È sveglio dalle quattro quella mattina per pulire tutta la sala da pranzo in tempo per la colazione e, dopo tre ore buone, ha finalmente finito. È in tempo preciso per svegliare il Signorino Harold, come sua madre aveva ordinato fin da giovane: "Sveglia puntuale alle sette ogni mattina da quando compie quindici anni!".
Entra in camera sua non curandosi del rumore che provoca andando dritto verso la grande porta-finestra che dava sull'altrettanto grande balcone. Spalanca le tende color bluette, così come molti dettagli della stanza, sentendo le lamentele del riccio causate dalla luce fastidiosa ai suoi occhi.
«Mmh... Boo...» mugugnò Harold girandosi dal lato opposto, mostrando a Boo la sua schiena muscolosa.
«Non faccia lamentele e si alzi» provò ad ordinargli il maggiore (anche se di qualche anno) Louis, con scarsi risultati, però.
«Ti ho detto di darmi del tu!» lo rimprovera il piccolo mentre gli si abbassa ancora di più la voglia di alzarsi quando si ricorda che il suo migliore amico è il suo "servo", termine che lui stesso detesta.
«Va bene... ma solo quando siamo soli, lo sai» risponde Louis uscendo dal bagno dove ha appena aperto l'acqua della vasca.
«E adesso siamo soli...» afferma Harold girandosi verso l'altro, stropicciandosi gli occhi.
«Vero. Quindi... Buongiorno Haz!» sorride il castano facendo sorridere il riccio ancora mezzo addormentato.
«Bene» esclama poi il maggiore «Muoviti a lavarti, o meglio, muoviti ad entrare nella vasca così che io possa lavarti per essere puntuali per la colazione alle otto precise.» Sorride ricevendo in cambio una smorfia da parte dell'altro.
«Uff... Loueh e se dici che sto male e mi fai le coccole come l'altro giorno?» chiede con un velo di speranza nella voce.
«Harreh, devo ricordarti che "l'altro giorno" era l'altro ieri?» gli ricorda ridacchiando appena, guadagnandosi uno sbuffo dal riccio.
«Okay, mi arrendo. Facciamo questo benedetto bagno!» esclama esasperato alzando le coperte dal suo corpo coperto da soli boxer, nonostante facesse credere a tutti, tranne che a Louis, che dormisse con i pigiami si seta pregiata importata.
«Finalmente Harold! E anche questa mattina ce l'ho fatta!» esclama vittorioso. Harold blocca la sua lenta camminata da zombie verso il bagno e si gira verso il castano.
«Come mi hai chiamato?» lo guarda sottecchi.
«Ehm... Harry?» tenta invano.
«Faccio finta di crederci. Sai quanto odio essere chiamato... così» finisce la frase con un verso di disgusto mentre continua la sua camminata verso il bagno, mentre l'altro lo segue, accennando una risatina. Harry si toglie i boxer sotto lo sguardo attendo di Louis e si sdraia nella vasca ormai piena d'acqua. Il maggiore si affretta a chiudere il rubinetto e a cominciare a lavare il Signorino Styles.
«Lo sai, vero, che potrei lavarmi da solo?» chiede Harry con le gote leggermente sfumacchiate di rosa, come ogni mattina che le mani del suo migliore amico gli percorrono tutto il corpo.
«Sì» risponde pronto Louis sfregando sul petto dell'altro.
«E allora perché lo fai tutti i giorni?» gli chiede aumentando il respiro, anche se di poco, poiché l'altro ha cominciato a sfiorare i suoi capezzoli.
«Perché è compito mio, così come tutto il resto che faccio. Solo che questo lo faccio con piacere perché posso stare con te!» pone così fine alle sue domande.
Harry decide di cambiare argomento dato che le mani di Louis stanno arrivando sempre più in basso.
«Ehm... hai la ragazza?» gli chiede allora, cercando di non pensare alle mani sul suo basso ventre.
«Abito qua e lavoro ventiquattr'ore su ventiquattro. Secondo te?» gli risponde mentre comincia a massaggiare il membro dell'altro che ha chiuso istintivamente gli occhi.
«Ma... c-c'è qualcuna in casa che ti attira? T-Tipo, la Calder?» chiede aumentando il respiro e mordendosi il labbro per non gemere mentre l'altro continua a muovere la mano verticalmente su di lui.
«No, non mi attirano le donne, tanto meno Eleanor. Preferisco di gran lunga gli uomini.» A quell'affermazione Harry sgrana gli occhioni verde smeraldo lucido. Mossa sbagliata. Vede il castano intento a "lavorare" la sua cappella e gli scappa un gemito.
«T-Ti ho fatto male?» chiede preoccupato, mentre lo scruta con i suoi color oceano, bloccandosi immediatamente.
«E-Ehm... Uhm... N-No...» Harry si morde le labbra.
«Allora cos'era quel verso?» chiede il castano continuando il suo lavoro, guardando Harry negli occhi. Adesso il riccio non può neanche chiudere gli occhi e abbandonarsi ai suoi tocchi così delicati.
«Ehm... Hai mai sentito parlare del... Sesso?» chiede, allora, cercando di non balbettare.
«Uhm... Sì, El e Dani l'altro giorno stavano parlando di Gemma e di un tipo. Perché?» chiede questa volta più curioso aumentando la velocità della mano.
«E-E sai cos-cosa...» Prende un respiro profondo cercando di calmarsi, inutilmente «Cosa vuol dire m-masturbarsi?» continua aumentando il respiro.
«No. Perché, che vuol dire?» chiede facendo roteare un dito sul glande di Harry facendolo venire con un gemito strozzato nell'esatto momento in cui Louis preme sulla sua punta. Louis si alza subito spaventato mentre Harry butta la teta all'indietro godendosi il momento e calmando il respiro.
«E-Ehm... Harry...?» Louis cerca in Harry una spiegazione, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato, dato che è la prima volta che ha un orgasmo in quella situazione.
«Vuol dire simulare l'atto sessuale in altri modi, con le dita o giochi ero- okay, ecco» risponde con un sorriso dolce guardando Louis che ha ancora gli occhi sgranati.
«E-E... i-io-» balbetta il maggiore.
«E tu mi fai morire ogni mattina con le tue mani, tanto che quando te ne vai devo sempre finire da solo.» Harry si alza e prende un asciugamano per coprire il bacino mentre l'altro arrossisce.
«Ehm... Scusa» dice Louis mentre lascia scorrere l'acqua con qualche goccia bianca dalla vasca giù per il tubo di scarico.
«Perché ti scusi? Io adoro fare il bagno solo per quello» ammicca guardandolo arrossire ancora di più.
Si incamminano all'interno della stanza e Louis prende parola.
«Ma... prima, cosa stavi dicendo?» chiede incamminandosi verso l'armadio mentre Harry si butta sul letto.
«Prima quando?»
«P-Prima... quando mi stavi spiegando cosa voleva dire...» e non continua la frase per la troppa vergogna.
«Oh, be', puoi usare le mani o giochi erotici» sorride Harry vedendolo curioso.
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Casata Styles #Wattys2018
Fiksi PenggemarLa famiglia Tomlinson era povera. Ha affidato il figlio Louis di appena due anni alla Casata Styles in cambio di denaro. Harry/Louis | Medieval!AU | butler!Louis richman!Harry