This City//Last Night
Una casa è calda e familiare, una casa è accogliente e sicura, e come dicono i clichè, casa è dov’è il tuo cuore.
Ma Louis Tomlinson non era a “casa” da fin troppo tempo, e la sua nuova casa non era affatto come una casa dovrebbe essere. Certo, aveva i suoi amici a tenergli compagnia, ma non erano la stessa cosa di una famiglia. Ripensandoci, nemmeno la sua famiglia era più come era prima, e quindi anche la sua “casa” non era una vera e propria casa. Il cuore di Louis in realtà non era da nessuna parte, vagava per una città che lo chiamava estraneo.
Non poteva però prendersi la briga di preoccuparsi per la sua mancanza di una casa, perché, beh, Louis aveva smesso di preoccuparsi per la maggior parte delle cose molto tempo prima.
Ora, Louis trascorreva gran parte del suo tempo nel retro dei locali o in vicoli bui, facendo pagamenti che erano sempre decisamente in ritardo. Non poteva individuare esattamente quando le cose erano precipitate così in basso, ma lo avevano fatto, e ora il fondo gli sembrava abbastanza comodo.
Quello che contraddistingueva Louis però era il fatto che non era mai stato il tipo di persona che delude gli altri. Per tutta la vita era stato un figlio esemplare, un amico, uno studente. Sapeva come piacere alle persone, come farle sorridere e ridere, come prendersi cura di loro. Ma non era mai stato bravo a prendersi cura di se stesso. E quindi aveva lasciato che le cose precipitassero, e con loro era arrivata la delusione. Quella dei suoi amici che lo avevano visto sprecare la sua vita, i suoi due migliori amici che lo trovarono nel retro del Paradise una sera dopo che le cose si erano spinte troppo oltre. Beh, fu Liam a trovarlo, mentre Niall stava aspettando a casa sull’orlo di un infarto.
Louis odiava deludere gli altri.
A volte era dura avere Liam come migliore amico, perché aveva la capacità di farti sentire una merda quando facevi qualcosa di male e non sapeva nemmeno di farlo perché era semplicemente troppo dannatamente buono. Sospirava, ma non diceva niente; non giudicava, ma tu ti sentivi comunque una merda perché sapevi di aver rovinato tutto e a volte desideravi solo che lui ti urlasse contro, perché le urla erano decisamente meglio di quegli occhi tristi e quei sospiri.
È così che Louis Tomlinson si sentiva il giorno che Liam lo trovò fatto nel retro del locale. Liam non disse niente. Non fece commenti sul fetore che emanavano i vestiti di Louis. Non fece commenti sulle donne mezze nude stese sul pavimento della stanza. Non fece commenti sugli altri ragazzi che erano con Louis, occhi iniettati di sangue e naso rosso. Liam non disse una parola. Semplicemente prese Louis, gettandosi le sue braccia sulle spalle per sostenerlo, e lo accompagnò alla macchina. Nessuno dei due parlò durante il tragitto verso casa. Nessuno disse nulla mentre entravano nel cancello del loro condominio. Liam non diede spiegazioni a Niall, e non disse una parola mentre Louis crollava a letto.
Louis aveva rovinato tutto. La situazione era la stessa da parecchi mesi. Se davvero voleva individuare un lasso di tempo, le cose avevano iniziato a precipitare da qualche parte tra dicembre e marzo, quando si era lasciato coinvolgere nel giro sbagliato. Probabilmente era stata una cattiva idea accettare un lavoro in un locale con Liam. Liam poteva gestire il fatto di lavorare al Paradise visto che non aveva mai bevuto o fumato o fatto niente. Ma Louis se la cavava molto peggio a gestire le tentazioni.
“Cos’è successo? Cos’ha che non va?” Louis riusciva a sentire le domande che Niall stava sussurrando nella stanza accanto.
“Cosa credi che sia successo, Niall?” disse Liam a voce bassa.
“Merda, quindi avevamo ragione? Si sta drogando?”
Liam sospirò, e Louis immaginò che avesse annuito in risposta.
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Lego House
FanfictionLouis Tomlinson era quasi alla fine della sua corda, intrappolato nel caos che si era creato da solo, bloccato al centro di un labirinto. A Harry Styles le cose stavano bene così com'erano. Lavorava di notte e dormiva di giorno. Racimolava abbastanz...