2. Guardami

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CAPITOLO DUE

GUARDAMI

  

Settembre 2011

Risin' up, back on the street

Did my time, took my chances

Went the distance, now I'm back on my feet

Just a man and his will to survive

Con Eye of the Tiger che continuava a rimbombargli nelle orecchie all'infinito, Dean aveva ormai preso il ritmo e gli sembrava che l'attesa per quella dannata sirena si stesse svolgendo secondo i passi di una strana danza di sangue e morte.

Per una volta – si ritrovò a pensare – il lavoro di Cacciatore non era poi così male.

Scoccò un'occhiata al fratello: Sam pareva stravolto quanto doveva sembrarlo lui stesso, con la musica sparata a palla nelle orecchie e un paio di enormi cuffie nere da muratore in testa.

Se all'inizio conciarsi in quel modo gli era sembrata una barzelletta di cattivo gusto, ora Dean Winchester era contento di non sentire altro che musica nelle orecchie. La sirena – così bella ma anche così letale – aveva rischiato di far perdere la testa ad entrambi prima che i due fratelli decidessero finalmente di prendere delle contromisure.

Tuttavia in quel modo non riuscivano a comunicare, così come non riuscivano a sentire il pericolo prima che facesse ad entrambi il culo a strisce.

Essere Cacciatori ed essere pure sordi non era affatto bello. Ma meglio sordi che morti, no?

Ad un tratto sentì una mano sulla spalla e si girò di scatto, pronto a sparare.

Tirò un profondo respiro di sollievo: era solo Sam. Gli stava indicando la pistola con la mano sinistra, mentre scuoteva la destra come a dire "no, con quella non la ucciderai". Gli venne in mente Nick Munroe, una sirena di cui si erano occupati tempo addietro e che aveva ammazzato con una mazza da baseball.

Dean guardò il fratello e sollevò un sopracciglio.

«Voglio vedere cosa farà con una pallottola in testa,» gli fece notare, nonostante nessuno dei due fosse in grado di sentire quelle parole.

Nel frattempo la canzone era giunta al termine e Dean sentì rimbombargli nella testa per la millesima volta le parole del film:

There's one thing I want you to do for me

What

Come here

Win

Cristo Santo, vincere era quello che doveva fare, eppure – caz­zo! – la sirena non si decideva a tornarsene a casa. Sarà anche stato sordo, pensò, ma l'olfatto gli funzionava e l'insistente profumo di rosa che quel mostro aveva spruzzato per tutto l'appartamento lo stava facendo uscire scemo.

Seduto sul lungo (e comodo) divano in tessuto nero, Dean era stanco di aspettare.

Voleva farla finita con quello stramaledetto caso, tornarsene in motel, farsi una doccia veloce e buttarsi a peso morto sul letto per dormire fino alla fine dei tempi. Soprattutto voleva cercare di liberarsi del ricordo di Layla: era stanco di vedersela davanti con la gola tagliata e la bocca piena di sangue ogni volta che uccideva un mostro qualsiasi. Sapeva di aver fatto la cosa giusta, uccidendola, ma... Forse continuava a sperare di poter tornare indietro, di trovare un altro modo, di parlarle, magari, e allora forse tutto si sarebbe sistemato, Castiel si sarebbe liberato dei suoi timori e loro avrebbero potuto continuare a scorrazzare allegramente per il Paese con la loro amica.

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