La settimana dopo, erano in camera del signorino Harold a giocare a scacchi.
Ridevano e sorridevano scambiandosi, di tanto in tanto, qualche innocente bacio a stampo.
«Uhmm...» Harry guardava la scacchiera riflettendo su quale sarebbe stata la mossa migliore da fare. «Alfiere in E4.» e sorrise a Louis dopo aver mosso la pedina in questione.
Louis gli sorrise. «Torre mangia l'alfiere.»
«Oh, come ho fatto a non notarlo.» Harry fece subito un broncio adorabile e Louis non riuscì a non baciarlo.
Si staccarono appena in tempo da quel sfioramento di labbra, poiché Anne Styles fece il suo ingresso nella camera del figlio senza bussare e, appena entrò, sgranò gli occhi.
I due ragazzi rimasero pietrificati. Che avesse capito qualcosa che non era già ovvio al resto dei presenti all'ultimo evento?
«Harold! Ma che diamine stai facendo qui così?!» sbottò la madre, sbalordita.
«Ehm, madre... I-Io posso spiegare...» balbettò Harry, per poi domandare «Ma così, come?»
«Così, vestito... così! Dannazione, sei in ritardissimo! Meno male che sono venuta a cercarti qui, avresti dovuto esser al piano di sotto già venti minuti fa!» continuò la madre, gesticolando nervosa mentre i due ragazzi capivano sempre meno.
«Ma cosa... mamma, di che diamine stai parlando?»
Lei sgranò ancora gli occhi. «Ma come di cosa sto parlando, sto parlando dell'evento organizzato da giorni! Non te lo sarai mica dimenticato, vero Harold?»
Questa volta furono i due ragazzi a sgranare gli occhi.
«Madre, come faccio ad essermi dimenticato di una cosa di cui non sapevo niente?»
«Come non lo sapevi?! Tuo padre te l'ha detto appena ha dato la conferma al cuoco! Ha voluto venire lui personalmente da te a dirtelo» finì incrociando le braccia al petto.
Harry pensò e ripensò ai giorni precedenti, ma non trovò nulla, nei suoi ricordi, che si avvicini anche solo lontanamente a quello che le aveva appena rivelato la madre.
La signora Styles stava per riaprire bocca, ma venne interrotta dall'entrata del marito in quella camera fin troppo affollata, per i gusti di Harry.
«Allora? Scendiamo?» chiese guardando i presenti. Poi il suo sguardo si posò sul figlio. «Harold, ancora non sei pronto? Oh, aspetta... non te lo avevo detto? Questa sera, ovvero adesso, ho organizzato un altro incontro con delle possibili future mogli. Forza, non vorrai farle aspettare» concluse sorridendo.
Harry lo stava guardando atono. Nessuna emozione traspirava da quello sguardo.
Si alzò, prese la mano di Louis, che fino a quel momento aveva assistito alla scena nel più totale silenzio, e lo portò con sé fuori dalla camera, ignorando quel «Ma dove diavolo sta andando?» che sua madre rivolse al signor Styles.
Dopo aver percorso qualche corridoio, Louis gli sussurrò un flebile «Haz, dove mi stai portando?», mentre continuava a seguirlo, volendo continuare a seguirlo.
Harry sorrise a quel nomignolo, abbandonando un po' quell'aria fredda. Louis se ne accorse e si tranquillizzò, accennando un sorriso.
Arrivarono di fronte ad un enorme porta, controllata da due uomini che la aprivano in caso qualcuno avesse voluto entrare, come in quel momento.
Superata la porta, Louis ebbe bisogno di un momento per capire dove si trovassero.
Da quell'angolazione, dal quel punto di vista mai avuto, non era facile riconoscere il salone in cui si stava tenendo l'evento di cui parlavano i genitori del suo Harry.
Il signorino Harold si posizionò perfettamente al centro, in quella zona che precedeva la grande scalinata.
Tutti gli invitati, compresa l'orchestra, interruppero ciò che stavano facendo per porre la loro attenzione al membro più piccolo della famiglia della Casata Styles.
«Perdonate l'interruzione» disse a gran voce per farsi sentire anche dagli ospiti più lontani in quell'enorme salone.
Louis ancora immobile appena dietro di lui, le mani ancora unite.
«Volevo solo scusarmi per avervi fatto sprecare tempo e fatica per esser venuti qui, oggi. Questo evento è stato organizzato da mio padre, così come il precedente, al solo scopo di farmi trovare una moglie che io possa amare, con cui io possa passare il mio futuro in questa Casata e in queste terre.» I presenti non distoglievano lo sguardo da lui, mentre parlava. «Purtroppo, però, vi è solo un piccolo problema. Io sono già innamorato di una persona.»
Di colpo, un rumore di sussurri inondò la sala.
Louis, che per tutto il discorso aveva mantenuto lo sguardo basso sui suoi calzari mal ridotti, puntò gli occhi brillanti sul volto di Harry.
Il signorino continuò «Mio padre non vuole accettarlo, ma questo non è un problema mio. Mi dispiace solo aver fatto scomodare da casa tutti voi.»
Alcuni ospiti sorrisero riconoscenti, altri lo guardarono interdetti, altri ancora continuarono il proprio borbottio fra loro.
«Buona serata e grazie dell'attenzione» concluse Harry, voltandosi successivamente e uscendo dal salone, ancora con la mano ancora stretta in quella del suo Louis.
Appena le porte dietro di loro vennero chiuse, il maggiore si allontanò improvvisamente dal minore.
«Hai completamente perso la zucca?!» sbottò. Harry lo guardò confuso e spaventato dalla possibilità di aver detto qualcosa di sbagliato.
«Punto primo, non farmi mai più stare accanto a te durante un tuo discorso, è impossibile reggere tutti quegli sguardi addosso, mi sentivo nudo e dannatamente inferiore rispetto a tutte quelle persone ben vestite» disse con una leggere nota di rabbia nella voce.
Il riccio fece un passo in avanti aprendo la bocca per scusarsi, ma Louis continuò a parlare, quindi lui abbassò lo sguardo con gli occhi tristi.
«E secondo...» Addolcì il tono prima di continuare «Non osare mai, mai più, dire di essere innamorato di me in quel modo.»
Harry alzò il volto, puntando gli occhi smeraldo in quelli ghiaccio del maggiore.
«In quel modo... quale? Sai, per essere preparato...» accennò un sorriso.
«In quel modo davanti a tutte quelle persone e per la prima volta. Dannazione, stavo per svenire dall'emozione!» arrossì Louis. Harry sorrise avvicinandosi. «Quindi...» Si mise esattamente davanti a lui. «Se io dovessi dirtelo adesso? In questo modo?»
Louis sorrise imbarazzato. «B-be'... se intendi in questo modo, forse potrei anche risponderti che anch'io sono innamorato di te... ma forse eh.» Harry sorrise.
«Ti amo, Louis.»
«Ti amo, Harry.»
Sorrisero entrambi, prima di baciarsi.
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Casata Styles #Wattys2018
FanfictionLa famiglia Tomlinson era povera. Ha affidato il figlio Louis di appena due anni alla Casata Styles in cambio di denaro. Harry/Louis | Medieval!AU | butler!Louis richman!Harry