una volta dalla mia vita.
