Capitolo cinque

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Cold coffee//This

Louis non sapeva cosa fosse successo, e non sapeva cosa fare, l’unica cosa che sapeva era che Harry stava male, e lui non lo avrebbe lasciato per nessun motivo. Facendo attenzione, ma senza esitare, Louis avvolse Harry tra le sue braccia, e Harry non aveva nemmeno la forza per protestare. O forse non voleva protestare. In ogni caso, crollò subito sul petto di Louis, e un piccolo, tremante respiro gli scosse il corpo, e arrivò dritto al cuore. 

12 Ore Prima

Louis stava seduto sul divano, rigirandosi il cellulare tra le mani, fissando il soffitto. Era in quella posizione da un po’, aspettando e sperando in un messaggio che sapeva non sarebbe mai arrivato. 

Erano passati due giorni. Due giorni interi in cui non aveva sentito Harry. Non avrebbe dovuto essere uno shock per Louis, aveva passato periodi molto, molto più lunghi senza sentirlo. Ma dopo la settimana precedente, in cui avevano passato ogni giorno insieme, era dura essere all’improvviso fuori da quella routine, soprattutto dal momento che la maggior parte del benessere di Louis dipendeva dal rispettare le routine. 

Ma Harry era spontaneo. Era la cosa più lontana da una routine. E quindi aveva deciso di scomparire dalla vita di Louis ancora una volta, e Louis non era affatto d’accordo. 

Questa volta però, Louis non se ne sarebbe stato semplicemente ad aspettare che Harry ripiombasse nella sua vita. Gli aveva mandato milioni di messaggi, prima scusandosi, poi assicurandogli che potevano ancora essere amici, e poi chiedendogli se voleva passare un po’ di tempo con lui. Non aveva ricevuto una sola risposta, ma Louis stava cominciando a capire come doveva comportarsi con Harry, quindi non si aspettava affatto che lui gli rispondesse. 

Ma sapeva che Harry stava ricevendo i suoi messaggi. Sapeva che li stava leggendo, che stava realizzando che Louis era dispiaciuto per qualsiasi cosa avesse fatto, e che voleva ancora essere suo amico. E questo era abbastanza per Louis, lo era, davvero

“Dio, Haz, perchè non mi rispondi?,” gemette Louis, premendosi il cellulare contro la fronte. 

Era più o meno mezzogiorno, e Louis non aveva fatto colazione. Il suo stomaco brontolò furiosamente, costringendolo ad alzarsi. Si mise il cellulare in tasca, nel caso in cui Harry avesse deciso di chiamare o rispondere ai messaggi, e si avviò in cucina per prepararsi qualcosa da mangiare. 

Si preparò velocemente un sandwich e si sedette al bancone, tirando il cellulare fuori dalla tasca e ispezionando la cartella dei messaggi ricevuti mentre mangiava. 

Aveva conservato tutti i messaggi di Harry. Non erano vere e proprie conversazioni, non parlavano molto via messaggi, ma ogni piccolo ‘Sono qui :)’ o ‘Sto arrivando xx’ faceva accelerale il cuore di Louis. Non riusciva ancora a spiegarselo, la presa che questo ragazzo aveva su di lui era inspiegabile. 

All’improvviso il cellulare si accese, vibrando. Louis rispose prima ancora di vedere il numero, e sbottò in un ansioso, “Harry?”

“Liam,” disse la voce dall’altro lato. 

“Liam?” chiese Louis, accigliato. 

“Liam.” 

Louis sospirò, e strinse il cellulare tra la curva del suo collo e l’orecchio mentre prendeva il piatto e si avvicinava al lavandino. “Che c’è?” 

“Volevo controllare che fosse tutto a posto.” 

“Sto bene, Liam.” 

“E questo vuol dire che non lo sei. Harry non ha chiamato, quindi?” 

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