Capitolo 19

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Cercando di "sbloccarmi", di ritornare alla realtà dopo quella chiamata, mi vesto e vado giù al supermercato per comprare la cena. Scelgo una fetta di carne con un pò d'insalata, ma ad un certo punto mi ritorna in mente Marco. Potrei invitarlo da me stasera o sarei troppo invadente? Per una volta metto da parte ogni paranoia e chiamo, glielo chiedo e con molto piacere accetta quasi entustiasta. La cosa mi fa molto piacere e allora raddoppia tutto, sia la carne che l'insalata, pago e salgo a casa per sistemare, vestirmi e passarmi un velo di trucco.

20.34
Suona il citofono, rispondo e ovviamente era Marco. Lo faccio salire dicendogli la scala e il piano e in meno di 2 minuti sento il campanello e apro la porta.
Posò ciò che aveva l'aria di essere una torta/dolce sul mobiletto vicino all'entrata e mi abbracciò facendomi soffocare, non mi disturbava, non era un abbraccio oppressivo, ma pieno di affetto. Lo accompagno in camera dei miei per fargli posare anche il suo borsone con dentro credo il pigiama e un cambio. Le solite cose che si portano quando si dorme fuori insomma...
Gli propongo di mettersi nel divano, ma lui rifiuta dicendo di voler mettersi in cucina con me mentre preparo la cena e si offre di apparecchiare ed io non mi oppongo. Pronta la cena mi siedo a tavola di fronte a lui e iniziamo a parlare di qualcosa in particolare al contrario di prima:

Marco:"Ma tua madre? Dov'è?"
Io:"Guarda non mi chiedere niente... ormai sparisce in continuazione" dico rassegnata
Marco:"Ma non sai nulla completamente?"
Io:"Assolutamente niente"

Rimaniamo in silenzio qualche secondo, lui lo interrompe.

Marco:"Sei bella"
Io:"Questi attacchi?" Dico ironica
Marco:"Ogni tanto mi va di vederti sorridere perché quando lo fai sei ancora più bella."
Io:"Ti adoro" no, non è vero, ti amo è diverso
Marco:"Anch'io amore"
Io:"Piaciuto tutto?"
Marco:"Sei un'ottima cuoca devo dire hahahah"
Io:"uh, Ma grazie" dico lusingata

Ci alziamo e insieme sparecchiamo la tavola, poi faccio i piatti e lui si siede sul divano. Finisco di fare ciò che stavo facendo e lo raggiungo molto volentieri.

Io:"Sono ancora imbarazzata per quello che è successo stamattina"
Marco:"Tu sei pazza"
Io:"Perché?"
Marco:"Devi essere solo fiera di ciò che sei. Sempre."

Non so cosa rispondere, lui però decide di toccare un tasto dolente rompendo il mio silenzio.

Marco:"Allora cucciola? Voglio vedere i tuoi polsi senza nemmeno un graffio. Posso?"

Si avvicina alla manica della felpa e io la ritraggo indietro.

Io:"Sono un disastro, un completo disastro" quasi scoppio a piangere.
Marco:" Non hai mantenuto la promessa."
Io:"No. Pensavo fosse tutto perso, pensavo non esistesse più nulla, pensavo che per te esistesse solo lei"
Marco:"Quando lo hai fatto?"
Io:"Appena sono tornata a casa"
Marco:"Sei scema"

Mi prende il polso, me lo stringe e alza il tono della voce. Ho paura.

Marco:"NON CI DEVI PENSARE NEMMENO, BUTTALE. DOVE SONO? BUTTALE?"
Io:"So- sono nel cassetto vi-vicino all'armadio" Dico un pò impaurita.

Marco apre il cassetto e le butta. Io rimango immobile toccandomi il polso ancora dolorante, poi lui ritorna e si siede accanto a me con la testa fra le mani piegato in avanti. Sembra mortificato. Sembra.

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