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A metà lezione un bigliettino mi arrivò sul banco:

"Possiamo parlare? -Ethan "
Lo leggo e ci penso, a dire la verità con lui non ci voglio proprio parlare però se me lo chiede con un bigliettino deve essere veramente troppo disperato,
«Aiden»chiamo il mio vicino di banco. Subito si volta e mi guarda con aria interrogativa,
«Che c'è ?»chiede sottovoce per non farsi sentire dalla prof. aspetto un attimo a rispondere e poi piano rispondo,
«Ethan mi ha mandato un bigliettino e mi ha chiesto se possiamo parlare»gli dico mentre guardo la prof e gli parlo vicino,
«Quindi?»domanda non capendo, mi batto un bello schiaffo sulla fronte!
«Quindi che dovrei fare?»rispondo con tono ovvio,c'è dai su lupone datti una svegliata!

Sta facendo matematica pure lui!
A già vero scusa non offenderò mai più il tuo umano!
Potrei comunicare con lui e dirgli ciò che pensi!
«Sarai un bastardo»dico ad voce un po' più alta richiamando l'attenzione di Aiden e i ragazzi davanti a noi, Grent e Samira.

Grent è il “nostro secchione” (così lo chiamiamo noi), non ha l'aspetto del ragazzo con gli occhiali, brutto e piano di brufoli mischiati all'acne, no,no ma proprio no anzi! È un bel ragazzo non è fighissimo ma non è bruttissimo. Ha dei capelli disordinati biondi e due occhi azzurro mare, sarebbe il sogno di ogni ragazza che ama i biondi e gli occhi azzurri. I suoi genitori hanno origini australiani, e ogni anno quando torna dalle vacanze ci racconta i suoi viaggi in Australia. Deve essere davvero bella.

Samira invece è una bellissima ragazza di origini marocchine,non pratica la sua religione e fidatevi se vi dico che è bellissima. A parer mio dovrebbe esserci lei al secondo posto di “ragazza più bella della scuola”, ha dei capelli marroni ondulati e lunghissimi, occhi verde chiaro quasi bianco enormi e della labbra carnose, la sua pelle è liscia, non si trucca nemmeno da quanto è bella, mette al massimo la matita per marcare gli occhi e il mascara. I suoi genitori hanno discendenza nobile ma a lei non è mai piaciuto difinirsi “ la principessa marocchina ”, è una ragazza tranquilla e solare. Ama leggere e raccontare storie ai bambini, da poco ha iniziato a “lavorare” come baby-sitter, la ammiro molto.

«Come scusa?»mi domanda Aiden,divento rossa e mi scuso subito.
«Stavo dicendo...-dico dopo che ho finito di scusarmi ancora rosa in volto- ci parlo o no?»lui ci pensa un attimo e annuisce silenzioso.
«Si parlaci magari avrà qualcosa di dirti di importante»alzò gli occhi al cielo e mi butto con la schiena sullo schienale della sedia incrociando la braccia sotto il seno,
«Certo chissà cosa avrà da dirmi “scusa io e te non siamo più migliori amici perché mi stai sulle palle ”-dico borbottando- a si per non dimenticare che mi parlerà delle sue fantastiche uscite con tua sorella!»lui mi guarda accigliato,
«Cosa c'entra mia sorella?»come se non lo sapesse!
«Come se non lo sapessi, sai benissimo che Sophia esce molto ultimamente con Ethan, non riesco più a parlare con lui! Sophia di qui! Sophia di lì! Sophia di su, di giù! E che palle!»
«America lo so che odi la mia materia ma per favore se non ti interessa la lezione fa silenzio e non disturbare il tuo compagno!»mi rimprovera la professoressa.
«Sì scusi prof . Posso uscire?»domando e lei sospirando annuisce, guardo Aiden e poi Ethan.

Sospiro e mi dirigo fuori dove mi siedo su una sedia in più messa nel corridoio.
Sbuffo e mi passò una mano tra i capelli .
«Perché deve sempre andare così! Bastava che mi dicesse “ sono occupato con Sophia!” ma no!Lui è il grande Ethan! Non sia mai!»Sento la porta aprirsi e la figura del mio migliore amico sbucare.

Lo guardo mentre esce,mi osserva e si mette seduto di fianco a me per terra.
«Possiamo parlare?»domanda dopo qualche minuto di silenzio,
«Mi pare che tu abbia già detto tutto ieri non credi?»rispondo con tono freddo guardando di fronte a me, sbuffa e si alza mettendosi davanti a me,
«America guardami»non lo ascolto.

Dopo un piccolo sospiro mi prende il mento e lo solleva facendo incontrare i miei occhi marroni con i suoi ambra.
«Senti ....io...io non volevo dire quelle cose, non le penso veramente...» Prima che potesse continuare lo blocco,
«Le hai dette e mi sembra di aver capito che per te non valgo nulla! Tanto adesso c'è Sophia! Che ti importa di una stupida come me? Che ti importa della persona che ti vuole un infinità di bene? Che ti importa della tua migliore amica, della tua seconda casa, della tua ancora? Che ti importa di quella persona che non fa altro che preoccuparsi per te? Che ti importa di quella persona che che ha paura di perderti? Che ha paura di non vederti mai più, che ha paura di non poter sentire più il tuo sorriso o le tue stupide battute? Che ti importa mh? Sentiamo? >Mi stavo scaldando e sentivo gli occhi pizzicare, non avrei mai voluto iniziare a piangere davanti a lui. Ora che ci penso potevo evitare un discorso così drammatico, sembra una dichiarazione d'amore!

Lui al contrario aveva le lacrime che gli baciavano le guance. Si avvicinò a me è io indietreggiai ,
«Io non voglio perderti, la mia migliore amica, non voglio perderti. E a me di te importa! Importa eccome. Mi importa del tuo sorriso, della tua vivacità, della tua gelosia, della tua sfacciataggine, della tua semplicità e della tua spontaneità, mi importa di avere una fantastica e si fantastica perché tu sei fantastica, persona al mio fianco! A me importa di avere quella persona che mi scrive dal buongiorno al mattino alla buonanotte alla sera! A me importa! Sei come una sorella per me! Che dico! Sei mia sorella. E quelle parole che ieri ho detto non sono vere! Non lo avrei mai detto e non avrei mai voluto che la nostra amicizia si concludesse!»stava piangendo come non mai. Non avevo mai visto Ethan piangere, e devo dire che mi fa tenerezza.

Gli occhi rossi e gonfi la bocca semi aperta con la saliva che non si capisce se sta dentro o sta fuori, la bocca rotta dal pianto e le guance rigate da goccioline che una volta arrivate al mento cadono e o bagnano il pavimento o la maglietta.

«Ti prego America non finire la nostra amicizia, non voglio! Non voglio non averti più al mio fianco, non lo sopporterei. Ti prego, mi stai vedendo piangere e sai che io non piango mai se non per cose importanti e tu sei una delle mie cose importanti» I miei occhi iniziavano a pizzicare ancora, vederlo piangere mi fa un po' male, sono combattuta perché anche se quelle parole non le pensava realmente sotto sotto è così. Non dici le cose se non le pensi.

La campanella suona e io come ripresa da uno stato di trans mi avvicinai a lui,
«Non so se perdonarti subito, mi manchi un sacco,ma....penso che senza di me staresti bene con Sophia. Non voglio fare la cattiva, ti do una settimana per farti perdonare. Voglio perdonarti ma, penso che come sei stato tre giorni senza calcolarmi, tu possa riuscirci anche per un periodo più lungo. Nonostante ciò, aspetterò e vedrò che farai. Ora asciugati quelle lacrime che mi fa male vederti così e ricorda che ti voglio bene. Ciao Ethan»mi allontano da lui andando verso il cortile della scuola lasciandolo da solo a pensare.

Ha fatto più male a me dire ciò che penso che a lui ascoltare. Spero solo che riesca a farsi perdonare è che si ricordi del nostro anniversario della nostra amicizia.

Con gli occhi gonfi pieni di lacrime mi siedo vicino ad una panchina fuori scuola e con i pensieri di Ethan per la testa e la musica di sottofondo delle voci dei ragazzi mi “rilasso”.

The wolf and the girl Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora