7.

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Il 26 Novembre entrai per la prima volta all'Allianz Stadium come spettatrice. Federico non era stato convocato per la partita contro il Crotone, così mi invitò a seguirla con lui in tribuna.
La nostra amicizia in quel periodo era diventata sempre più forte, Ivan continuava ad essere scettico perché disturbato da tutti i baci che ci eravamo scambiati sul set, ma non faceva più storie quando uscivo in compagnia del toscano.

Mancava poco al fischio d'inizio quando ci accomodammo sulle poltroncine bianche della tribuna. Mi indicò qualche pezzo forte della società, come li definì lui: c'erano Agnelli e la madre che parlavano con un uomo di cui potevo vedere solo le spalle e i capelli biondi. Era Pavel Nedved.
Sentendo quel nome mi venne in mente mio padre e la sua maglia bianconera appesa nella sua camera da letto. Era sempre stato uno dei suoi calciatori preferiti.

-Berna!- sentì una voce maschile, con un accento sicuramente non italiano, che richiamò Federico mentre mi stava parlando della dirigenza juventina.
Si strinsero la mano, poi il ragazzo mi guardò con un sorriso. -Non mi presenti la tua ragazza?-
-Non sono la sua ragazza.- alzai le spalle ridacchiando -Piacere, Sofia.-
-Quella Sofia?- spostò lo sguardo su Federico dandogli un colpetto sul braccio.
-La mia compagna di riprese e fidanzata del croato che vorrebbe uccidermi.-
-Ah, sì. Capisco.- i loro toni di voce erano particolarmente strani, come se loro fossero a conoscenza di cose segrete che nessuno era tenuto a sapere.

-Sai come funziona una partita di calcio?- chiese il ragazzo, Sami, sporgendosi verso di me.
-Ne ho viste tante con Ivan, quindi sì. Ma non mi chiedere cosa sia un fuorigioco, pallonetti e cose varie, perché non ho la più pallida idea di cosa siano.-
-Conosci qualche giocatore della Juve?-

Annuii. Spiegai che di persona conoscevo Mario Mandzukic, connazionale di Ivan. Avevamo parlato molte volte alle cene della nazionale e lo avevo trovato un bravo ragazzo, serio, con la testa sulle spalle, ma con cui si potevano fare due risate.
Conoscevo poi i pilastri della Juve: Buffon, Barzagli, Chiellini, che quel giorno non era in campo, e Marchisio. Mio padre li aveva sempre venerati e come dimenticare l'importanza che alcuni di loro ebbero nei mondiali del 2006.

Imparai molte cose quel giorno; Sami e Federico si divertivano a spiegarmi cosa succedesse in campo, per quale motivo l'arbitro fischiasse in determinati momenti e non in altri e i gesti che faceva.

A fine partita restammo in una delle salette dello stadio e Sami approfittò della tranquillità per scattare una foto di me e Federico mentre scherzavamo sui divanetti.

Qualche minuto più tardi il mio cellulare cominciò a suonare. Controllai chi fosse e con un sorriso, che non avrebbe potuto comunque vedere, salutai il mio ragazzo.
-Cosa diavolo significa quella foto?- lo sentii urlare dall'altro capo del telefono. Corrucciai la fronte.
-Di cosa parli?-
-Khedira, mi ha taggato in una foto dove ci siete tu e quel fesso di Bernardeschi. Che bello fare la figura del cornuto davanti a tutti.- continuava ad urlare, il volume della sua voce era così alto che Federico si accorse che qualcosa non andava.
-Non ti ho tradito Ivan, non urlare.- dissi con tono calmo per cercare di tranquillizzare anche lui.
-Perché gli tieni la mano, perché ti sta baciando, perché è vicino a te?! Lo ammazzo, ti giuro che lo ammazzo.-
-Stavamo solo scherzando! Ci sono così tante persone qui, anche volendo, non sarei così stupida da tradirti davanti a tutti. Quindi smettila di urlare adesso, altrimenti metto giù questa fottuta chiamata e te lo scordi che io torni a casa.-
-Fatti trovare nel tuo appartamento.-
-No.-
-Fatti trovare lì.- scandì ogni parola, poi chiuse la chiamata, come suo solito, senza salutarmi.

Fottiti, pensai buttando nella borsa il telefono. Dissi ai ragazzi che dovevo tornare a casa, diedi un bacio sulla guancia ad entrambi e mi defilai tra le persone che affollavano la stanza.

Quindici minuti più tardi ero già nell'appartamento. Mi cambiai velocemente per poi aspettare che Ivan si facesse vivo.
Quando arrivò mi si posizionò davanti senza parlare. Mi guardava, forse aspettando che io facessi qualcosa, così mi avvicinai di più e provai ad abbracciarlo. Dopo un primo momento in cui rimase impassibile, strinse le sue braccia attorno al mio busto facendomi finalmente sentire il suo calore.
-Prima o poi mi farai impazzire di gelosia.- disse a voce bassa vicino al mio orecchio.
-Io.. non ho fatto nulla. Sei tu che pensi sempre al peggio.-
-È perché ti amo e ho paura di perderti.-
-Facendo così mi perderai veramente Ivan. Federico è solo un amico e ormai dovresti saperlo. Basta scenate Ivan, basta minacce, basta.-

Prese il mio volto tra le mani e cominciò a baciarmi lentamente, facendomi tornare in mente il primo bacio con Federico. Cercai di scacciare quel pensiero per concentrarmi su Ivan, ma mi fu impossibile. Anche mentre facevamo l'amore avevo in mente Federico. Anche mentre cercavo di addormentarmi, il toscano dagli occhi verdi non spariva dai miei pensieri.





Dato che abbiamo vinto e mantengo le promesse, via con un nuovo capitolo🤗😘
Tutto tuo inalvarosarms

Ciak - Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora