5 - Segheria Sullivan

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Riesco ad alzarmi dal letto con la voglia sotto ai piedi. Sapevo che nonostante avessi fantasticato sul nuovo vicino di casa chi mi sarebbe venuto a trovare in sogno alla fine sarebbe stato Al. Con lui del resto ho passato molto del mio tempo, è difficile non pensarlo, non pensare a tutto quello che abbiamo fatto, i posti che abbiamo visto, le esperienze che ci hanno fatto crescere assieme. Tutto buttato nel cesso. Per cosa poi? Un lavoretto di mano? Uno di bocca? Forse per certa gente la vita di copia è come una gabbia. Per me invece era una bella gabbia... e se le cose non fossero andare in quel modo avrei continuato a starci.
Devo reagire ora. E sarà bene iniziare a mettersi qualche vestito addosso prima che l'aria di montagna mi faccia prendere un bel raffreddore visto che sono in mutande.
Come mio primo giorno qui voglio prendermela comoda e magari farmi un giro in centro e vedere cosa offre questo posto. Potrei anche pensare di trovarmi un lavoretto estivo in modo da non scroccare troppo dagli zii. Ok l'ospitalità, ma contribuire anche in minima parte mi farebbe davvero piacere, inoltre mi farebbe conoscere qualcuno il che non guasta mai.
Mi alzo di scatto e mentre cerco di riprendermi dall'improvviso capogiro, dovuto forse dall'ottimo vino di ieri sera, la mia attenzione viene catturata dal riflesso proveniente dalla finestra e mi avvicino. Da dove sono riesco a vedere la casa di fronte, anch'essa fatta di legno è ovvio, poi ecco di nuovo quel bagliore. Avvicino lo sguardo e vedo una finestra identica alla mia. Nell'inquadratura entra qualcuno. Non ce la faccio, forse ho un'allucinazione. Quello che mi ritrovo davanti sono due spalle enormi con muscoli perfettamente delineati. Due braccia possenti e due mani che sembrano poter afferrare il mondo intero.
Deglutisco.
Non ci credo. Non posso crederci. Quello è davvero il mio vicino di casa? Uno così? Uno con quel fisico? Quello è Aaron? Qualcuno da lassù deve volermi parecchio male se dopo il sogno di stanotte mi mette davanti a uno spettacolo del genere!
Il tipo moro continua a muoversi, flette i muscoli in modo così naturale che sembra una macchina perfettamente studiata per sconvolgere i miei ingranaggi. Mi avvicino al vetro della finestra che quasi ci sbatto contro. Tira su le braccia e io sospiro. Piega la schiena in avanti e resto stupito di quanto anche il suo fondoschiena sia in perfetta sintonia con tutto il resto. Le mani mi prudono per il desiderio di poterle appoggiare su quella pelle ambrata colpita dalla luce che filtra dalla finestra.
Ma perché non si gira? Voglio vederlo in faccia e scoprire com'è Aaron. La zia ha detto che è un gravo ragazzo, se a questo ci aggiungiamo che ha pure un fisico da urlo penso proprio che la mia permanenza qui sarà parecchio divertente.

Girati! Girati! Girati!

Niente da fare la fortuna non mi assiste. Il bel tipo si sposta nella stanza e si allontana dalla visuale uscendo dalla mia inquadratura. E adesso come faccio? Sto morendo dalla curiosità.

Poi ho un'idea.

Sceso dabbasso trovo mia zia Lyn già impegnata ai fornelli, devo ammettere che la cucina è proprio la sua passione eh. Così presto poi... sono solo le... Cavolo. Sono le dieci e mezza.Avevo detto che  volevo prendermela comoda, no?
«Buongiorno Mirko! Dormito bene ieri?»
«Quel letto è fantastico, ho sempre sognato di stare in un posto simile. lo stile mi piace un sacco. Non so ancora come ringraziarvi.»
«Non devo assolutamente farlo, sai quanto ci fa piacere averti qua. Una ventata di gioventù può farci solo bene. Ma adesso siediti, ti ho preparato una colazione coi fiocchi.
E infatti è vero. Poggiando lo sguardo sulla tavola vedo un sacco di cose buone, degne del migliore degli alberghi di lusso. Sorridendo mi siedo e comincio a mangiare, non sapevo di avere così fame finché non ho messo in bocca il primo boccone di bacon. Wow.

