Aprii gli occhi lentamente e iniziai a massaggiarmi le tempie. Non ero nella mia stanza d'albergo in cui sarei dovuta veramente essere. Cercai di capire, o ricordare, dove fossi e come ci fossi arrivata, ma avevo un vuoto e mancavano dei pezzi della serata passata.
Guardai i vestiti che avevo addosso e mi resi conto che non erano i miei. Avevo una maglietta nera e dei pantaloncini, entrambi troppo grandi per me.
Notai che sui pantaloncini c'era lo stemma della Juventus e pensai che Ivan si sarebbe sicuramente arrabbiato a vedermi con qualcosa della sua squadra rivale.Ivan. Cercai il mio telefono nella stanza in cui mi trovavo e notai le innumerevoli chiamate e messaggi del mio ragazzo. Chiedeva dove fossi, se stavo bene, se lo stavo tradendo, se avessi bevuto.
Mentii. Gli dissi che mi ero addormentata dimenticando di dargli la buonanotte.Poi uscii da quella stanza, alla ricerca del proprietario.
Federico era seduto su una sedia in cucina, mentre stava guardando qualcosa sul telefono e mangiava una mela. Tossii per farmi notare, lui alzò lo sguardo e mi sorrise. -Buongiorno. Come ti senti?-
-Ho un po' di mal di testa. Ascolta, ma come ci siamo finiti a casa tua? Non riesco a ricordare.- storsi le labbra e alzai leggermente le spalle.
Lui continuò a guardarmi senza proferire parola. Poi abbassò lo sguardo sul telefono. -Uhm... avevi sonno e non ti ricordavi in quale hotel alloggiassi. Quindi… hai chiesto di venire qui.- si spostò il ciuffo di capelli dagli occhi.
-E i vestiti?-
-Non volevi dormire con i jeans che avevi ieri, così ti ho prestato qualcosa io.- si alzò di scatto -Vuoi un caffè? O altro?-
-No, grazie. Un'altra cosa, siamo andati a dormire subito?-
Si appoggiò al bancone della cucina guardando davanti a sé. Rimase in silenzio qualche secondo. -Sì, siamo andati a letto subito. A dormire, sì.-
-Perfetto.- dissi a fil di voce.Non avevo voglia di tornare in albergo, così mi vestii con gli stessi indumenti della sera prima e insieme a Federico ci dirigemmo sul set del film.
Rimasi quasi tutto il tempo seduta a guardarlo mentre continuava a dimenticare le parti della scena.
Si scusò più volte, quella mattina, con il regista, il quale non sembrava mai innervosirsi, anzi, faceva di tutto per metterlo a suo agio e aiutarlo con le battute.-Sofia, già che sei qui, la settimana prossima registriamo la scena numero trentadue. Sii pronta.-
La scena del bacio. Era arrivato il momento e dovevo dirlo a Ivan, così che potesse essere presente.
Gli inviai un messaggio, per chiedere come stesse.
Mi rispose poco dopo dicendo che la giornata procedeva al meglio e chiedeva se fosse un problema se i figli fossero rimasti con noi per la notte, dato che la ex moglie non riusciva a tornare in tempo. Sbuffai; i suoi bambini erano molto carini e vivaci, non avevano niente di male, ma il rapporto con loro non era mai stato dei migliori. Cercai sempre di stare alla larga da loro, perché, primo, non me l'ero mai sentita di prendermi cura di chi non avevo messo io al mondo e, secondo, mi aveva sempre dato fastidio l'idea che loro fossero nati dall'amore di Ivan e un'altra donna.Tornai a casa verso sera. Quando aprii la porta c'era un insolito silenzio tombale, così andai in camera da letto e li vidi tutti e tre distesi sul letto a dormire. Mi avvicinai per dare un bacio a Ivan, ma si svegliò appena sfiorai con le mie labbra le sue.
-Ehi.- sussurrò accennando un sorriso.
-Ehi.- dissi di rimando.
Cinse il mio braccio con una mano e mi fece sdraiare al suo fianco. Eravamo stretti, ma non mi dispiaceva sentire il calore del suo corpo vicino al mio. Mi era mancato in quei giorni e, nonostante mi fossi divertita con Federico e i suoi amici, a me piacevano le abitudini che avevamo Ivan ed io.Leonardo, il più grande dei due bambini, si svegliò sentendoci parlare, si allungò verso di me e mi diede un bacio sulla guancia. -Ciao dadilja.-
Guardai Ivan confusa -Che vuol dire?-
-Significa tata. Leo, amore, lo sai che la tata è un'altra donna, lei è la fidanzata di papà.-
-Quindi è come se fosse la mia mamma. Vuoi essere la mia mamma quando la mia non è con noi?- chiese il piccolo accucciandosi sotto al mio seno.
Ero tentata di ripondere negando, ma mi guardò con tenerezza e non riuscii a resistergli. Lo accontentai, sperando si dimenticasse della sua richiesta nel momento in cui ci saremmo rivisti.-Adesso dormi, che io e papà dobbiamo parlare. Buonanotte Leo.- gli sorrisi poi spostai il mio sguardo su Ivan -La settimana prossima verrai a Torino per le registrazioni? Ci sarà la scena del bacio e se vuoi puoi venire.-
-Quell'altra scena quando la registrate?-
-Non lo so, non ne hanno parlato ancora.-
-Bene. Iniziamo a vedere come si comporterà la settimana prossima.-Avrei preferito non averlo sul set, mi avrebbe sicuramente messo più ansia sapere che lui era lì a guardarci. Ormai era fatta, entro una settimana avrei baciato un altro uomo, davanti al mio ragazzo.
Non c'è ancora abbastanza drama, ma niente paura, prima o poi arriva.👌😈
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Ciak - Federico Bernardeschi
FanfictionDiciamo bugie quando abbiamo paura... paura di ciò che non conosciamo, paura di ciò che gli altri penseranno, paura di quello che potrebbero scoprire di noi. Ma ogni volta che diciamo una bugia, la cosa che temiamo diventa più forte.