Capitolo 22

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Finisco nella fontana al centro della piazza e sento tutto ovattato.
Ritorno con la testa fuori dall'acqua.
Graduo le lenti e finalmente vedo meglio.
Mi guardo attorno e tutti, zitti, hanno gli occhi puntati su due uniche persone: Zero assassino che tiene, come ha fatto con me, il collo di Sara innocente, con una mano, sollevandola da terra di qualche centimetro. Lei cerca di liberarsi, dimenandosi dalla stretta.
<< Lasciala! >> affermo alzandomi e cercando di non scivolare nella fontana, tra dei centesimi buttati per cercar di ritrovare fortuna, ma io sono una specie di scienziato: non credo nel destino.
<< Povero, piccolo, bambino...tutto zuppo... ti ammalerai se rimani così >> ghigna continuando perdere tempo.
Riduco le lenti a delle fessure.
<< Ti stai arrabbiando? Cominci a capire cosa si prova? >> continua a ghignare.
<< Karen, attiva il riscaldamento >> ordino a bassa voce.
Subito Peter.
Risponde al mio comando e, rispetto alla vecchia tuta, non esce il vapore dal tessuto, ma rimane concentrato nel costume, così posso ritornare asciutto senza problemi.
<< Zero, lasciala in pace. Te la devi vedere solo con me. >> dico avanzando verso di lui.
<< Fa un altro passo e conosci la sua fine. >> afferma serio.
<< Allora cosa vuoi? >> chiedo rimanendo immobile pronto ad attaccare.
<< Voglio rovinarti la vita...e poi ucciderti. >> parla come se fosse cosa ovvia.
<< Non credo proprio. >> sento una voce ed è Meredith, che con qualche mossa riesce ad atterrare Zero, così liberando Sara.
Corro verso di lui ma vedo solamente una striscia blu andarsene: fai sul serio Zero?! Non hai le palle per affrontarmi?!
Ancora una volta la gente applaude ed esulta dietro le transenne.
<< Grazie Meth >> e lei ricambia con un cenno della testa.
Ancora una volta il senso di ragno e mi guardo attorno vedendo la striscia blu venire verso di me. Non faccio in tempo a spostarmi e perciò Zero mi prende da dietro la schiena, stringendo tra le dita il tessuto del costume.
Continua a correre velocissimo.
Non si ferma e, quando lo fa, mi riempie di pugni e calci, portandomi da una parte all'altra della città.
<< Non sei degno di chiamarti "eroe" >> mi urla addosso sferrandomi un pugno dritto in faccia.
Fa molto male e non mi da neanche il tempo e la possibilità di reagire: è troppo veloce.
In più, al dolore che provo per i colpi, avverto conati di vomito per la corsa.
Mi tocco la faccia nel frattempo che corre e sento la pelle sanguinante della fronte a contatto con le mie dita: il costume si è strappato in varie parti.
Finalmente la nostra ultima fermata è la piazza in cui eravamo prima.
Non mi sento più nessuna parte del corpo e vorrei provare a reagire, ma quello che ne riesce è un gemito.
Alza il braccio, di conseguenza mi sollevo da terra di pochi centimetri.
<< È lui l'eroe di cui vi fidate?! >> annuncia alla gente impietrita.
Sento che non riuscirò a resistere per molto: potrei svenire per il dolore e la stanchezza da un momento all'altro.
Senza dire altro mi getta contro il pavimento di varie pietre, incastrate in modo così perfetto, ai piedi di Sara e Meth e lo vedo girare i tacchi.
Sparisce in un colpo e libero un sospiro di sollievo, anche se mi costa un dolore allucinante alle costole.
All'improvviso rivedo il volto mascherato di Zero << non ho ancora finito con te >> avvisa per poi sparire ancora, sotto gli occhi di tutti.
Non posso fare a meno di tossire e sputare sangue, piegandomi su me stesso dal lato destro per il male all'interno del mio corpo.

Spider-Man Going Abroad [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora