Parte 15

97 5 2
                                    

[Louis' POV]

"H-Harry?..."

...

Harry, il ragazzo che comandava il suo cuore, il possessore della sua intera esistenza, il ragazzo che non affrontava da un anno, se ne stava in piedi nel suo salotto, guardandolo con un'espressione sconvolta.

I suoi occhi erano cerchiati di rosso e tracce di lacrime decoravano le sue guance rosee. Sembrava a pezzi e Louis voleva solo confortarlo per sempre.

Stava quasi per coglierlo a braccia aperte, il suo cuore gli urlava di confortarlo, ma il suo cervello gli ricordò che l'uomo di fronte a sé non era più suo, tanto per cominciare.

Fanculo, è pur sempre Harry.

"Ehi, tutto ok?", chiese gentilmente Louis.

Harry si passò una mano tra i corti capelli spettinati, gli stanno così bene.

Louis guardò per la prima volta il suo abbigliamento; stava indossando un lungo cappotto e un paio di jeans neri firmati; inoltre era ben visibile il colletto nero della sua maglietta. Ma soprattutto, sembrava così adorabile.

Il mio piccolo bambino.

"Sì, s-sto bene", mentì.

"C-cosa ci fai qui?" Louis tentò di non vacillare.

"Oh quello, pensi, forse, che potrei stare qui per un paio di giorni?", domandò timido.

"Cosa è successo alla tua casa?" Cosa è successo alla nostra casa?

"L'ho venduta un paio di mesi fa, era troppo grande."

Louis rimase stordito, Harry aveva venduto la casa che conteneva tutti i loro ricordi. Ha venduto la nostra casa!

Provò a reprimere la sua espressione ferita; Harry gli aveva appena provato quanto lo odiasse.

"Um, non voglio infastidire te o la tua fidanzata, quindi va bene se mi dici di no."

Louis voleva essere arrabbiato con lui per aver pensato che vivesse con Danielle ma poi pensò che in ogni caso non aveva mai lasciato molto spazio al mondo per pensare diversamente.

"Va bene, abito da solo ad ogni modo, ma prima dimmi perché hai gli occhi rossi."

Harry strabuzzò gli occhi e si guardò attorno in cerca di una risposta appropriata.

"Um, iniziavo a sentire nostalgia, è da tanto che non vengo a Los Angeles."

Nostalgia. Uh.

'Larry Stylinson' è ora passato ad essere semplice nostalgia, un ricordo lontano di un orrendo passato.

"Oh...dove sono le tue cose?"

"Non volevo autoinvitarmi, quindi ho pensato che te lo avrei chiesto prima. Potrei sempre chiedere a qualcuno di portarmi qualcosa per me."

"Va bene, scegli qualsiasi stanza tu voglia, ma ti suggerisco di prenderne una lontano dalla stanza del bambino." Fu allora che realizzò. "Scusa, ho dimenticato di menzionarti Freddie." Ovviamente.

"L'ho intuito dalla banana". Harry si asciugò le lacrime.

"Giusto, stavo per metterla nella culla così che abbia il modo di intrattenersi da solo se si svegliasse", alzò le spalle.

"Louis no! Non dovresti mettere delle cose nel lettino, potrebbe strozzarsi o soffocare."

Cosa?!

"Oh merda, mi dispiace! Non lo sapevo!"

Non ne aveva veramente idea. Aveva così tanti fratelli più piccoli, ma non li aveva cresciuti fino a quando non avevano già imparato a camminare.

I pannolini e le ninna nanne erano opera di sua madre.

"Sul serio", Harry sorrise appena.

A Louis ricordava tutte le volte che era arrabbiato con lui, ma sorrideva nonostante ciò.

L'atmosfera era tesa. Louis sapeva che stavano girando attorno al fatto che lui lo avesse 'tradito' un anno prima.

"Vai pure a sistemarti, io manderò qualcuno a portarti dei vestiti e quando hai finito, vieni in cucina, ok?" la conversazione era così formale che Louis pensava di poter vomitare da un momento all'altro.

Harry annuì ma non rispose.


Sucker For Attention || Larry Stylinson (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora