Parte 13

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Serena's pov

Camminavo da ore con la testa bassa e lo sguardo spento in giro per la citta. Percosi una stradina deserta che mi condusse ad un parco altrettanto deserto dove fino a pochi anni fà le mamme portavano i loro bimbi a giocare ma ora era solo un piccolo e trasandato parchetto pieno di giostre rotte. Mi sedetti all'ombra di un vecchio salice piangente. Erano anni ormai che i piedi di quel vecchio albero mi ospitavano quando il mio umore era a terra e in qualche modo il contatto con la natura riusciva a tirarmi su il morale. Presi un respiro profondo ma non mi servì a nulla. Provavo così tanto rancore verso Kaya. Mel quella mattina mi aveva raccontato della relazione tra lei e Ashton. Rimasi a piangere per tutta la ricreazione nei bagni della scuola. Ora le lacrime se ne erano finalmente andate e avevano lasciato in me quella sensazione di vuoto.

Mentre meditavo su che cosa quella ragazza avesse in più di me riuscii ad intravedere un ragazzo che se ne stava seduto ai piedi di quello che una volta era uno scivolo. Quei rasta e quei vestiti sovramisura erano inconfondibili.Era Tom ma era come se non fosse lui: sguardo vuoto e viso serio non erano da lui. Le sue labbra non incorniciavano il suo solito sorriso furbetto che faceva cadere ogni ragazza ai suoi piedi e non c'era traccia del suo modo di fare sicuro di se e menefreghista.

Aveva rovinato la mia relazione con Ashton e non volevo parlarci ma una strana forza mi spinse ad avvicinarmi a lui.

-"mmhm è strano vedere il grande Tom Kaulitz qui seduto invece che andare a rimorchiare in giro per la citta ragazze dal quoziente intellettivo pari a quello di un paio di infradito" affermai con un filo di sarcasmo.

Lui alzò la testa e quando mi vide abbozzò un flebile sorriso per poi tornare alla sua espressione impassibile.

-"Oggi non ne avevo voglia" rispose con voce roca accendendosi un sigaretta.

-"Dovresti smetterla di fumare" gli rimproverai.Mi squadrò per qualche secondo.

-"E tu dovresti smetterla di essere così noiosa" sbuffò.

-" Solo perchè non mi piace l'odore del fumo non vuol dire che sono noiosa" gracchiai.

-"Non lo dico solo per quello, qualcuno dovrebbe insegnarti ad divertirti"

-"Io SO come divertirmi" sostenni.

-"Dimostramelo" mi sfidò, e per un attimo mi sembrò che fosse tornato lo stesso Tom di sempre.

Si alzò e mi fece cenno di seguirlo.

-"Ma dove stiamo andando?" chiesi.

-"Stai un pò zitta e seguimi"

Mi avviai dietro di lui e mi condusse davanti ad un piccolo supermercato.

-"Adesso mi puoi dire che ci facciamo qui?" chiesi irritata

-"Ho sete, compriamo da bere." disse camminando verso l'entrata.

Arrivammo davanti ad un lungo scaffale stracolmo di alcolici e Tom afferrò un paio di birre e le mise in mano mia. Lui si avviò verso l'uscita ma io rimasi ferma a guardare le piccole goccioline fredde che scendevano dalla lattina di birra ghiacciata. Anche lui si fermò di colpo e per qualche secondo rimase in silenzio a guardarmi. Poi mi decisi a parlare:

-"Tom"

-"Che c'è?"

-"Non cercare di portarmi a letto con te dinuovo"

Cercò di soffocare una piccola risata e io mi sentii incredibilmente in imbarazzo. Per un attimo mi vergognai terribilmente di quello che avevo detto

-"Stai tranquilla principessa, giuro solennemente che non cercherò di toglierti le mutandine" rise e io arrosii di colpo. " e poi sai bene che non sono io a chiedere alle ragazze di venire a letto con me, sono loro che mi implorano in ginocchio" aggiunse.

-"Egocentrico del cazzo" sbuffai.

-"Dì pure quello che vuoi, ma sappiamo entrambi che non mi puoi resistere" si pavoneggiò

-"Oh ma sparisci"

Scoppiammo a ridere entrambi. Finalmente era tornato il ragazzo solare e sbruffone di sempre.

Lo seguii verso la cassa per pagare le birre ma appena ci fummo davanti lui mi afferrò il braccio e iniziò a correre fuori spingendo anche me a farlo.