Mio zio entra di colpo nella cucina coperto di terriccio e sul viso si dia Lyn compare una smorfia divertita.
«Matt ma quante volte te lo devo dire che non devi entrare in cucina conciato in quello stato!»
Entrambi ridono, evidentemente è un loro gioco, battute che forse si scambiano da sempre.
«Lyn, che ne dici se porto nostro nipote a fare un giro in centro?»
«Dico che è un'ottima idea per fargli iniziare a conoscere il posto dove vive... così magari riesco a fare le mie faccende in pace!» dice mettendosi le mani sui fianchi.
«Mirko! Allora non ci resta che metterci in cammino, voglio farti vedere delle cose e presentarti una persona.»
La mia testa scatta immediatamente al vicino, alle sue spalle e ai suoi muscoli che hanno reso ancor più dolce il mio risveglio di poco fa.
Usciamo in veranda e lo zio indica un vecchio cassone che mi chiedo come possa stare in piedi, figuriamoci far correre quelle quattro ruote. In ogni caso devo ricredermi visto che si mette in modo meglio della macchina che tengo a casa. Ci buttiamo in strada e comincio a vedermi scorrere davanti le medesime casette in legno, qualche negozio di alimentari e poco altro che cattura la mia attenzione.
«A chi vuoi presentarmi?»
«Voglio portarti alla segheria e presentarti i nostri vicini. Mi sembra un buonissimo inizio, no?» dice lo zio tenendo saldo lo sterzo del furgone e svoltando in una stradina che fiancheggia un piccolo pianoro.
«Davvero? Vuoi presentarmi Aaron?» Il mio cuore fa un balzo al solo pensiero.
«Perché no? Avete più o meno la stessa età e sono certo andrete d'accordissimo. Come ti ho detto è un bravo ragazzo e lavora con suo padre da diversi anni. Purtroppo non ha voluto continuare gli studi e non appena preso il diploma ha deciso di dare una mano alla piccola azienda di famiglia.»
«Se posso essere sincero zio, non è che al giorno d'oggi studiare ti dia chissà quale spinta in avanti, eh? Al riguardo volevo chiederti una cosa, forse ti sembrerà stupida, ma pensavo di trovarmi un lavoretto, così da avere qualcosa che mi tenga impegnato... Pensi che il nostro vicino abbia bisogno di qualcuno in più?»
«Questo ti fa molto onore, figliolo! Tua madre non mi ha detto nulla... oh ma eccoci arrivati!»
Ci fermiamo col furgone in un ampio spiazzo di fronte al quale si erge un grande capannone verde da cui provengono i classici rumori di una segheria. L'aria è satura di legno e una qualche strana sostanza dolciastra che non riesco a riconoscere. Sopra i due grandi battenti aperto c'è l'insegna con su scritto Segheria Sullivan. Zio Matt mi da una pacca sulla spalla e mi invita ad entrare. Immediatamente veniamo accolti da un signore di all'incirca cinquant'anni, castano scuro e il fisico di uno che ha passato la vita a lavorare per mantenere la famiglia.
«Matt, qual buon vento! Sono secoli che non ti si vede da queste parti!»
«Vecchio volpone, immaginavo mi avresti accolto in questa maniera eppure ci vediamo ogni giorno! Ma del resto questo è tuo regno, no?»
«Ma dimmi un po' chi è il giovanotto che ti porti appresso?» chiede il nuovo venuto scrutandomi da capo a piedi.
«Questo è Mirko, mio nipote, starà da noi per l'estete e sono venuto a presentartelo di persona.»
Il vicino continua a guardarmi per qualche altro secondo e poi con un gesto repentino della mano mi afferra e mi abbraccia come se ci conoscessimo da sempre. Giuro che se questo è il modo di fare della gente di qua... potrei pure abituarmici.
«Che piacere conoscerti! Non sai che testa mi ha fatto tuo zio fino alla settimana scorsa, non stava più nella pelle dall'emozione, sembrava ringiovanito!»
«Mirko ha una piccola richiesta da farti. Spero potrai accontentarlo.»
«Spara, sono tutt'orecchi!» gridò togliendosi i guanti e poggiandoli su dei lastroni di legno ancora da scartavetrare.
«Cercavo un lavoretto estivo, voglio dare una mano ai miei zii e rendermi utile in qualche modo. non è che può aiutarmi?»
Una risata cristallina si fa largo nella sua bocca.
«Ma vuoi scherzare! Ma certo che ho bisogno di una mano, non sai quanto questo mi renda felice. Con mio figlio Aaron non riusciamo mai a metterci in pari con le consegne, specie in estate quando tutti si mettono in testa strane idee... Sei dei nostri, ragazzo! Benvenuto alla segheria Sullivan!»
In quel preciso istante dal soppalco di fronte a me, quasi dalla parte opposta della stanza, compaiono due scarponi da lavoro. Lo sguardo sale e gli occhi si soffermano su delle gambe muscolose al punto tale da annebbiarmi la vista. Poco più sopra degli shorts strappati che contengono quello che mi auguro sia il fondoschiena che ho visto dalla finestra. Il resto è celato da alcuni mobili messi in sospensione su una rotaia.
«Aaron vieni qua!» grida il cinquantenne gettando rapidamente la testa all'indietro. «C'è il nipote dei vicini, Mirko, vieni a fare gli onori di casa.»

Un macchinario al piano superiore su blocca, gli scarponi da lavoro scompaiono dalla mia vista e un rumore di passi scende alcune scale. Il cuore sta per scoppiarmi. Sembro tornato a quindici anni, quando per la prima volta fui baciato da un ragazzo e un brivido mi corse lungo la schiena. Finalmente sto per conoscere Aaron, il ragazzo su cui ho fantasticato sotto la doccia, il ragazzo con la schiena così perfetta da sembrare scolpita nel marmo. Quel ragazzo con cui vorrei passare una serata a bere e parlare per poi continuare scambiandoci baci sul divanetto del fienile.

Quello che vorrei mi mettesse mano addosso.
Qui.
Ora.
Le suole delle scarpe sbattono per terra, grattano il pavimento, strofinano contro trucioli e tocchi di legno.Lui è qui. Il mio vicino di casa è sta venendo verso di me, passa sotto a delle cinghie appese al soffitto e si ferma di fianco al signor Sullivan. Un'espressione di stupore e incredulità si impadronisce del suo viso dai tratti marcati.
Il mio mondo crolla d'improvviso.
La bolla in tecnicolor che aleggia sopra la mia testa esplode in maniera quasi assordante.
No. No. No. Sto sognando. Non può essere vero. Il ragazzo che questa mattina ho visto nudo dalla finestra e che ha reso difficoltoso scendere per colazione, non può essere lui. Il ragazzo con un culo favoloso non può essere lui. Il ragazzo che ha tenuto impegnato la mia mente in queste ore... non può essere lui.
«Che diavolo ci fai tu qui?»
Dice il ragazzo che qualche ora fa mi ha chiamato frocetto mentre scendeva dal pullman...

Una serata tranquillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora