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A metà Ottobre presi la decisione di trasferirmi temporaneamente a Torino.
Con l'aiuto di Federico, trovai un piccolo appartamento vicino a casa sua. Ivan era un po' scettico, ma, parlandogli, riuscì a capire le mie motivazioni.
Fare avanti e indietro da Milano a Torino, prenotare stanze d'albergo da un momento all'altro diventava sempre più stancante. Avere una casa a Torino mi dava l'opportunità di stare tranquilla senza fare chiamate, prenotare o semplicemente fare due ore di macchina.

Il 25 Ottobre si tenne a Torino la partita di campionato della Juventus contro la Spal e, con il consenso di entrambe le squadre, la nostra troupe registrò parte della partita per il film.

Prima del match registrammo un'intervista pre-partita. Una volta terminato il match, invece, ci occupammo dell'intervista finale. Quando il regista ci diede il via, Federico si avvicinò a me come se si stesse per approcciare ad una vera giornalista, così iniziai a parlare.

-Siamo qui con Bernardeschi. Uno dei goal capolavoro è proprio suo. Ti chiedo se questo è uno dei goal più belli o il più bello della tua carriera.-
-Buonasera a tutti. Beh, uno dei più belli sicuramente. Sono contento di aver fatto goal, ma soprattutto sono contento della vittoria della squadra. È stata importante e questi tre punti ci servivano, erano fondamentali per noi.- (*) si spostò i capelli sudati dal volto e mi sorrise.

-Un'ultima cosa. Dopo ogni goal il tuo sguardo si rivolge verso l'alto, oggi hai esultato in modo diverso. Perché? A chi hai dedicato questa volta il tuo goal?-
-L'ho dedicato ad una persona speciale, ad una ragazza che è entrata nella mia vita da poco, ma che l'ha completamente stravolta. Amo il calcio, è la cosa più importante nella mia vita, ma lei mi ha fatto capire che in realtà non è l'unica cosa per cui esisto. Le sono davvero grato e non potevo che dedicarle il mio capolavoro di oggi.- si sporse verso di me e poggiò le sue labbra sulle mie. Cercai di fingere stupore appena si staccò da me. -Lei è la mia ragazza ed è la donna della mia vita.- mi diede un altro bacio a stampo per poi scomparire dalle telecamere.
-Ecco le parole di Bernardeschi. Linea allo studio.-

-Eh stop. Perfetto ragazzi. Alla prossima!- il regista liquidò tutti velocemente, mentre Federico tornò vicino a me.
-Ti va di venire da me? Domani siamo in pausa dalle riprese, io non ho allenamento. Potremmo guardare un film, oppure, non so, giocare alla play, o scegli tu. Per me è uguale.- si morse il labbro inferiore e mi fece tenerezza, sembrava impacciato, come se fosse la prima volta che si approcciasse a me o ad una ragazza in generale.
-Ci pensiamo dopo. Vai a farti una doccia che sei tutto sudato.- lo spinsi leggermente, appoggiando una mano sul suo petto, ed entrambi scoppiammo a ridere.

Venti minuti più tardi lo vidi comparire con lo zaino in spalle.
-Scappiamo dai giornalisti, non mi va di rispondere ad altre domande.- portò una mano sulla mia schiena e mi accompagnò verso l'uscita.
-Ma tu non dovresti tornare prima a Vinovo con gli altri ragazzi?- chiesi, non sapendo bene come funzionasse il post-partita per la squadra di Torino.
-Facciamo uno strappo alla regola.- mi fece l'occhiolino, poi con la mia macchina raggiungemmo casa sua.

Anche lui era a Torino da poco, la casa non era completamente arredata, ma accogliente. Nell'aria c'era un profumo dolciastro, lo stesso che sentii la prima volta che mi svegliai in quella dimora. Anche i vestiti che mi aveva presato per quella notte avevano lo stesso profumo.
-L'altra volta, purtroppo, non ti ho fatto conoscere i miei bambini.-

Bambini? Ero leggermente confusa. Poi lui aprì una porta e sbucarono due Bulldog Inglesi che cominciarono ad abbaiare verso di me. Mi chinai e provai ad allungare una mano verso quello più piccolo.
-Lei è Wendy. Le piaci.- iniziò a ridere mentre il cane mi leccava la mano e l'altro cercava di saltarmi addosso.
-Aiutami invece di ridere, scemo.-
-Sul divano, venite qui.- sbattè più volte la mano sul divano, per far capire ai cani di doverci salire. -Ecco fatto. Sei contenta?- ridacchiò ancora, così mi avvicinai a lui e strofinai la mia mano sulla sua faccia.
-Ora che hai un ricordino di Wendy sulla guancia sono più felice.-

Corrucciò il volto, fingendo di essere arrabbiato, mi prese per i fianchi e mi spinse sul divano iniziando poi a farmi il solletico. Cercai di divincolarmi dalla sua presa, inutilmente, così iniziai a pregarlo di smettere. Si mise poi a cavalcioni su di me, avvicinando di più il suo corpo al mio.
-Chiedi perdono.- sussurrò a un mio orecchio, fermandosi per qualche istante. Strani ed inspiegabili brividi percorsero il mio corpo.
Lo guardai negli occhi per qualche secondo poi accennai delle scuse a fil di voce.
Soddisfatto si alzò da me con un sorriso sornione.

-Allora, cosa vuoi fare? Ti va un film?-
Lo vidi trafficare tra le delle borse lasciate a terra vicino all'ingresso. Gli dissi che per me andava bene, così tirò fuori da uno zainetto il suo pc, lo collegò alla televisione e mi chiese di scegliere uno dei film che potevo trovare su Netflix.
Scelsi Tulip Fever. Me ne avevano parlato molto nell'ultimo periodo, ma non ebbi mai l'occasione di guardarlo.

Federico era seduto al mio fianco con le braccia allargate sullo schienale del divano, particolarmente interessato a quello che stava per vedere.

La protagonista era Sophia, una giovane data in moglie ad un commerciante di spezie olandese. L'uomo desiderava un erede, ma la ragazza, dopo tre anni, ancora non era riuscita ad esaudire i suoi desideri.

-Sembrate tu e Ivan. Lui che vuole un bambino e tu no. Lui vecchio e tu giovane.-
-Non è vecchio.- gli diedi un colpo sul braccio ridendo -Poi è diversa la storia, quindi zitto e guarda.-

Quando comparve il nuovo personaggio, ovvero pittore e amante della ragazza, Federico cominciò a ridacchiare da solo. Non gli diedi retta inizialmente, poi cominciai ad incuriosirmi.
-Cosa ti fa ridere così tanto?-
-Sembra la storia della tua vita. Oltre a tutto quello che ti ho già detto prima, aggiungiamo la presenza dell'amante, ovvero io.- passò la lingua sulle labbra, mentre lo stavo guardando. Tornai a guardare lo schermo.
-Non sei il mio amante.- dissi sicura.
-Ah no? Allora quella sera che…- si fermò per qualche secondo -No, niente. Hai ragione.-

Non sapevo cosa volesse dire e non volevo approfondire di più l'argomento. Così rimasi in silenzio e continuai a guardare il film.
Da quel momento l'umore di Federico cambiò, ma non gli diedi peso.
Chissà cosa intendeva.

(*) le frasi sono state prese dalla vera intervista tenuta da Sky👏

Ignorando il risultato di questa sera, pubblico il capitolo per l'estrema felicità che mi assale da questo pomeriggio. Ho passato il mio primo esame con 29/30 e, niente, piango dalla gioia.

Ciak - Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora