Avete presente quel momento in cui dite qualcosa, d'impulso, credete sia la cosa giusta al momento giusto, ma, a pensarci bene, forse era meglio tenersi dentro tutto?
Ecco.
Io credevo di aver detto la cosa giusta, nel momento migliore che ci fosse, eppure mi sentivo sbagliata. Nel momento in cui le parole mi morirono in bocca, capii di aver rovinato tutto.
Avevo detto a Federico di essere innamorata di lui e come risposta ricevetti il nulla; un solo respiro profondo fece eco nella mia testa per qualche minuto. Si continuava a ripetere quella specie di sospiro, sembrava non volermi dare pace, come a dirmi che ero una stupida. Non mi aspettavo chissà che cosa, ma ero sicura che quel silenzio non era ciò che desideravo.La mattina successiva mi svegliai da sola. Completamente sola. Neanche gli ammassi di pelo erano rimasti a farmi compagnia.
Non c'erano gli allenamenti, doveva restare a casa quel giorno, eppure di lui non c'era ombra. Così provai a mandargli un messaggio. Chiesi cosa stesse facendo e la risposta non tardò ad arrivare."Sono al parco con i cani, torno tra dieci minuti. Ci sono le tue brioches preferite nel forno."
Non provava le stesse cose che io provavo per lui, ne ero certa, però non mi faceva mancare nulla. Aveva imparato a conoscermi quasi alla perfezione.
In quel momento avrei voluto essere nella sua mente e sapere cosa pensasse di me, della nostra storia.Federico's point of view.
Avevo lasciato liberi nel parco Wendy e Spike, mentre ero disteso su una panchina a guardare l'immenso cielo, ricoperto di nuvole nere che minacciavano di allagare tutta Torino e dintorni.
Pensai che un po' di piogga mi avrebbe fatto bene; il suono rilassante delle gocce d'acqua che si infrangono al suolo, sulle auto o sulle foglie del prato, era ciò che più amavo nei momenti di confusione."Non era nei miei piani neanche innamorarmi di te."
Con una frase, Sofia mi aveva mandato nella più totale confusione. Non avevo mai avuto modo di pensare a cosa provassi per lei, non era neanche nei piani avere una storia con una ragazza fidanzata, non credevo neanche potesse realmente funzionare.
La prima notte passata insieme fu speciale; lei era ubriaca, ma ero sicuro sapesse cosa stava facendo. Eppure il giorno seguente lei non aveva la più pallida idea di cosa fosse successo. Mi ferii sapere che nella sua mente non ci fosse più il ricordo di quella notte, perché pensavo che anche per lei avesse significato qualcosa.Provai a dimenticarla, come aveva fatto lei con me, ma i baci, i suoi sguardi sul set non mi davano modo di vederla come una semplice collega o amica.
Cercai a quel punto di conquistarla, ma era tremendamente difficile. Ivan non le lasciava i suoi spazi e Sofia aveva sempre paura di ferire quel croato.Non avevo mai pensato a cosa potesse essere quel sentimento che mi legava a lei. Credevo fosse attrazione fisica. Ma lei, uscendo con quella frase, aveva messo in discussione tutte le mie teorie. Mi aveva spiazzato a tal punto da lasciarmi senza parole. Le risposi con un sospiro. Uno stupidissimo sospiro.
Come potevo capire cosa provassi? Con Veronica, qualche anno prima, mi era venuto spontaneo pensare di amarla. Stavamo sempre insieme, parlavamo tutti i giorni, era particolarmente legata alla mia famiglia. Si era creato un rapporto tale da farmi credere che il nostro fosse vero amore.
Solo quando decise di chiudere la relazione capii che per lei c'era semplice affetto, come per una cara amica.Ripensare al passato mi mise in testa che quello che sentivo per Sofia potesse essere lo stesso della mia relazione con Veronica.
Quando una goccia di pioggia cadde sul mio volto, decisi di richiamare all'ordine i due bulldog e, una volta al guinzaglio, cominciammo a correre verso casa, non molto distante dal parco.
Infilai la mano libera nella tasca della giacca, recuperai le chiavi e aprii la porta d'ingresso.
Mi feci spazio nel salotto e notai Sofia distesa sul divano, con una coperta che la copriva quasi fin sopra gli occhi, intenta a guardare, quella che poi scoprii essere, l'ennessima puntata di Grey's Anatomy.Mi chinai verso di lei per lasciarle un bacio sulla fronte.
-Hai i capelli tutti bagnati.- iniziò a ridere chiudendo gli occhi e cercando di nascondersi di più sotto le coperte.
-Vado ad asciugarmi e arrivo a farti compagnia.-
-Ma tu odi Grey's Anatomy-
-Ma non odio te, quindi, pur di stare con te, dovrò sorbirmi un altro episodio di questa serie meravigliosamente schifosa.-Tirò fuori la lingua per fare una boccaccia e, tra le risate, andai nel piccolo bagno al pian terreno per asciugarmi e cambiare i vestiti quasi zuppi d'acqua.
Poco più tardi ero disteso sul divano, con Sofia intenta a osservare le scene del telefilm sullo schermo del salotto.
Una mia mano sorreggeva il peso morto che era diventata la mia testa, mentre l'altra si muoveva lentamente lungo il fianco di lei. Sentivo solo il
suoi respiri profondi, ero riuscito ad annullare qualsiasi altro suono che non fosse emesso da lei. Volevo concentrarmi sul "noi" che ancora non ero riuscito a definire, ai sentimenti che provavo.
Era quello il momento per capire.Il flusso ininterrotto dei miei pensieri fu bloccato dalle parole di una delle attrici del programma.
"[…]Sono davvero innamorata di te e tu… tu sei dentro di me! È come se tu fossi una malattia, come se fossi stata contagiata da Mark Sloan! E non riesco a pensare a niente e nessuno… Non riesco a dormire, non riesco a respirare, non riesco a mangiare… E ti amo! Io ti amo sempre, ogni minuto di ogni giorno e… io, io ti amo! Oddio, è così bello averlo detto finalmente che io mi sento molto meglio: ti amo!"
Io ti amo.
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Ciak - Federico Bernardeschi
FanfictionDiciamo bugie quando abbiamo paura... paura di ciò che non conosciamo, paura di ciò che gli altri penseranno, paura di quello che potrebbero scoprire di noi. Ma ogni volta che diciamo una bugia, la cosa che temiamo diventa più forte.