15- Angela

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     Come apro gli occhi la luce dorata della tarda mattinata filtra tra le tende celesti leggermente scostate, arrivandomi dritta in faccia in puro stile fucilata.

Sbadigliando vistosamente mi volto dalla parte opposta. Mi stropiccio gli occhi. Mi stiracchio le gambe, poi la schiena e infine le braccia. E dopo qualche altro istante di tentennamento, decido di alzarmi.

Puntatina al bagno dove mi lavo la faccia, mi pettino i miei riccioli incasinati bloccandoli sulla testa con un mollettone rosa, poi mi infilo una felpa con la zip e il cappuccio con la scritta ME? SARCASTIC? NEVER sul retro, calzettoni di lana, ciabatte e finalmente scendo in cucina per mangiare qualcosa e immergermi nel caffè.

Quando faccio il turno di notte mi sveglio sempre un po' rintronata, anche se puntualmente non riesco a stare sul letto oltre mezzogiorno, e tornando a casa alle 6:30 del mattino non è un granché.

Premendo il pulsante play della macchinetta del caffè, butto un occhio all'ora che lampeggia beffarda sul monitor del forno.

Le 11:46.

Diamine! Non ho dormito nemmeno sei ore!

Stasera alle 8 già crollerò. Me lo sento. E io che volevo passare la serata davanti la tivù con Lari e raccontarle un po' la storia mia e di Jensen!

Va beh... farò un pisolino nel pomeriggio.

Ascoltando il gorgoglio del liquido marrone che si prepara, mi appoggio al bancone dando le spalle alla piccola finestra sopra al lavello, ripensando alla nottata appena trascorsa in ospedale.

È stata un po' movimentata.

C'è stato un incidente d'auto, uno in e moto e poi un signore, non chiedetemi come, si è tranciato due dita con una motosega. Poi ci sono stati i soliti malori, indigestioni, l'influenza e così via.

Ma la cosa più interessante è stata la pausa caffè in compagnia di Daniel.

Oramai è con noi da quattro anni, ma non l'ho mai conosciuto veramente e ieri sera, tra un sorso di caffè e un morso a un muffin rinseccolito al bar dell'ospedale, ho potuto conoscere un uomo simpatico e affascinante

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Oramai è con noi da quattro anni, ma non l'ho mai conosciuto veramente e ieri sera, tra un sorso di caffè e un morso a un muffin rinseccolito al bar dell'ospedale, ho potuto conoscere un uomo simpatico e affascinante.

Anche lui ha 36 anni come me. Adora il suo lavoro e lo fa con gran passione. Viene da Edimburgo, ha studiato a Oxford, poi è stato quattro anni a Harvard e ha lavorato per un po' in un ospedale della City, ma cercava qualcosa di più intimo, che gli permettesse di avere anche un minimo di vita privata.

I turni nell'ospedale a Londra erano davvero massacranti ho l'idea!

È stata proprio piacevole e come mi ha proposto di replicare domani, durante il nostro turno mattutino, non ci ho riflettuto sopra due volte e ho accettato. È vero che in questo momento non ho la testa adatta per affrontare una relazione, ma nulla mi evita di coltivare questa amicizia per il futuro, no?

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