Il commesso iniziò ad urlare che dovevamo fermarci ma Tom continava a correre. Non tentai neppure di opporre resistenza. La sua vicinanza mi rendeva sicura e sapevo che vicino a lui nessuno mi avrebbe potuto fermare. Mi proteggeva. Era la mia cupola di vetro.Quando finalmente ci fummo allonatnati parecchi metri dal negozio finalmente si fermò.

Di colpo mi resi davvero conto di quello che avevo fatto.

-"Ma che abbiamo fatto? Ora ci cercheranno e quando ci avranno trovato andremo in prigione e io non potrò terminare il liceo e cosa dirò a mia ma..." Fui presto interrotta dalle calde labbra di Tom che bloccarono le mie parole. No avevo mai assaporato labbra cosi soffici e dolci. Erano miele. Con un solo baciò mando in euforia il mio corpo. Era strano: quel bacio mi è sembrato molto più intimo e piacevole del sesso di qualche settimana fa. In ogni caso dovevo tener bene a mente che il ragazzo dalle labbra di miele dopotutto era sempre quel donnaiolo di Tom Kaulitz.

-" Allora l'ho trovato un modo per farti tacere" sorrise

Rimasi in silenzio a testa bassa perchè non si accorgesse del rossore comparso sulle mie guancie.

-"Tieni le tue birre" bisbigliai con un filo di voce porgendogli le due lattine.

Afferò solo una delle due birre.

-"L'altra è tua, te la sei meritata"

-"Io non bevo alcolici" affermai.

-"Lasciati andare per una volta, Serena" mi incitò

Aprii la lattina e assaggiai per la prima volta quella giallastra bevanda. Era amara e frizzante e mi faceva salire il vomito ma gli sguardi di approvazione di Tom mi spronavano a continuare finchè in un solo sorso bevvi tutta la lattina.

Lui scoppió a ridere e mi abbracciò in modo amichevole. Potevo sentire da sopra la maglietta gli addomanili scolpiti che da sempre nascondeva sotto informi vestiti.

Camminammo in silenzio finchè non arrivammo sopra ad una collinetta da dove si poteva vedere bene l'unica pista da skateboard della città. Ci sedemmo vicini su quel prato erboso a guardare i sorprendenti trick che i ragazzi eseguivano con i loro skate. Lui bevve lentamente la sua birra mentre io mi pentii di aver bevuto la mia per il fetido saporaccio che mi era rimasto in bocca.

Lo fissai per parecchio tempo ma lui non sembrò accorgersene. Era troppo preso a ridere dei ragazzi che cadevano dallo skateboard.Fissavo il suo sorriso così naturale e spontaneo, fissavo l'anellino che portava al labbro e come costantemente lo mordicchiava, i suoi capelli color cenere e persino quel dolce neo che portava alla guancia. Solo in quel momento capii che per tutto quel tempo avevo sempre visto Tom ma non l'avevo mai veramente guardato. Lo giudicavo attraverso pregiudizi che i miei amici gli avevano etichettato ma non mi sono mai preoccupata di verificare se fossero esatti. Ho perfino dato a lui la colpa della mia rottura con Ashton quando in realtà non era altro che colpa mia e senza saperne il motivo mi sentivo in debito con lui.

-"Tom penso di aver cambiato idea"

-"Visto che avevo ragione, quello skater sovrappeso sembra Mel incinta" rise e io con lui.

-"Ammetto che hai ragione ma io non mi riferivo a quello"

-"E allora a cosa?" Chiese curioso.

-"Ho voglia di te...Intendo ora" confessai.

Un ghigno impertinete comparve sul suo viso e si avvicinò a me. I nostri nasi si toccarono e con una mano afferrò il mio petto mentre con l'altra mi scostò i capelli dal viso. Poi sussurrò al mio orecchio:

-"Dovrai pregarmi molto più di così, principessa."

Si alzò di colpo e scese dalla collinetta lasciandomi senza parole. Ero come una bambina alla quale era appena caduto il gelato a terra. Rimasi zitta a guardarlo andarsene.

-"Allora ci si vede in giro" mi salutò da lontano.

Lo odiavo ma lo volevo. E per quanto mi dispiacesse ammetterlo ci sapeva davvero fare con le ragazze.

Lei porta solo guaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora