5.

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La scenografia era pronta; era sera e Federico ed io eravamo posizionati l'uno davanti all'altra in attesa del via del regista per provare la scena. Un'immensa folla di persone camminava alle nostre spalle per simulare la confusione di Torino.

-Il tuo ragazzo mi sta guardando malissimo e la cosa mi rende più agitato del dovuto.-
-Ignoralo. Tu baciami come se non ci fosse nessuno, come se io fossi la ragazza di cui sei innamorato veramente e tutto andrà bene.-

In realtà ero anche io agitata, forse più di lui.
Il regista ci diede il via e non si poteva tornare indietro.

Doveva iniziare lui a recitare.
Nella scena precedente, la ragazza che interpretavo aveva rivelato i propri sentimenti per il calciatore, senza ricevere risposta. Mancava solo il momento del bacio.

-Sara.- afferrò il mio braccio come da copione e mi avvicinò al suo corpo. Iniziò con il guardarmi negli occhi che sembravano brillare, poi scese verso le mie labbra e avvicinò il suo volto facendo sfiorare i nostri nasi. Continuò così per troppo tempo. -Fede, devi fare tu il passo, non ti devo baciare io.- dissi interrompendo a quel punto la scena.

-Federico, non devi aspettare così tanto. Lanciati, è solo un bacio. Nelle prossime scene ci sarà di peggio da fare.- il regista si accomodò sulla sua sedia e sorseggiò dell'acqua dal bicchiere che le porse un'assistente. -Riproviamo e questa volta riprendiamo che stava andando bene. E… azione.-

Ripetemmo le stesse azioni, mi guardò con più intensità e sfiorò di nuovo il mio naso con il suo. Questa volta riuscì ad avvicinare le sue labbra alle mie, poi le fece finalmente incontrare.
Non ricambiai subito, ma appena socchiusi gli occhi mi lasciai prendere dal momento e inziai a baciarlo, come se fosse un primo vero bacio o come se stessi baciando Ivan.

Le sue labbra erano così morbide e sapeva di menta. Mi piaceva baciarlo. Mi aggrappai alle sue spalle, mentre le sue mani erano fisse sulla mia schiena a tenermi incollata a lui. Non so quanto durò realmente quel bacio, ma quando ci staccammo era come smettere di respirare. Se fosse stato reale, sarei tornata come prima. Lo avrei baciato altre cento, mille volte.

Riaprii gli occhi e i nostri sguardi si incontrarono. Senza seguire il copione ci sorridemmo, ero convinta fosse piaciuto anche a lui e mi avrebbe baciata ancora, se solo avesse potuto.

-Fantastici! Meraviglioso.- il regista cominciò a batterci le mani in segno di approvazione. Guardai Ivan. Non sembrava contento di quello che aveva visto, giustamente. Decidendo di essere presente sapeva cosa avrebbe visto, quindi non potevo farci nulla, se non andare da lui e calmarlo con le mie parole.

-Mi piacciono di più i tuoi baci.- mentii.
-Vi mangiavate con gli occhi.-
-Stavamo recitando, amore. Immaginavo fossi tu.- mentii di nuovo.
La realtà era che quel bacio era diverso da quelli di Ivan. Il mio ragazzo era stato sempre più aggressivo, anche nei momenti di tenerezza. Federico era più passionale, anche nella finzione era riuscito a trasmettermi delle sensazioni completamente diverse. Era più delicato, sembrava volersi godere ogni istante, ogni momento di quel bacio.

-Ragazzi! Per oggi abbiamo concluso. Ci vediamo domani per le prossime scene.-
Presi Ivan per mano e ci dirigemmo verso il caravan dove mi cambiavo ogni volta. Incontrammo Federico, seduto comodamente su una sedia. Mi salutò, sorridendo ampiamente.
-Buona serata, Sof.- concluse con un occhiolino.
-Fallo un'altra volta e ti spezzo.- Ivan mi lasciò la mano e fece un passo avanti a me per intimorire il toscano.
-Ho semplicemente salutato una collega.- alzò le spalle e un lato delle labbra, facendo così un piccolo sorrisetto.
-Attenzione a quel che fai.- Ivan gli lanciò un'ultima occhiata per poi entrare dopo di me nel caravan.

Odiavo quando faceva così.
Negli anni era peggiorato particolarmente. Diceva che, essendo molto più piccola, sentiva il bisogno di proteggermi. Così passò dalla gelosia alla possessione. Ecco perché non mi permetteva quasi mai di uscire da sola con delle amiche, specialmente la sera, non mi lasciava bere qualche drink, e non amava che conoscessi dei ragazzi.
All'inizio non ci facevo caso, lo trovavo carino da parte sua proteggermi, poi iniziò ad essere pesante.
La mia vita girava solo ed esclusivamente attorno a lui e i suoi amici.

Avevo bisogno dei miei spazi, spazi che raramente riuscivo a crearmi. Approfittavo delle sue lunghe trasferte per concedermi dei momenti con le amiche, senza poter mai strafare, altrimenti sapevo che avrebbe dato di matto.

Nonostante tutto, continuavo ad amarlo e accettavo le sue limitazioni, forse un po' per abitudine.
Tornammo a Milano che era notte fonda, ma io non avevo sonno, mentre Ivan si addormentò appena toccato il materasso.
Cercai nel cassetto del comodino il pacchetto di Camel alla menta, per poi andare in veranda. Nonostante fossimo quasi a Ottobre, la nostra piscina era ancora piena, così immersi i piedi e iniziai a rilassarmi mentre il fumo della sigaretta si espandeva nell'aria.
Non mi consideravo una fumatrice, ne accendevo una quando sentivo un vuoto nel petto, quando ero ansiosa e il calore umano non serviva a farmi stare meglio.

Ivan non lo sapeva, per il semplice fatto che non mi aveva mai vista con una sigaretta in mano e non si era mai posto il problema di chiedermelo.
Sicuramente non lo avrebbe accettato, ma non gli avrei mai dato ascolto su questo. Per una volta, per una cosa, volevo essere io a decidere.

Svuotai la mente per cinque minuti, poi tornai in casa e recuperai il copione. Iniziai a leggere qualche parte e fare finta di recitare; provai le più complesse, quelle che avrei dovuto registrare nei giorni successivi e lo trovai estremamente divertente.
Mi sentivo un po' folle a parlare da sola, ma si sa, tutti i migliori sono matti.

Quando iniziai a vedere le prime luci dell'alba, mi recai in cucina e preparai per me, e il mio ragazzo, la colazione. Spesso era lui ad alzarsi presto e farmi felice con un po' di cibo; quel giorno toccava a me fare qualcosa per lui.



Lo so che non è bellissimo, non è nulla di emozionante, ma ho promesso alla mia dolce amica inalvarosarms di pubblicare il capitolo se Berna avesse segnato

E QUINDI ECCOLO🎉

Ciak - Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora